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Juno è una missione NASA del programma New Frontiers lanciata il 5 agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral. Obiettivo scientifico primario della missione è migliorare significativamente la comprensione della formazione, l'evoluzione e la struttura di Giove. L’accordo con NASA per Juno è sostanziato e supportato da un MoU firmato da NASA ed ASI il 22 giugno del 2011 e da vari Technical Agreements tra le varie istituzioni partecipanti al progetto firmati anche da IAPS-INAF ed ASI (tra gli ultimi firmati segnaliamo TA 7769-10C del 2014 TA 3307-11C del 2013). JIRAM, oggetto di questo progetto, contribuisce alla missione fornendo osservazioni dell’atmosfera e dell’aurore gioviane. JIRAM è stato realizzato dalla LEONARDO SpA con il finanziamento dell’ASI e la responsabilità scientifica del suo utilizzo è dell’IAPS-INAF. JIRAM è costituto da uno spettrometro che lavora nell’intervallo spettrale 2-5 µm e da una fotocamera in grado di effettuare immagini del pianeta nelle bande spettrali L (aurore) e M (atmosfera). La fotocamera e lo spettrometro sono otticamente accoppiati in modo che per un definito numero di pixel della banda M della fotocamera si possa avere contemporaneamente l’informazione spettrale. Va ricordato che lo strumento opera a bordo di un satellite rotante (2 rpm), in un campo magnetico planetario particolarmente forte dove sono presenti intensi campi di radiazione ed ha un sistema di controllo termico passivo. L’immissione in orbita (JOI) è stata effettuata il 5 luglio 2016 e la fine della missione (de-orbiting) è prevista per il 30 luglio 2021. Sono state pianificate 34 orbite di durata media di circa 53 giorni. A settembre 2020 è stata presentata alla NASA la proposta per ottenere una estensione della missione fino al 2025, arrivando a compiere 76 orbite in totale. La proposta è stata approvata dalla NASA con budget Medio l’8 gennaio 2021. Durante questa fase estesa della missione sono previsti 16 flyby ravvicinati alle lune galileiane e le orbite si accorceranno fino ad arrivare a durare 33 giorni. Il passaggio dall’attuale fase di missione a quella estesa è avvebuto al peri-Giove 34, con un’orbita che è diventata di 43giorni. A gennaio 2021 sono stati rilasciati i primi kernels di riferimento per la pianificazione della fase estesa della missione. La nuova Generic Science Sequence, elaborata nella RA8 è diventata eseguibile dall’orbita 31. Da Aprile 2022, inizio del periodo di tempo coperto dall’ultima fase di questo accordo, JIRAM ha potuto lavorare durante tutti i peri-Giove che si sono succeduti, con l'eccezione dell PJ43, per il quale è presentato un report. I risultati presentati in questo rapporto coprono quindi i passaggi dal 42 al 45, le elaborazioni dei dati raccolti nei precedenti passaggi a Giove e le pianificazioni dei passaggi immediatamente successivi al 45.

Juno è una missione NASA del programma New Frontiers lanciata il 5 agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral. Obiettivo scientifico primario della missione è migliorare significativamente la comprensione della formazione, l'evoluzione e la struttura di Giove. L’accordo con NASA per Juno è sostanziato e supportato da un MoU firmato da NASA ed ASI il 22 giugno del 2011 e da vari Technical Agreements tra le varie istituzioni partecipanti al progetto firmati anche da IAPS-INAF ed ASI (tra gli ultimi firmati segnaliamo TA 7769-10C del 2014 TA 3307-11C del 2013). JIRAM, oggetto di questo progetto, contribuisce alla missione fornendo osservazioni dell’atmosfera e dell’aurore gioviane. JIRAM è stato realizzato dalla LEONARDO SpA con il finanziamento dell’ASI e la responsabilità scientifica del suo utilizzo è dell’IAPS-INAF. JIRAM è costituto da uno spettrometro che lavora nell’intervallo spettrale 2-5 µm e da una fotocamera in grado di effettuare immagini del pianeta nelle bande spettrali L (aurore) e M (atmosfera). La fotocamera e lo spettrometro sono otticamente accoppiati in modo che per un definito numero di pixel della banda M della fotocamera si possa avere contemporaneamente l’informazione spettrale. Va ricordato che lo strumento opera a bordo di un satellite rotante (2 rpm), in un campo magnetico planetario particolarmente forte dove sono presenti intensi campi di radiazione ed ha un sistema di controllo termico passivo. L’immissione in orbita (JOI) è stata effettuata il 5 luglio 2016 e la fine della missione (de-orbiting) è prevista per il 30 luglio 2021. Sono state pianificate 34 orbite di durata media di circa 53 giorni. A settembre 2020 è stata presentata alla NASA la proposta per ottenere una estensione della missione fino al 2025, arrivando a compiere 76 orbite in totale. La proposta è stata approvata dalla NASA con budget Medio l’8 gennaio 2021. Durante questa fase estesa della missione sono previsti 16 flyby ravvicinati alle lune galileiane e le orbite si accorceranno fino ad arrivare a durare 33 giorni. Il passaggio dall’attuale fase di missione a quella estesa è avvebuto al peri-Giove 34, con un’orbita che è diventata di 43giorni. A gennaio 2021 sono stati rilasciati i primi kernels di riferimento per la pianificazione della fase estesa della missione. La nuova Generic Science Sequence, elaborata nella precedente RA è diventata eseguibile dall’orbita 31. Da Novembre 2021, inizio del periodo di tempo coperto dall’ultima fase di questo accordo, JIRAM ha potuto lavorare durante tutti i peri-Giove che si sono succeduti. I risultati presentati in questo rapporto coprono quindi i passaggi dal 38 al 41, le elaborazioni dei dati raccolti nei precedenti passaggi a Giove e le pianificazioni dei passaggi immediatamente successivi al 41

