183 results on '"Gullà G."'
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52. Prima Relazione Ordinaria - Consistenza e condizioni di funzionamento della Rete Integrata di Monitoraggio acquisita dal Comune di Maierato
- Author
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Gullà G. and L. Aceto
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rete integrata ,rischio ,interventi ,mitigazione ,monitoraggio ,frana - Abstract
Consistenza e condizioni di funzionamento della Rete Integrata di Monitoraggio acquisita dal Comune di Maierato
- Published
- 2017
53. Un approccio metodologico per la gestione del rischio in aree urbane affette da frane a cinematica lenta
- Author
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Gullà G., Ferlisi S., Nicodemo G., and Peduto D.
- Subjects
insediamenti urbani ,DInSAR ,monitoraggio ,frane a cinematica lenta ,vulnerabilità - Abstract
Numerosi insediamenti urbani sono localizzati in aree del territorio nazionale affette da frane a cinematica lenta le quali, sebbene si associno a livelli di rischio non elevati per la vita umana, possono causare danni crescenti a strutture ed infrastrutture in funzione dell'intensità degli stessi fenomeni. In tali contesti, il progressivo degrado che ne consegue determina un incremento generalizzato della vulnerabilità del costruito e il rischio da frane a cinematica lenta aumenta nel tempo, a parità di pericolosità dei fenomeni. Nelle condizioni evidenziate, in assenza di adeguati interventi di mitigazione e dopo un intervallo di tempo non noto a priori, il livello di rischio (anche nei riguardi di terremoti di assegnata magnitudo) potrebbe non essere più accettabile. Il problema richiamato risulta di particolare impatto economico-sociale e impone l'adozione di opportune strategie per la gestione del rischio che siano efficaci e, al contempo, sostenibili da parte delle comunità interessate. Nella memoria, facendo riferimento a casi di studio della Regione Calabria, si propone un approccio metodologico multi-scalare basato sul monitoraggio satellitare degli spostamenti in aree urbane affette da frane a cinematica lenta e sulla valutazione speditiva della severità del danno al patrimonio edilizio, per definire strategie di gestione del rischio che contemplino la programmazione di interventi di mitigazione efficaci e sostenibili.
- Published
- 2017
54. Siti minerari dismessi in aree in frana: l'ex miniera di sale di Lungro (Calabria)
- Author
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Antronico L. and Gullà G.
- Subjects
frane ,rischio ,siti minerari dismessi - Abstract
I fenomeni indotti dalle attività di estrazione mineraria pongono spesso pesanti problemi ambientali e di rischio per la popolazione residente soprattutto nelle aree minerarie dismesse. In particolare, la subsidenza, ovvero il lento abbassamento del suolo, è un fenomeno molto comune nei territori dove si sono sfruttati o si stanno sfruttando giacimenti di salgemma presenti nel sottosuolo. Nell'ambito di uno studio sull'attività franosa nell'abitato di Lungro (Calabria settentrionale) è stata effettuata la raccolta e l'analisi di informazioni storiche riguardanti i dissesti che nel passato hanno interessato l'area su cui insiste lo stabilimento dell'ex Miniera di Sale di Lungro (località San Leonardo). La storia di questa miniera, che ha rappresentato per molto tempo una risorsa economica importante per la comunità locale e per la Calabria, ha origini molto antiche. Sfruttata sin dai tempi dei romani, dopo il mille le vicende della salina furono legate alla storia dei feudatari della zona; la miniera cambiò spesso proprietario, coloro che la prendevano in fitto la sfruttavano a loro vantaggio cercando di ricavarne quanto più possibile durante il periodo. Ciò spiega perché l'estrazione del sale fino ad un certo periodo venne effettato in maniera disordinata e caotica sempre più in profondità e senza nessun piano di estrazione. Nel XIX secolo furono effettuati interventi di risanamento ma nel 1977 cessò definitivamente lo sfruttamento. Di recente sono stati eseguiti importanti lavori di recupero di larga parte delle strutture edilizie dello stabilimento dell'ex Miniera di Sale, con l'obiettivo di adibirle a varie attività socio-culturali, mentre nessuna iniziativa è stata posta in essere per le cavità (piani) dove si sono svolte le attività estrattive, che sono da tempo in totale abbandono. La peculiarità dell'ex Miniera di Sale di Lungro risiede nel fatto che i versanti a monte di tale sito minerario (località San Leonardo) sono interessati da fenomeni franosi attivi, i quali hanno coinvolto, nella loro lenta evoluzione, alcuni edifici e una strada statale (S.S. 105). Da quanto ricavato dalla ricerca storica è plausibile ritenere che molto probabilmente l'area S. Leonardo e la S.S. 105 non risentono in maniera significativa dei problemi di subsidenza conseguenti alla coltivazione della miniera a suo tempo condotta. Le conoscenze acquisite dal 2006, anche con l'ausilio di una rete integrata di monitoraggio, fanno ragionevolmente ritenere che gli spostamenti, e gli effetti conseguenti, registrati nell'area di S. Leonardo sono sostanzialmente determinati dall'evoluzione di fenomeni franosi che interessano i versanti. Le ipotesi formulate e le condizioni prima evidenziate circa lo stato di abbandono delle cavità consigliano, tuttavia, di non sottovalutare il possibile aggravio delle condizioni di dissesto che, nel medio-lungo termine, potrebbe sommarsi a causa di un incremento della subsidenza; tale incremento potrebbe manifestarsi a seguito di crolli diffusi delle cavità determinati sia a seguito del degrado delle cavità stesse sia a seguito di eventi sismici.
