Search

Surface immunoglobulins (sIg) were detected on human lymphocytes by immunoelectron microscopy with peroxidase-conjugated antibodies. Blood, marrow, and thymus cells from normal individuals and patients with lymphoproliferative disorders were examined. Samples were fixed before exposure to specific reagents. Normal lymphocyts with detectable sIg, i.e. B lymphocytes, were characterized by a villous surface; nonlabeled blood lymphocytes and thymocytes were smooth cells. Intermediate cells were also found which in sections appeared moderately villous and labeled, thus identified as B lymphocytes. Further evidence for a relationship between villous surface and sIg was given by the finding of a few lymphocytes with polar concentration of labeled microvilli. In chronic lymphocytic leukemia patients, most cells exhibited a villous surface with parallel variations of the number of microvilli and of anti-immunoglobulin-binding capacity. However, some labeled smooth blastic cells were also observed. On the other hand, abnormal lymphocytes from Sézary's syndrome which could exhibit segments of villous membrane had no detectable sIg. This study confirms that in most cases human B lymphocytes have a characteristic surface appearance and that the detection of sIg in normal lymphocytes correlates with the presence of microvilli.

Photoproduction of pions on pions is computed by means of the Cini-Fubini version of the Mandelstam technique. The problem is reduced to the resolution of a Fredholm integral equation containing an arbitrary multiplicative constant which could be determined by extrapolation of experimental cross-sections. Under the assumption of a sharp pion pion resonance we derive approximate solutions which exhibit the same resonant behaviour. These results will be soon applied to Compton scattering on pions and nucleons and photoproduction on the nucleons.

In order to fit the experimental large total cross-sections and small elastic cross-sections, it is necessary to utilize a real potential of moderate strength, but a long range (at least around h/μc) imaginary potential.

In base all’ipotesi di un’interazione centrale separabile non locale si studia il problema di determinare un’interazione di due corpi (ad es. nucleone nucleone) nello statoSa partire dalla dipendenza dello spostamento di fase sperimentale dall’energia. Si dimostra che con questa ipotesi l’interazione è data, nello spazio dei momenti, dalla soluzione di un’equazione integrale di Fredholm non omogenea di seconda specie. Le proprietà generali di questa equazione ci consentono di dimostrare che, se il sistema fisico non ha stati legati può esistere un sistema di soluzioni a un parametro. Soluzioni esplicite si ottengono quando la dipendenza dello spostamento di fase dall’energia è data esattamente dall’approssimazione indipendente dalla forma. Questo procedimento si estende al caso in cuiktg δ è una funzione razionale dell’energia. In questo caso l’esistenza e la molteplicità delle soluzioni sono in relazione al numero delle radici di un’equazione algebrica poste nel semipiano complesso superiore. Inoltre, quando lo spostamento di fase resta tra 0 e π o tra 0 e-π nell’intero campo di variazione dell’energia, i nostri risultati sono simili a quelli ottenuti assumendo un’interazione locale: se il sistema non ha stati legati, la soluzione è unica; se il sistema ha uno stato legato, esiste un sistema di soluzioni a un parametro. D’altro lato se la dipendenza dello spostamento di fase dall’energia non ha piú le restrizioni indicate sopra, il problema si può risolvere solo se i valori dell’energia ai quali δ passa pernπsoddisfano determinate disuguaglianze. Le soluzioni così ottenute sono corrette in senso matematico, ma è dubbio il loro significato fisico, perché, in questo caso, non si ha piú stabilità dello spostamento di fase rispetto alle piccole variazioni dell’interazione.