Juno è una missione NASA del programma New Frontiers lanciata il 5 agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral. Obiettivo scientifico primario della missione è migliorare significativamente la comprensione della formazione, l'evoluzione e la struttura di Giove. L’accordo con NASA per Juno è sostanziato e supportato da un MoU firmato da NASA ed ASI il 22 giugno del 2011 e da vari Technical Agreements tra le varie istituzioni partecipanti al progetto firmati anche da IAPS-INAF ed ASI (tra gli ultimi firmati segnaliamo TA 7769-10C del 2014 TA 3307-11C del 2013). JIRAM, oggetto di questo progetto, contribuisce alla missione fornendo osservazioni dell’atmosfera e dell’aurore gioviane. JIRAM è stato realizzato dalla LEONARDO SpA con il finanziamento dell’ASI e la responsabilità scientifica del suo utilizzo è dell’IAPS-INAF. JIRAM è costituto da uno spettrometro che lavora nell’intervallo spettrale 2-5 µm e da una fotocamera in grado di effettuare immagini del pianeta nelle bande spettrali L (aurore) e M (atmosfera). La fotocamera e lo spettrometro sono otticamente accoppiati in modo che per un definito numero di pixel della banda M della fotocamera si possa avere contemporaneamente l’informazione spettrale. Va ricordato che lo strumento opera a bordo di un satellite rotante (2 rpm), in un campo magnetico planetario particolarmente forte dove sono presenti intensi campi di radiazione ed ha un sistema di controllo termico passivo. L’immissione in orbita (JOI) è stata effettuata il 5 luglio 2016 e la fine della missione (de-orbiting) è prevista per il 30 luglio 2021. Sono state pianificate 34 orbite di durata media di circa 53 giorni. A settembre 2020 è stata presentata alla NASA la proposta per ottenere una estensione della missione fino al 2025, arrivando a compiere 76 orbite in totale. La proposta è ora in fase di revisione. Durante questa fase estesa della missione sono previsti 16 flyby ravvicinati alle lune galileiane e le orbite si accorceranno fino ad arrivare a durare 38 giorni. Il passaggio dall’attuale fase di missione a quella estesa è previsto al peri-Giove 34, con un’orbita che diventerà di 43giorni. A gennaio 2020 sono stati forniti i kernels di studio per la fase estesa; il team di JIRAM sta utilizzando JPST per studiare le opportunità di osservazione sia a Giove che alle lune con questi kernels. Inoltre è stata sviluppata una Nuova Generic Science Sequence, elaborata considerando i risultati ottenuti fino ad ora e sviluppata usando i kernels per la fase estesa. Da ottobre 2020, inizio del periodo di tempo coperto dall’ultima fase di questo accordo, JIRAM ha potuto lavorare durante tutti i peri-Giove che si sono succeduti. I risultati presentati in questo rapporto coprono quindi i passaggi dal 29 al 37, le elaborazioni dei dati raccolti nei precedenti passaggi a Giove e le pianificazioni dei passaggi immediatamente successivi al 37.

Ariel, the Atmospheric Remote-sensing Infrared Exoplanet Large-survey, was adopted as the fourth medium-class mission in ESA's Cosmic Vision programme to be launched in 2029. During its 4-year mission, Ariel will study what exoplanets are made of, how they formed and how they evolve, by surveying a diverse sample of about 1000 extrasolar planets, simultaneously in visible and infrared wavelengths. It is the first mission dedicated to measuring the chemical composition and thermal structures of hundreds of transiting exoplanets, enabling planetary science far beyond the boundaries of the Solar System. The payload consists of an off-axis Cassegrain telescope (primary mirror 1100 mm x 730 mm ellipse) and two separate instruments (FGS and AIRS) covering simultaneously 0.5-7.8 micron spectral range. The satellite is best placed into an L2 orbit to maximise the thermal stability and the field of regard. The payload module is passively cooled via a series of V-Groove radiators; the detectors for the AIRS are the only items that require active cooling via an active Ne JT cooler. The Ariel payload is developed by a consortium of more than 50 institutes from 16 ESA countries, which include the UK, France, Italy, Belgium, Poland, Spain, Austria, Denmark, Ireland, Portugal, Czech Republic, Hungary, the Netherlands, Sweden, Norway, Estonia, and a NASA contribution.

