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Cronaca del Convegno internazionale tenutosi a Bologna e a Ravenna nelle giornate del 9 e 10 maggio 2013.

La Chronique d’Ernoul nous a été transmise par 54 manuscrits qui donnent plusieurs rédactions du texte. Les études précédentes sur les relations entre ces rédactions se fondaient sur un examen partiel de la tradition. Cet article a été écrit en vue de la préparation d’une nouvelle édition de la Chronique, dans le cadre du projet dirigé par P. W. Edbury et financé par l’Arts and Humanities Research Council. Les résultats de l’étude de deux échantillons de texte collationnés sur tous les manuscrits permettent de présenter pour la première fois un stemma codicum qui représente l’histoire de toute la tradition et de poser sur des bases nouvelles les problèmes de l’édition d’un texte historique transmis par plusieurs rédactions. Ernoul’s Chronicle was transmitted to us through fifty-four manuscripts, which expose several versions of the same text. The previous studies of the relation between those versions were based solely on an incomplete analysis of the literary tradition. This article was written in view of the creation of a new edition of the Chronicle, a project under the direction of P. W. Edbury, and funded by the Arts and Humanities Research Council. The results of the analysis of two textual samples collated on all the manuscripts make it possible for us to present for the first time a stemma codicum able to account for the history of the whole tradition. Moreover, those results allow us to address in a new fashion the problems inherent to the edition of a historical text transmitted to us through several versions. La Chronique d’Ernoul è tràdita da 54 manoscritti che contengono diverse redazioni del testo. Gli studi pregressi sulle relazioni tra queste versioni si fondavano su un esame parziale della tradizione. L’articolo è stato scritto in vista della preparazione di una nuova edizione della Chronique, nell’ambito di un progetto diretto da P. W. Edbury e finanziato dall’Arts and Humanities Research Council. I risultati dello studio di due campioni di testo, collazionati su tutti i manoscritti, permettono di presentare per la prima volta uno stemma codicum che rappresenta la storia di tutta la tradizione, e di impostare su basi nuove i problemi dell’edizione di un testo storico trasmesso in redazioni multiple.

La monografia ricostruisce l'evoluzione del giornalismo-spettacolo in Italia, collegandola ad un più ampio contesto internazionale. In particolare viene messo in evidenza il processo di spettacolarizzazione della realtà favorito dai media nell'ambito delle trasformazioni del giornalismo on line. Il lavoro si concentra poi sulle peculiarità dei nuovi formati giornalistici con particolare riferimento ai prodotti ibridi più recenti come il criminality show.

Il fatto di cronaca e le sue metamorfosi nel Medioevo. Tra cronaca, poesia e novella Risalendo alle origini medievali del fait divers, il fatto di cronaca, e tenendo conto delle specificità di questo genere narrativo ai suói primordi, il presente contributo offre un'illustrazione del modo in cui, all'interno della cultura fiorentina, la narrazione di alcuni eventi minori presi in prestito alla vita comunale, coniugandosi con la tradizione letteraria, acquisisce il valore di un topos di cui gli autori del XIV secolo si avvalgono per riaffermare una certa concezione dello spirito fiorentino. A partire dalla Nuova Cronica di G. Villani e dalle annotazioni sull'abbigliamento dei Fiorentini in rapporto con l'emanazione di nuove leggi suntuarie, lo studio segue lo sviluppo del tema delle «fogge» attraverso opere di diverso genere, in prosa o in versi, fino al Trecentonovelle di F. Sacchetti., Gagliano Marina. Le fait divers et ses avatars au Moyen Âge. In: Arzanà 15, 2012. Écritures italiennes du fait divers. Mirabile médiéval, fatto di cronaca contemporain, sous la direction de Abbruzzetti Véronique et Anne Boulé-Basuyau. pp. 43-57.

La poetica del fait divers in Tiziano Rossi Questo contributo esplora il nesso fra crisi dell'esperienza e rappresentazione poetica del «fait divers» : dopo una breve premessa teorica (che si sofferma su un testo di Guido Mazzoni), si concentra sull'opera poetica di Tiziano Rossi, e in particolare sulle sue raccolte più recenti, da Pare che il paradiso (1998) a Faccende laterali (2009). Una poetica del quotidiano e un'etica del riserbo sono alla base di una rappresentazione al tempo stesso commossa e crudele dell'umana creaturalità ; l'irruzione violenta del minimo fatto di cronaca urbana si fa occasione, nei testi, di nostalgica allusione intertestuale (in specie al genere della fiaba classica, ma anche a forme di giornalismo ormai desuete) e di laica meditazione sull'imminenza della morte., Pellini Pierluigi. La po-éthique du fait divers chez Tiziano Rossi. In: Arzanà 15, 2012. Écritures italiennes du fait divers. Mirabile médiéval, fatto di cronaca contemporain, sous la direction de Abbruzzetti Véronique et Anne Boulé-Basuyau. pp. 97-111.