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- 2017
55. Un modello geologico tridimensionale per una conoscenza quantitativa del territorio. Esempi in Calabria
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Tripodi V., Biondino D., Muto F., Borrelli L. Perri F., Spezzano L., Gullà G., and Critelli S.
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rischio da frana ,modello geologico ,tridimensionale ,territorio - Abstract
La salvaguardia del territorio è un punto cardine per sviluppo sostenibile, e risulta di fondamentale importanza adottare una politica che miri alla riduzione dei rischi naturali, poiché la loro pericolosità compromette, in maniera più o meno intensa, la vita umana, i beni e le risorse economiche, l?ambiente. I rischi geologici, com?è noto, interessano in maniera profonda il territorio calabrese, sia per il ruolo geodinamico fondamentale della Calabria nell'ambito del Mediterraneo, elemento di raccordo tra la catena siciliano-magrebide e la catena appenninica, sia per le modifiche naturali che si mettono in atto in questa area geologicamente giovane. La storia geologica della Calabria, sin dalla sua strutturazione, ha fatto si che questa terra nel tempo acquisisse un'estrema fragilità derivante dai suoi caratteri geologici, geomorfologici e strutturali. Gli ammassi rocciosi calabresi, costituiti per la maggior parte da rocce di natura cristallina pertanto maggiormente soggette ai processi alterativi, si mostrano estremamente fratturati e/o degradati con caratteristiche geotecniche scadenti, a cui si associa una vulnerabilità infrastrutturale tra le più alte di Italia. La complessità geologica intrinseca della Calabria congiuntamente all'uso inappropriato del territorio, per lungo tempo trascurato e violentato, mostra conseguenze disastrose in termini di esposizione al rischio. I rischi di rilevanza e gravità ingenti che espongono popolazioni e territorio calabresi fanno riferimento ad una molteplicità di fenomeni naturali: terremoto e/o tsunami, frane e smottamenti, alluvioni, erosione costiera, ecc. Se si guarda al passato, i fenomeni sismici verificatisi in Calabria sono tra i più catastrofici dell'area mediterranea, ricordiamo il terremoto del 1638 nel settore centro-settentrionale e il terremoto che nel 1905-1908, con una serie di violente scosse, colpi gran parte della regione. In termini di rischio idrogeologico la storia dell'ultimo ventennio calabro mostra eventi importanti, talvolta comprendenti porzioni estese di territorio (Soverato settembre 2000, Serre Vibonesi 2003, Cerzeto 2005, Vibo Valentia luglio 2006, intero territorio regionale autunno inverno 2009-2010, versante ionico reggino novembre 2015). L'intensità dei fenomeni di dissesto idrogeologico, connessi e acuiti da fenomeni atmosferici estremi legati ai cambiamenti climatici in atto, rappresentano importanti sorgenti di alterazione ambientale con conseguenze potenzialmente molto gravi in termini di ambiente, economia e vite umane. Le varie tipologie di eventi, coprono estensioni territoriali con scale spaziali comprese in intervalli molto diversificati, mentre la loro natura fenomenologica è intrinsecamente caratterizzata da notevole complessità ed instabilità temporale, con un comportamento fortemente dinamico ed un'evoluzione altrettanto variabile. Al fine di realizzare una corretta pianificazione e governo del territorio è necessario che si conoscano le caratteristiche intrinseche dell'evento (occorrenza, intensità, frequenza, durata), tali caratteristiche possono essere conosciute solo attraverso un attento studio ad ampio spettro. In questa prospettiva si inserisce il presente lavoro che propone, attraverso un caso studio di un'area del versante occidentale del Massiccio della Sila (San Pietro in Guarano), una metodologia di indagine che potrebbe fungere da linea guida in contesti geologici aventi le stesse caratteristiche.