Description of this data set The files named: "Io_mean_spectrum_JM0051.txt", "Io_mean_spectrum_JM0071.txt", "Io_mean_spectrum_JM0091.txt", "Io_mean_spectrum_JM0101.txt", "Io_mean_spectrum_JM0171.txt", "Io_mean_spectrum_JM0181.txt", "Io_mean_spectrum_JM0201.txt", "Io_mean_spectrum_JM0241.txt", "Io_mean_spectrum_JM0261.txt" contain the result of the processing of Juno/JIRAM spectroscopic data of Io acquired respectively during the data sequences: JM0051 (orbit 5), JM0071 (orbit 7), JM0091 (orbit 9), JM0101 (orbit 10), JM0171 (orbit 17), JM0181 (orbit 18), JM0201 (orbit 20), JM0241 (orbit 24), and JM0261 (orbit 26). Each of these files contains the average spectrum of Io in the 2-5 µm range as measured by JIRAM in that particular data sequence / orbit. All of these are ASCII files, where the first column represents the JIRAM wavelength vector expressed in microns (µm) after correction for the odd-even effect, and the second column is the average spectrum of Io expressed in units of calibrated radiance factor (I/F) resulting from that particular data sequence. The files named: "Redundancy_map_band_407um.dat" and "Statistical_weights_map_band_407um.dat" include the processed data related to the redundancy maps and statistical weights shown respectively in panels a and b of Figure 3. In particular, the redundancy map is stored as an unsigned integer, little-endian binary stream of bytes, while the statistical weight map is stored as a single-precision floating-point, little-endian binary stream of bytes. These bidimensional maps are ordered according to the Band Sequential (BSQ) image encoding. These files can be easily opened with the commercial ENVI software, and are accompanied by ASCII header files with same filename and suffix ".hdr". Such header files include details that are needed to properly open and read the ".dat" files without the ENVI software and regardless of the programming language being used. The files named: "WeightedAverage_map_band_407.dat", "WeightedAverage_map_band_437.dat", "WeightedAverage_map_band_279um.dat", and "WeightedAverage_map_band_254um.dat", include the processed data related to the maps shown respectively in panels a, b, c and d of Figure 4. These bidimensional maps are stored as a single-precision floating-point, little-endian binary stream of bytes, ordered according to the Band Sequential (BSQ) image encoding. All of these files can be easily opened with the commercial ENVI software, and are accompanied by ASCII header files with same filename and suffix ".hdr". Such header files include details that are needed to properly open and read the ".dat" files without the ENVI software and regardless of the programming language being used. The files named: "WeightedAverage_map_band_392.dat", "WeightedAverage_map_band_447.dat", "WeightedAverage_map_band_455um.dat", and "WeightedAverage_map_band_462um.dat", include the processed data related to the maps shown respectively in panels a, b, c and d of Figure 5. These bidimensional maps are stored as a single-precision floating-point, little-endian binary stream of bytes, ordered according to the Band Sequential (BSQ) image encoding. All of these files can be easily opened with the commercial ENVI software, and are accompanied by ASCII header files with same filename and suffix ".hdr". Such header files include details that are needed to properly open and read the ".dat" files without the ENVI software and regardless of the programming language being used. The files named: "WeightedAverage_map_band_210.dat", "WeightedAverage_map_band_407.dat", "WeightedAverage_map_band_265um.dat", and "WeightedAverage_map_band_392um.dat", include the processed data related to the maps shown respectively in panels a, b, c and d of Figure 6. These bidimensional maps are stored as a single-precision floating-point, little-endian binary stream of bytes, ordered according to the Band Sequential (BSQ) image encoding. All of these files can be easily opened with the commercial ENVI software, and are accompanied by ASCII header files with same filename and suffix ".hdr". Such header files include details that are needed to properly open and read the ".dat" files without the ENVI software and regardless of the programming language being used. The files named: "WeightedAverage_map_band_335um.dat" and "WeightedAverage_map_band_355um.dat" include the processed data related to the scatterplots shown respectively in panels b and c of Figure 8. These bidimensional maps are stored as a single-precision floating-point, little-endian binary stream of bytes, ordered according to the Band Sequential (BSQ) image encoding. All of these files can be easily opened with the commercial ENVI software, and are accompanied by ASCII header files with same filename and suffix ".hdr". Such header files include details that are needed to properly open and read the ".dat" files without the ENVI software and regardless of the programming language being used., JIRAM is funded by the Italian Space Agency (ASI), ASI-INAF contract 2016-23-H.0. The JIRAM instrument was built by Selex ES, under the leadership of the Italian National Institute for Astrophysics, Institute for Space Astrophysics and Planetology (INAF-IAPS), Rome, Italy. JIRAM is operated by INAF-IAPS, Rome, Italy. Support of the Juno Science and Operations Teams is gratefully acknowledged. Part of this work was carried out at the Jet Propulsion Laboratory, California Institute of Technology, under contract with NASA.