Il profilo del grande giurista napoletano, già presidente della Corte Costituzionale, viene delineato attraverso le voci di allievi e colleghi che lo hanno festeggiato nel giorno del suo ottantesimo compleanno

Si presenta il volume della giovane studiosa Simona Cantelmi dedicato a Pietro di Mattiolo, un cronista bolognese, dai tratti piuttosto atipici nel panorama generale della cronachistica italiana tardo-medievale, operante a Bologna nei primi due decenni del Quattrocento.

El artículo es una revisión sobre los libros de crónicas de Caracas publicados a parir de la década de 1940, es decir, cuando la transformación de Caracas dejaba atrás a aquella Caracas de los techos rojos para darle la bienvenida a la metrópolis de altos edificios. En tal sentido, el cronista consciente del cambio que se gestaba en su sociedad registró a la ciudad de su niñez y de su adolescencia que en el momento de la escritura es sólo un recuerdo personal. La crónica literaria ha planteado el testimonio de un antes y un después de una ciudad que se transformó en otra, que cortó con una evolución de tres siglos para ser moderna. Este artículo plantea la posición de cada cronista y la conciencia del cambio que se gestaba ante la ciudad que se convertía demostrando la permanencia de un tema que abarca otros géneros, códigos, canales y medios de difusión. This article is a review of the books of chronicles of Caracas published since the 1940 decade, when the transformation of Caracas left behind that city of red roofs to welcome the metropolis of tall buildings. In this sense, the chronicler, aware of the change brewing in his society, recorded the city of his childhood and his adolescence, which is only a personal memoir at the moment of his writing. The literary chronicle stands as a testimony of a before and after of one city that has become another, that broke with an evolution of three centuries to become modern. This article presents the stance of each chronicler in view of a changing city and their awareness of a transformation that was in process, and demonstrates the permanence of a theme that spans other genres, codes, channels and media. Cet article est une révision de livres de chroniques de Caracas publiés à partir de la décennie de 1940, c’est-à-dire, lorsque la transformation de Caracas laissait en arrière la ville de toits rouges pour donner la bienvenue à la métropole de gros bâtiments. Dans ce sens, le chroniqueur conscient du changement s’entraînant dans sa société a registré la ville de son enfance et de son adolescence au moment où l’écriture n’est qu’un souvenir personnel. La chronique littéraire a exposé le témoignage d’un avant et d’un après d’une ville qui est devenue une autre coupant une évolution de trois siècles pour en être une moderne. Cet article expose la position de chaque chroniquer et la conscience du changement s’entraînant devant la ville qui se transformait. Voilà la preuve de la permanence d’un sujet qui encadre d’autres genres, codes et médias. Quest’articolo è una revisione sui libri di cronache di Caracas, editati a partire dalla decade di 1940, quando la trasformazione di Caracas si lasciava alle spalle quella Caracas dai tetti rossi per dare il benvenuto alla metropoli dei grandi palazzi. A questo proposito, il cronachista, conscio del cambiamento che si stava producendo nella sua società, ha fatto il registro de la città della sua fanciullezza e della sua adolescenza. Questo è soltanto un ricordo nel momento in cui scrive. La cronaca letteraria ha impostato la testimonianza di un prima e di un poi di una città che si è trasformata in un’altra, che ha saltato tre secoli nella sua evoluzione per diventare moderna. Quest’articolo presenta l’approccio di ogni cronachista e la coscienza del cambiamento che appariva di fronte alla città che diventava un’altra. Allo stesso tempo mostra la permanenza di un’argomento che coinvolge altri generi: codici, canali, mass media. O artigo é uma revisão aos livros de crônicas de Caracas publicados a partir da década de 1940, isto é, quando Caracas deixou de ser a cidade dos tetos vermelhos e deu as boas-vindas à metrópole dos prédios altos. Nesse sentido, o cronista, estando consciente da mudança que estava surgindo na sociedade, falou sobre a cidade de sua infância e de sua adolescência, que no momento da escritura era apenas uma lembrança pessoal. A crônica literária apresenta uma prova do antes e do depois de uma cidade que se transformou em outra, que parou a evolução de três séculos para ser moderna. Este artigo mostra a posição de cada cronista e a consciência que cada um deles tinha da mudança que estava aparecendo na cidade, demonstrando a permanência de um tema que envolve outros gêneros, códigos, canais e meios de difusão.

Scheda di taglio filologico e linguistico sulla Cronaca volgare Isidoriana

scheda di taglio filologico-linguistico sulla Cronica di Napoli di Notar Giacomo

Trascrizione e edizione della cronaca manoscritta di Giova Francesco Piccinini, chirurgo ducale dei Pico della Mirandola. La cronaca è inedita e conservata alla Biblioteca Estense Universitaria di Modena. Contiene notizie di prima mano sulla morte dei principi e sulle vicende belliche che interessarono Mirandola durante la guerra di successione spagnola, le cui conseguenze determinarono la devoluzione del ducato mirandolese agli estensi.

Spesso i giornalisti diventano scrittori. A metà strada tra giornalismo e letteratura è venuto a trovarsi il dalmata Enzo Bettiza.