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- 2017
56. Curve empiriche di fragilità e di vulnerabilità di edifici in un'area della Regione Calabria affetta da frane a cinematica lenta
- Author
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Nicodemo G., Peduto D., Ferlisi S., and Gullà G.
- Subjects
fragilità ,cinematica lenta ,curve empiriche ,vulnerabilità ,frana - Abstract
La presente comunicazione presenta una metodologia che, seguendo un approccio di tipo empirico basato sull'utilizzo combinato di dati DInSAR e di informazioni sul danno a edifici acquisite da rilievi in sito, conduce alla generazione di potenti strumenti di analisi e previsione quali le curve di fragilità e di vulnerabilità. Lo studio è condotto in un'area urbana dell'Appennino calabrese sistematicamente affetta da frane a cinematica lenta che hanno prodotto nel tempo un notevole stato di dissesto a strutture e infrastrutture. Le curve ottenute, laddove ulteriormente calibrate e successivamente validate, possono essere utilmente adottate per l'implementazione di strategie volte ad un'oculata gestione e salvaguardia del patrimonio edilizio.
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- 2017
57. A procedure for the analysis of building vulnerability to slow-moving landslides
- Author
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Peduto, D., Pisciotta, G., Gianfranco Nicodemo, Arena, L., Ferlisi, S., Gullà, G., Borrelli, L., Fornaro, G., and Reale, D.
- Subjects
slow-moving landslide ,GPS ,vulnerability ,building ,DInSAR ,geotechnical monitoring - Abstract
Slow-moving landslides yearly induce huge economic loss worldwide in terms of damage to structures/infrastructures and interruption of human activities as well. Within the landslide risk management framework, the vulnerability analysis is a key step entailing procedures mostly based on the identification of the exposed elements, the damage classification and the definition of an intensity criterion. The present paper introduces a two-scale procedure for the analysis of building vulnerability to slow-moving landslides. The intensity parameter (i.e. absolute or differential settlement) derives from the information provided by Differential Interferometric Synthetic Aperture Radar (DInSAR) satellite data, which in the last decade proved to be capable of providing cost-effective long-term displacement archives of structures/infrastructures. The obtained results over two slow-moving landslide-affected areas allowed the generation of empirical fragility curves for masonry buildings that, once further validated, can be valuably used for damage analysis and forecasting.
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- 2016
58. Metodi per la valutazione della pericolosità dei fenomeni di dissesto dei versanti: l'esperienza del POR Calabria 2000-2006
- Author
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Gullà G.
- Subjects
pericolosità ,fenomeni di dissesto ,frana ,POR calabria - Abstract
Nella nota sono illustrati i risultati del progetto svolto nell'ambito del POR Calabria 2000-2006 "Sviluppo e applicazione di metodi per la valutazione della pericolosità dei fenomeni di dissesto dei versanti". Il progetto ha perseguito l'approfondimento delle metodologie per la valutazione della suscettibilità, della pericolosità e del rischio da frana, su area vasta (scala territoriale) e sul singolo versante (scala di versante), in relazione a fattori che influenzano la dinamica dei versanti (morfometria, litologia, strutture, caratteri cinematici, pressioni neutre, resistenza a taglio, ecc.). In particolare, sono evidenziate le ricadute dei risultati forniti dal progetto e delineati gli sviluppi che si possono conseguire avviando un percorso che deve coinvolgere le comunità scientifiche, le professioni tecniche e le istituzioni preposte alla gestione del rischio determinato da eventi di dissesto idrogeologico, oltre che le Comunità interessate.
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- 2016
59. Che finanziamenti per la ricerca e quale ricerca per il Paese?
- Author
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Gullà G. and Palaia R.