Juno è una missione NASA del programma New Frontiers lanciata il 5 agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral. Obiettivo scientifico primario della missione è migliorare significativamente la comprensione della formazione, l'evoluzione e la struttura di Giove. L’accordo con NASA per Juno è sostanziato e supportato da un MoU firmato da NASA ed ASI il 22 giugno del 2011 e da vari Technical Agreements tra le varie istituzioni partecipanti al progetto firmati anche da IAPS-INAF ed ASI (tra gli ultimi firmati segnaliamo TA 7769-10C del 2014 TA 3307-11C del 2013). JIRAM, oggetto di questo progetto, contribuisce alla missione fornendo osservazioni dell’atmosfera e dell’aurore gioviane. JIRAM è stato realizzato dalla LEONARDO SpA con il finanziamento dell’ASI e la responsabilità scientifica del suo utilizzo è dell’IAPS-INAF. JIRAM è costituto da uno spettrometro che lavora nell’intervallo spettrale 2-5 µm e da una fotocamera in grado di effettuare immagini del pianeta nelle bande spettrali L (aurore) e M (atmosfera). La fotocamera e lo spettrometro sono otticamente accoppiati in modo che per un definito numero di pixel della banda M della fotocamera si possa avere contemporaneamente l’informazione spettrale. Va ricordato che lo strumento opera a bordo di un satellite rotante (2 rpm), in un campo magnetico planetario particolarmente forte dove sono presenti intensi campi di radiazione ed ha un sistema di controllo termico passivo. L’immissione in orbita (JOI) è stata effettuata il 5 luglio 2016 e la fine della missione (de-orbiting) è prevista per il 30 luglio 2021. Sono state pianificate 34 orbite di durata media di circa 53 giorni. A settembre 2020 è stata presentata alla NASA la proposta per ottenere una estensione della missione fino al 2025, arrivando a compiere 76 orbite in totale. La proposta è ora in fase di revisione. Durante questa fase estesa della missione sono previsti 16 flyby ravvicinati alle lune galileiane e le orbite si accorceranno fino ad arrivare a durare 38 giorni. Il passaggio dall’attuale fase di missione a quella estesa è previsto al peri-Giove 34, con un’orbita che diventerà di 43giorni. A gennaio 2020 sono stati forniti i kernels di studio per la fase estesa; il team di JIRAM sta utilizzando JPST per studiare le opportunità di osservazione sia a Giove che alle lune con questi kernels. Inoltre è stata sviluppata una Nuova Generic Science Sequence, elaborata considerando i risultati ottenuti fino ad ora e sviluppata usando i kernels per la fase estesa. Da aprile 2020, inizio del periodo di tempo coperto dall’ultima fase di questo accordo, JIRAM ha potuto lavorare durante tutti i peri-Giove che si sono succeduti. I risultati presentati in questo rapporto coprono quindi i passaggi dal 26 al 29, le elaborazioni dei dati raccolti nei precedenti passaggi a Giove e le pianificazioni dei passaggi immediatamente successivi al 29.

Juno è una missione NASA del programma New Frontiers lanciata il 5 agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral. Obiettivo scientifico primario della missione è migliorare significativamente la comprensione della formazione, l'evoluzione e la struttura di Giove. L’accordo con NASA per Juno è sostanziato e supportato da un MoU firmato da NASA ed ASI il 22 giugno del 2011 e da vari Technical Agreements tra le varie istituzioni partecipanti al progetto firmati anche da IAPS-INAF ed ASI (tra gli ultimi firmati segnaliamo TA 7769-10C del 2014 TA 3307-11C del 2013). JIRAM, oggetto di questo progetto, contribuisce alla missione fornendo osservazioni dell’atmosfera e dell’aurore gioviane. JIRAM è stato realizzato dalla LEONARDO SpA con il finanziamento dell’ASI e la responsabilità scientifica del suo utilizzo è dell’IAPS-INAF. JIRAM è costituto da uno spettrometro che lavora nell’intervallo spettrale 2-5 µm e da una fotocamera in grado di effettuare immagini del pianeta nelle bande spettrali L (aurore) e M (atmosfera). La fotocamera e lo spettrometro sono otticamente accoppiati in modo che per un definito numero di pixel della banda M della fotocamera si possa avere contemporaneamente l’informazione spettrale. Va ricordato che lo strumento opera a bordo di un satellite rotante (2 rpm), in un campo magnetico planetario particolarmente forte dove sono presenti intensi campi di radiazione ed ha un sistema di controllo termico passivo. L’immissione in orbita (JOI) è stata effettuata il 5 luglio 2016 e la fine della missione (de-orbiting) è prevista per il 30 luglio 2021. Sono state pianificate 34 orbite di durata media di circa 53 giorni. Attualmente il team di missione sta proponendo una estensione di missione. Da novembre 2018, inizio del periodo di tempo coperto dalla quarta fase di questo accordo, JIRAM ha potuto lavorare durante tutti i perigiove che si sono succeduti. I risultati presentati in questo rapporto coprono quindi i passaggi dal 19 al 26, le elaborazioni dei dati raccolti nei precedenti passaggi a Giove e le pianificazioni dei passaggi immediatamente successivi al 26.