CRONACA DEL CONVEGNO "IL POPOLO DEI LONGOBARDI MERIDIONALI" TENUTOSI A SALERNO, ORGANIZZATO DAL GRUPPO ARCHEOLOGICO SALERNITANO E DAL DIPARTIMENTO DI LATINITA' E MEDIOEVO DELL'UNIVERSITA' DI FISCIANO

L'articolo prende in esame una cronaca corsa del '400, scritta da Giovanni della Grossa, ed esamina le parti dell'opera in cui il cronista parla della Sardegna, esaminando la visione che lo stesso cronista e i suoi contemporanei avevano dell'isola vicina.

Si esaminano le principali evoluzioni applicative della causa di giustificazione dell'esercizio di un diritto (art. 51 C.P.), soffermandosi sulle materie nelle quali essa ha conosciuto un utilizzo maggiore. S'indaga poi sulla natura costitutiva o dichiarativa della disposizione che la prevede.

I personaggi della Commedia dantesca appaiono già nella Cronaca duecentesca di Salimbene da Parma. Ma che differenza c'è tra il Carlo d'Angiò, o il Ferdinando d'Aragona, dello storico e quelli del poeta? In entrambi i casi si può riscontrare, se pure con esiti esteticamente diversi, un alto grado di "invenzione romanzesca", tanto che gli eroi storici, diventati personaggi, rivelano sempre il loro carattere di prodotti dell'immaginazione. Un modo nuovo per rileggere la corposa cronaca di Salimbene da Parma, e per riconoscere al francescano duecentesco le doti di narratore più ancora che di storico del suo tempo, è quello di mettere a confronto il suo racconto con quello di Dante nella Commedia: pure nelle indiscutibili differenze, si riscontrano molte affinità, dovute se non altro al ricorrere delle stesse vicende e degli stessi personaggi. La storia, utilizzata da Salimbene per difendere le posizioni della Chiesa romana, è una galleria di personaggi esemplari: uomini come Carlo d’Angiò e Ferdinando d’Aragona diventano così eroi della lotta tra il bene e il male, dove ai fatti realmente accaduti si sovrappongono continuamente vicende fantastiche che fanno del racconto del cronista, nelle sue pagine migliori, un vero testo romanzesco. La narrazione di Salimbene si dipana orizzontalmente, per accumulo continuo, e svela fino in fondo la propria architettura solo se messa a confronto con la verticalità del racconto dantesco, i cui fulminei, lapidari giudizi fanno da contrappunto drammatico al resoconto del cronista francescano.

Nella letteratura sulla comunicazione visiva ci si concentra per lo più su immagini in qualche modo eccezionali, dalle opere d'arte a quelle che ci permettono di vedere un fenomento mai visto prima, come le foto che cercano di cogliere il movimento, per es. quelle di H.E. Edgerton. Le immagini però, per lo più, non sono affatto eccezionali, e svolgono un compito comunicativo di sfondo. Queste immagini, che chiamo di consumo, sono il tema di questo saggio. Un'immagine di consumo è un'immagine che non è stata prodotta per essere collezionata o comunque conservata. Ed esamino come una serie di foto accompagna comunicativamente la presentazione dell'avvenimento che un articolo di giornale descrive con una certa cura.

All'interno della sua Cronaca, fra Salimbene da Parma stende un "Liber de prelato" nel quale dichiara di volere indicare quali siano i doveri di un buon prelato: il "Liber" si rivela però come una dura requisitoria contro il ministro francescano Elia da Cortona, rappresentato prima in antitesi e poi in parallelo con l'Anticristo, Federico II di Svevia. L'analisi del "Liber" mostra così un Salimbene narratore, accanto al cronista dei suoi tempi, che con abilità inventa i suoi personaggi attraverso la costruzione delle loro biografie. Salimbene de Adam non è soltanto uno storico ma anche un abile narratore, come dimostra il montaggio della Cronica che contiene al suo interno un’altra opera, il Liber de prelato. Se si confronta il testo complessivo (la cronaca latina compilata dal frate parmense secondo la tradizionale struttura annalistica) con quello in esso contenuto (il pamphlet contro la corruzione degli ecclesiastici) si scopre che in realtà le due opere sono comprensibili solo se lette in modo contrastivo. I due testi iscritti l’uno nell’altro contengono infatti al loro interno biografie esemplari – nel caso specifico, quella di Elia da Cortona e quella di Federico II di Svevia – nelle quali la storia diviene epopea della lotta tra Dio e le incarnazioni del maligno che si susseguono sulla terra, in un gioco di prefigurazioni e di profezie post eventum dove la narrazione tradisce continuamente il percorso lineare della cronaca per seguire quello oscillante del mito.

La cronaca del convegno internazionale su "Il ruolo della buona fede oggettiva nell'esperienza giuridica storica e contemporanea" offre l'occasione per talune riflessioni di contenuto e di metodo sollecitate in specie dalla molteplicità di prospettive dalle quali si è guardato al tema nel corso del convegno.