COSTRUZIONI NAVALI DI BETINA: VOCABOLARIO ETIMOLOGICO DELLA TERMINOLOGIA POPOLARE Il presente libro č frutto di un lavoro che iniziň nel lontano 1982. Le interviste principali per raccogliere il materiale sono state fatte in due occasioni, nel 1982 a Betina e nell'anno successivo a Curzola ; in seguito, il materiale č stato aggiornato a piů riprese, fino agli ultimi ritocchi del 1991. f stato indispensabile in un vocabolario diacronico trattare alla pari anche il lessico curzolano perché il mestiere dei costruttori navali č stato da Curzola trapiantato a Betina nel 1745 quando Pasquale Filippi con tutta la famiglia lasciň quest'isola per trasferirsi su un' altra, quella di Murtero, volendo probabilmente voltar pagina e iniziare una nuova vita arando, per quel che riguarda la costruzione navale, una terra virgo. Nacque cosě il primo squero nella Dalmazia settentrionale. Pare che la sua scelta abbia fruttato bene: la famiglia Filippi (oggi Filipi a Murtero e Fillippi a Curzola) ha trasmesso tramite i suoi bravissimi artigiani l'arte di costruire le navi lungo tutta la costa adriatica, fino a Pirano. Non si sa esattamente quando ebbe inizio la costruzione navale sulle sponde adriatiche orientali, e con essa naturalmente linizio della marineria, perň, alcuni fatti storici indicano con assoluta certezza la presenza delle antiche popolazioni dellAdriatico anche sulle isole piů lontane giŕ dopo il 3000 A. C. Ci sono anche delle attestazioni che riguardano i contatti delle genti delle sponde orientali dellAdriatico con le popolazioni della penisola italiana e quella pelleponesiaca. I natanti neccessari per queste attivitŕ dovevano essere di costruzione propria. I primi abitanti delle nostre sponde erano gli illiri dei quali troviamo ricche testimonianze sulle pagine dei geografi e storici greci. In quellepoca gli illiri non erano piů solamente allevatori di bestiame e agricoltori, ma erano giŕ diventati dei bravissimi navigatori e costruttori navali. Il mestiere lhanno appreso, o meglio, lhanno perfezionato influenzati da greci che a loro volta erano stati fortemente influenzati dai fenici diventando la maggior potenza marittima del Mediterraneo. Anche i romani, come gli illiri, hanno appreso le nozioni fondamentali delle costruzioni navali dai greci senza perň dare alcuna innovazione importante. A differenza di essi gli illiri, tra i quali i piů noti erano i liburni che diedero nome ad una nave da guerra, la Liburna, che venne molto usata anche dai romani. Senza una propria marina da guerra fino alla I guerra Punica, i romani seppero perň in breve tempo costruire una di tale forza da poter sottomettere quella cartaginese, all epoca la piů forte. I romani, non avendo dei porti naturali, hanno dovuto costruirne di artificiali. Nelle nostre zone i piů importanti erano Jader, Narona, Scradona e Salona. Salona era sicuramente piů importante e fu probabilmente uno dei centri di costruzione navale dell'Adriatico orientale. Fu distrutta nel VII secolo (612) dalla invasione slavo-ŕvara. Dal VII secolo in poi anche i nuovi invasori cominciavano a diventare un popolo marittimo, apprendendo il mestiere dalle popolazioni latinizzate trovate sul posto. All'inizio continuavano la tradizione portata dal paese d'origine costruendo natanti molto primitivi caratteristici della navigazione fluviale - come testimonianza di questo periodo abbiamo la denominazione laja che tuttora indica un natante molto semplice. Per le aspirazioni piů esigenti hanno dovuto approfondire le conoscenze del mestiere e nel X secolo, scrive l'imperatore Costantino, i naretani (croati) possedevano sull'isola di Curzola una cittŕ fortificata. Prendendo in considerazione la boscositŕ dell'isola ed il fatto che i croati non avevano altre cittŕ fortificate, possiamo dedurre che proprio su quest'isola venne costruita la maggior parte delle navi croate. La vita marittima dei croati, nata dai contatti con gli altri popoli mediterranei, dal X secolo in poi sarŕ sempre piů legata alla Serenissima. L'influsso della Repubblica di Venezia č stato cosě forte anche dal punto di vista linguistico da riuscire quasi a coprire tutti gli strati piů antichi della terminologia marittima delle sponde orientali dell'Adriatico. La terminologia elaborata nel vocabolario ha dunque radici molto profonde. Le parole elaborate sono le testimonianze di una lunga storia e del mescolarsi dei popoli che scambiavano tra loro le culture e le tradizioni ; esse tramite i piů svariati strati linguistici coperti, ricoperti e nascosti rispecchiano le nazioni scomparse e quelle sopravvissute che hanno saputo conservare la propria identitŕ ; esse rispecchiano la convivenza e la collaborazione delle genti adriatiche e mediterranee ; rivelano infine ai nostri occhi un mestiere molto antico che si sta spegnendo per rinascere negli altri materiali perdendo perň nel rumore delle potenti macchine dei grandi cantieri tutta la poesia famigliare di una volta. Il presente vocabolario, oltre all'elaborazione lessicologico-lessicografica ed etimologica dei termini, cerca anche di salvare i residui di un arte, una volta cosě proficua ed importante, che ci sono rimasti a testimonianza di epoche remote.