Juno è una missione NASA del programma New Frontiers lanciata il 5 agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral. Obiettivo scientifico primario della missione è migliorare significativamente la comprensione della formazione, l'evoluzione e la struttura di Giove. L’accordo con NASA per Juno è sostanziato e supportato da un MoU firmato da NASA ed ASI il 22 giugno del 2011 e da vari Technical Agreements tra le varie istituzioni partecipanti al progetto firmati anche da IAPS-INAF ed ASI (tra gli ultimi firmati segnaliamo TA 7769-10C del 2014 TA 3307-11C del 2013). JIRAM, oggetto di questo progetto, contribuisce alla missione fornendo osservazioni dell’atmosfera e dell’aurore gioviane. JIRAM è stato realizzato dalla LEONARDO SpA con il finanziamento dell’ASI e la responsabilità scientifica del suo utilizzo è dell’IAPS-INAF. JIRAM è costituto da uno spettrometro che lavora nell’intervallo spettrale 2-5 µm e da una fotocamera in grado di effettuare immagini del pianeta nelle bande spettrali L (aurore) e M (atmosfera). La fotocamera e lo spettrometro sono otticamente accoppiati in modo che per un definito numero di pixel della banda M della fotocamera si possa avere contemporaneamente l’informazione spettrale. Va ricordato che lo strumento opera a bordo di un satellite rotante (2 rpm), in un campo magnetico planetario particolarmente forte dove sono presenti intensi campi di radiazione ed ha un sistema di controllo termico passivo. L’immissione in orbita (JOI) è stata effettuata il 5 luglio 2016 e la fine della missione (de-orbiting) è prevista per il 30 luglio 2021. Sono state pianificate 34 orbite di durata media di circa 53 giorni. Da novembre 2018, inizio del periodo di tempo coperto dalla quarta fase di questo accordo, JIRAM ha potuto lavorare durante tutti i perigiove che si sono succeduti. I risultati presentati in questo rapporto coprono quindi i passaggi dal 16 al 18 e le elaborazioni dei dati raccolti nei precedenti passaggi a Giove

International audience

The dust population in circumstellar disks is expected to steadily decrease with age due to its growth from µm-sized particles to planetesimals and planets. Using HD 163296’s circumstellar disk as a test-bench, we show that the formation of giant planets globally dynamically excites the planetesimal population embedded in disks. This dynamical excitation leads to a marked increase in planetesimal impact velocities that enhances the collisional dust production, rejuvenating the grain population in the µm size range and creating the conditions for halting or reversing the expected dust decreasing trend. We use N-body simulations and statistical methods to assess the response of a planetesimal swarm populating HD 163296’s disk to the formation of its three giant planets, and impact experiments and scaling laws to evaluate the outcomes of planetesimal collisions in different impact velocity regimes. We show that the appearance of HD 163296’s giant planets results in tenfold-to-hundredfold increases in the collisional dust production and can still be significantly contributing to the observed dust-to-gas ratio in the disk. In addition to dust resurgence, the resulting high impact velocities could release transient, non-equilibrium gas species like H2O due to ice sublimation. The orbital velocities of the dynamically excited planetesimals, being supersonic with respect to the gas, could also produce bow shocks and possibly cause a broadening of the gas emission lines in the affected regions.

The Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey, ARIEL, has been selected to be the next M4 space mission in the ESA Cosmic Vision programme. From launch in 2028, and during the following 4 years of operation, ARIEL will perform precise spectroscopy of the atmospheres of about 1000 known transiting exoplanets using its metre-class telescope, a three-band photometer and three spectrometers that will cover the 0.5 μm to 7.8 μm region of the electromagnetic spectrum. The payload is designed to perform primary and secondary transit spectroscopy, and to measure spectrally resolved phase curves with a stability of < 100 ppm (goal 10 ppm). Observing from an L2 orbit, ARIEL will provide the first statistically significant spectroscopic survey of hot and warm planets. These are an ideal laboratory in which to study the chemistry, the formation and the evolution processes of exoplanets, to constrain the thermodynamics, composition and structure of their atmospheres, and to investigate the properties of the clouds.

Description of SeaBIRD (Searchable and Browsable Infrastructure for Repository of Data), a software and hardware infrastructure for multi-mission planetary datamining, with web-based GUI and API set for the integration in users' software.

Juno è una missione NASA del programma New Frontiers lanciata il 5 agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral. Obiettivo scientifico primario della missione è migliorare significativamente la comprensione della formazione, l'evoluzione e la struttura di Giove. L’accordo con NASA per Juno è sostanziato e supportato da un MoU firmato da NASA ed ASI il 22 giugno del 2011 e da vari Technical Agreements tra le varie istituzioni partecipanti al progetto firmati anche da IAPS-INAF ed ASI (tra gli ultimi firmati segnaliamo TA 7769-10C del 2014 TA 3307-11C del 2013). JIRAM, oggetto di questo progetto, contribuisce alla missione fornendo osservazioni dell’atmosfera e dell’aurore gioviane. JIRAM è stato realizzato dalla LEONARDO SpA con il finanziamento dell’ASI e la responsabilità scientifica del suo utilizzo è dell’IAPS-INAF. JIRAM è costituto da uno spettrometro che lavora nell’intervallo spettrale 2-5 µm e da una fotocamera in grado di effettuare immagini del pianeta nelle bande spettrali L (aurore) e M (atmosfera). La fotocamera e lo spettrometro sono otticamente accoppiati in modo che per un definito numero di pixel della banda M della fotocamera si possa avere contemporaneamente l’informazione spettrale. Va ricordato che lo strumento opera a bordo di un satellite rotante (2 rpm), in un campo magnetico planetario particolarmente forte dove sono presenti intensi campi di radiazione ed ha un sistema di controllo termico passivo. L’immissione in orbita (JOI) è stata effettuata il 5 luglio 2016 e la fine della missione (de-orbiting) è prevista per il 30 luglio 2021. Sono state pianificate 34 orbite di durata media di circa 53 giorni. Da Luglio 2018, inizio del periodo di tempo coperto dalla quarta fase di questo accordo, JIRAM ha potuto lavorare durante tutti i perigiove che si sono succeduti. I risultati presentati in questo rapporto coprono quindi i passaggi dal 14 al 15 e le elaborazioni dei dati raccolti nei precedenti passaggi a Giove

During the first perijove passage of the Juno mission, the Jovian InfraRed Auroral Mapper (JIRAM) observed a line of closely spaced oval features in Jupiter's southern hemisphere, between 30°S and 45°S. In this work, we focused on the longitudinal region covering the three ovals having higher contrast at 5 μm, i.e., between 120°W and 60°W in System III coordinates. We used the JIRAM's full spectral capability in the range 2.4-3 μm together with a Bayesian data inversion approach to retrieve maps of column densities and altitudes for an NH3 cloud and an N2H4 haze. The deep (under the saturation level) volume mixing ratio and the relative humidity for gaseous ammonia were also retrieved. Our results suggest different vortex activity for the three ovals. Updraft and downdraft together with considerations about the ammonia condensation could explain our maps providing evidences of cyclonic and anticyclonic structures.

The Jovian Infrared Auroral Mapper (JIRAM) is an imager/spectrometer on board NASA/Juno mission for the study of the Jovian aurorae. The first results of JIRAM's imager channel observations of the H3+ infrared emission, collected around the first Juno perijove, provide excellent spatial and temporal distribution of the Jovian aurorae, and show the morphology of the main ovals, the polar regions, and the footprints of Io, Europa and Ganymede. The extended Io "tail" persists for 3 h after the passage of the satellite flux tube. Multi-arc structures of varied spatial extent appear in both main auroral ovals. Inside the main ovals, intense, localized emissions are observed. In the southern aurora, an evident circular region of strong depletion of H3+ emissions is partially surrounded by an intense emission arc. The southern aurora is brighter than the north one in these observations. Similar, probably conjugate emission patterns are distinguishable in both polar regions.

We report the first spectroscopic identification of high altitude ammonia ice clouds observed in three discrete oval structures in the atmosphere of Jupiter by the Jovian InfraRed Auroral Mapper (JIRAM]) on board the Juno spacecraft. The ovals are observed at stationary positions in 2.57 micron radiance maps derived from JIRAM's spectrometer channel data acquired on Aug 2th 2016 (observation phase #2) and Aug 25th 2016 (#3) during Juno's first perijove passage. A quantitative analysis of these three features is performed by means of an inversion technique based on Bayesian method.

The Jupiter InfraRed Auroral Mapper (JIRAM) aboard Juno observed the Jovian South Pole aurora during the first orbit of the mission. H3+ (trihydrogen cation) and CH4 (methane) emissions have been identified and measured. The observations have been carried out in nadir and slant viewing both by a L-filtered imager and a 2-5 μm spectrometer. Results from the spectral analysis of the all observations taken over the South Pole by the instrument are reported. The coverage of the southern aurora during these measurements has been partial, but sufficient to determine different regions of temperature and abundance of the H3+ ion from its emission lines in the 3-4 μm wavelength range. Finally, the results from the southern aurora are also compared with those from the northern ones from the data taken during the same perijove pass and reported by Dinelli et al. (2017).

Juno è una missione NASA del programma New Frontiers lanciata il 5 agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral. Obiettivo scientifico primario della missione è migliorare significativamente la comprensione della formazione, l'evoluzione e la struttura di Giove. JIRAM, oggetto di questo progetto, contribuisce alla missione fornendo c osservazioni dell’atmosfera e dell’aurore gioviane. JIRAM è stato realizzato dalla LEONARDO SpA (già SELEX ES) con il finanziamento dell’ASI e la responsabilità scientifica del suo utilizzo è dell’IAPS-INAF. JIRAM è costituto da uno spettrometro che lavora nell’intervallo spettrale 2-5 µm e da una fotocamera in grado di effettuare immagini del pianeta nelle bande spettrali L (aurore) e M (atmosfera). La fotocamera e lo spettrometro sono otticamente accoppiati in modo che per un definito numero di pixel della banda M della fotocamera si possa avere contemporaneamente l’informazione spettrale. Va ricordato che lo strumento opera a bordo di un satellite rotante (2 rpm), in un campo magnetico planetario particolarmente forte dove sono presenti intensi campi di radiazione ed ha un sistema di controllo termico passivo. L’immissione in orbita (JOI) è stata effettuata il 5 luglio 2016 e la fine della missione (de-orbiting) è prevista per il 30 luglio 2021. Sono state pianificate 34 orbite di durata media di circa 53 giorni. La pianificazione originale prevedeva orbita di 14 giorni per la fase scientifica tuttavia alcune disfunzioni nell’apparato motore hanno suggerito la NASA di mantenere la lunghezza dell’orbita pari a quella di cattura per evitare possibili guasti al motore principale che avrebbero potuto comportare la distruzione della sonda stessa. Dal gennaio 2018, inizio del periodo di tempo coperto dalla terza fase di questo accordo, JIRAM ha potuto lavorare durante tutti i perigiove che si sono succeduti. I dati ed i risultati presentati in questo rapporto coprono quindi i passaggi dal 10 al 13 ma anche le elaborazioni dei dati raccolti nei precedenti passaggi a Giove. Un sommario delle osservazioni dei passaggi dal decimo o al tredicesimo sono contenute nel documento JIRAM_JSTMreports_daPJ10aPJ13.pdf allegato). L’accordo con NASA per Juno è sostanziato e supportato da un MoU firmato da NASA ed ASI il 22 giugno del 2011 e da vari Technical Agreements tra le varie istituzioni partecipanti al progetto firmati anche da IAPS-INAF ed ASI (tra gli ultimi firmati segnaliamo TA 7769-10C del 2014 TA 3307-11C del 2013).

This paper presents conclusions from the just-completed Pre-Decadal Ice Giant Mission study (commissioned by NASA), and discusses how those results feed into a vision for where planetary science can be in 2050 and the technologies to get us there.

International audience; The Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey (ARIEL) is one of the three candidate missions selected by the European Space Agency (ESA) for its next medium-class science mission due for launch in 2026. The goal of the ARIEL mission is to investigate the atmospheres of several hundreds planets orbiting distant stars in order to address the fundamental questions on how planetary systems form and evolve.During its four (with a potential extension to six) years mission ARIEL will observe 500+ exoplanets in the visible and the infrared with its meter-class telescope in L2. ARIEL targets will include Jupiter- and Neptune-size down to super-Earth and Earth-size around different types of stars. The main focus of the mission will be on hot and warm planets orbiting very close to their star, as they represent a natural laboratory in which to study the chemistry and formation of exoplanets. In cooler planets, different gases separate out through condensation and sinking into distinct cloud layers. The scorching heat experienced by hot exoplanets overrides these processes and keeps all molecular species circulating throughout the atmosphere.The ARIEL mission concept has been developed by a consortium of more than 50 institutes from 12 countries, which include UK, France, Italy, Germany, the Netherlands, Poland, Spain, Belgium, Austria, Denmark, Ireland and Portugal. The analysis of ARIEL spectra and photometric data will allow to extract the chemical fingerprints of gases and condensates in the planets' atmospheres, including the elemental composition for the most favorable targets. It will also enable the study of thermal and scattering properties of the atmosphere as the planet orbit around the star.ARIEL will have an open data policy, enabling rapid access by the general community to the high-quality exoplanet spectra that the core survey will deliver.

JIRAM (Jovian Infrared Auroral Mapper) is an imager/spectrometer on board Juno. One of its main scientific goals is to get detailed coverage of the jovian aurorae on both northern and southern polar regions, taking advantage of the highly elliptical polar orbit of the Juno spacecraft. Among the various molecular ions that emit in the electron-driven Jupiter's aurora, H3+ is observable in the JIRAM spectral range. Its main roto-vibrational band is around 2521 1/cm, composed of more than 200 possible transitions in the range 3.0-5.0 μm; observation of the infrared emission of H3+ is mainly possible in a spectral interval (3.2 to 4.0 μm) where the solar and thermal radiance emitted by the planet are very low due to the intense atmospheric methane absorption band, resulting in a high auroral contrast against Jupiter's dark disk. Hydrocarbon emission lines are also falling in the JIRAM spectral range, thus allowing to study the morphology and variability of those emitting species. Hence, JIRAM is composed of both a 2-D IR imager and a 1-D spectrometer channel in the range 2-5 um with a spectral resolution of about 9 nm and a surface resolution as low as 50 km. One of the two imager channels is centered at 3.455 µm (in the H3+ emission region), to give a context information of auroral emission, along with the spectrometer detailed measurement. In this presentation we show the first results on JIRAM's observations of the H3+ infrared emission, taken around the first Juno pericenter (August 2016) after the orbit insertion. These observations provide spatial, spectral and temporal distribution of the Jovian auroras. Successive slant and limb observations of H3+ emission are planned and will allow the study of the vertical distribution of H3+ density and temperature profile in the thermosphere.

JUNO è una missione NASA del programma New Frontiers lanciata il 5 agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral. L'obiettivo scientifico primario della missione è di migliorare significativamente la comprensione della formazione, l'evoluzione e la struttura di Giove. JIRAM, oggetto di questo progetto, contribuirà con le osservazioni dell’atmosfera e dell’aurore gioviane. JIRAM è stato costruito dalla SELEX ES con il finanziamento dell’ASI e la responsabilità scientifica del suo utilizzo è dell’IAPS-INAF. JIRAM ha uno spettrometro che lavora nell’intervallo spettrale 2-5 μm e una camera in grado di effettuare immagini del pianeta nelle bande spettrali L (aurore) e M (atmosfera). La camera e lo spettrometro sono otticamente accoppiati in modo che per un definito numero di pixel della banda M si possa avere contemporaneamente l’informazione spettrale. Va ricordato che lo strumento deve operare su un satellite rotante (2 rpm), in un campo magnetico planetario particolarmente forte dove sono presenti intensi campi di radiazione e ha un sistema di controllo termico passivo. L’immissione in orbita (JOI) è prevista per il 5 luglio 2016 e la fine della missione (de-orbiting) è prevista per il 20 febbraio 2018. Sono state pianificate 37 orbite di cui le prime due di 53.5 giorni e le rimanenti di 14 giorni. Le orbite sono di 2 tipi in funzione del tipo di osservazione che guida l’approccio scientifico. A parte le prime orbite che sono di contenuto tecnico ed in cui si potrà effettuare attività osservativa soltanto in alcune fasi definite, le orbite favorevoli a JIRAM sono quelle di tipo MWR in cui l’orientazione dell’asse ottico di JIRAM è verso il cento del pianeta. Queste orbite sono la 4, la 6, la 7, la 8, la 9 e la 14. La 8 e la 14 hanno un tilt angolare per permettere l’allineamento delle misure del radiometro a microonde MWR. Nelle altre orbite la sonda è inclinata puntando costantemente la terra per le osservazioni gravitazionali. In queste orbite il periodo di osservazione è limitato essendo limitata la visibilità del pianeta da parte di JIRAM.

We present the Herschel Gould Belt survey maps of the L 1641 molecular clouds in Orion A. We extracted both the filaments and dense cores in the region. We identified which of dense sources are proto- or pre-stellar, and studied their association with the identified filaments. We find that although most (71%) of the pre-stellar sources are located on filaments there is still a significant fraction of sources not associated with such structures. We find that these two populations (on and off the identified filaments) have distinctly different mass distributions. The mass distribution of the sources on the filaments is found to peak at 4 Solar Masses and drives the shape of the CMF at higher masses, which we fit with a power law of the form dN /dlogM ∝ M -1.4±0.4 . The mass distribution of the sources off the filaments, on the other hand, peaks at 0.8⊙ and leads to a flattening of the CMF at masses lower than ˜4⊙. We postulate that this difference between the mass distributions is due to the higher proportion of gas that is available in the filaments, rather than in the diffuse cloud.

International audience