- Subjects
italia ,ricerca ,finanziamenti ,paese - Abstract
Le recenti discussioni sul finanziamento dell'ITT e sulla riconversione dell'ex area Expo di Milano hanno fatto emergere posizioni spesso anche contrastanti espresse da autorevoli esponenti del mondo della ricerca, ponendo al centro il tema del metodo di finanziamento della ricerca e della sua relazione con il mondo della decisione politica. Il punto è, dovendo discutere di metodo, si deve dibattere solo di finanziamento dell'ITT o, forse, del finanziamento alla ricerca? In Italia la cronica mancanza di fondi per la ricerca degli Enti di ricerca e delle università, accentuatasi nel corso degli anni fino a raggiungere gli attuali infimi livelli (l'1,2 per cento del PIL di finanziamenti in R&S ci colloca nel fondo della scala dei paesi OCSE), ha ormai determinato un cambiamento profondo del sistema di ricerca e rischia di produrre l'irreversibile desertificazione di numerose e, chi sa, strategiche tematiche e discipline. La contrazione progressiva dei fondi e la loro concentrazione su temi di ricerca indirizzati spesso, quasi sempre, su tematiche i cui risultati sono in buona parte acquisiti, e quindi prossime alle fasi di sviluppo, ha costretto a ridurre progressivamente le ricerche a tema libero o di esito non completamente prevedibile. A questo stato di cose solo le comunità scientifiche più affermate hanno saputo adattarsi garantendo, all'interno di progetti di dimensioni enormi, spazi adeguati anche alle ricerche fondamentali. Questa situazione ha anche dato, purtroppo, più spazio alla formazione di lobby chiuse e rischia di consolidare definitivamente questo sistema poco virtuoso, di dubbia efficacia nel lungo periodo. La Politica, in tutto questo, non riesce a svolgere il necessario ruolo di costruttiva e propositiva mediazione tra le giuste aspettative di sviluppo e innovazione delle Comunità, le risorse del Paese che devono soddisfare molteplici necessità, l'aspirazione di tutti i ricercatori di ogni Comunità scientifica di indagare in tutte le possibili direzioni per assicurare continuità all'avanzamento delle conoscenze, motore essenziale per il progresso ed il benessere sostenibile. L'assenza di una Politica positiva, che molto saltuariamente ed occasionalmente si fa percepire, ha stravolto in questi ultimi anni l'organizzazione e la vita degli Enti, in particolare quelli interdisciplinari, la cui struttura si è deformata al fine di accentuare la capacità di rispondere alle sollecitazioni provenienti dai finanziatori esterni (Commissione Europea, Regioni, Industria ecc.), poco interessati alla conoscenza e molto orientati all'innovazione e allo sviluppo. Gli Enti di ricerca, ovviamente indispensabili coprotagonisti delle fasi di innovazione e di sviluppo, per primi hanno subito questa distorsione che a seguire ha colpito le Università. La questione del finanziamento si pone oggi in un quadro completamente diverso rispetto a quello di qualche decennio fa, quando, pure con non grandi disponibilità di risorse, il modello della ricerca italiana prevedeva tre grandi soggetti collettivi (Università, Industria, Enti di Ricerca) ai quali era demandato il compito di coprire, con differenti intensità e modalità, lo spettro di tutte le attività di R-S-I. Sicuramente il contesto, qualche decennio fa, non era ottimale, ma il tempo non ha portato migliorie e oggi, con un quadro confuso che vede i finanziamenti alla ricerca spezzettati fra ministeri diversi (MIUR, Ministero della Salute, MEF, MISE, Ministero dell'Ambiente, ecc.) per non parlare delle Regioni, è diventato urgente ridiscutere il modello generale di finanziamento alla ricerca italiana e quale deve essere la ricerca italiana. Ha senso finanziare nel PNR le stesse tematiche di ricerca già finanziate da H2020? Ha senso in un Paese come l'Italia, flagellato da eventi di dissesto idrogeologico, lasciare che sia l'emergenza a dettare l'agenda delle ricerche sui rischi naturali orientando, ovviamente, gli studi sugli aspetti più contingenti? Il mondo politico, il governo, il parlamento desiderano un sistema nazionale di ricerca e nel caso quali dimensioni esso deve prevedere, quanti ricercatori, quale carriera e con quali tempi, quali finanziamenti prevedere con continuità, come deciderne la collocazione (privilegiare solo alcune tematiche, distribuire uniformemente, assicurare continuità a tutti gli ambiti rafforzando di volta in volta quelli al momento più "produttivi"), erogati con quali procedure? Riaprire un dibattito dopo tanti anni tra coloro che svolgono questo lavoro e il mondo sociale e politico italiano è fra i compiti della nostra rivista. Pensiamo sia giunto il momento di ridiscutere come si organizza e come si finanzia la ricerca in Italia.
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- 2016
60. Laboratori in sito e reti integrate di monitoraggio degli eventi di dissesto idrogeologico per la gestione sostenibile del rischio e per lo sviluppo di processi e tecnologie innovativi
- Author
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Gullà G.
- Subjects
rischio ,processi e tecnologie sostenibili ,monitoraggio integrato ,laboratorio in sito ,frana - Abstract
Assumendo come obiettivi la gestione del rischio e lo sviluppo di processi e tecnologie innovativi, nella nota, riferendosi ad una serie di casi di studio, sono illustrate le sinergie e le opportunità che si possono determinare e potenziare nel breve e medio termine, attraverso la realizzazione di laboratori in sito che inglobano reti integrate di monitoraggio degli eventi di dissesto idrogeologico. In particolare, facendo riferimento a studi direttamente svolti relativamente ad eventi di frana, la nota evidenzia la possibilità di avviare concretamente e rapidamente una traiettoria che porti alla costituzione di una rete di laboratori in sito, recuperando in tale ottica le conoscenze e le installazioni già realizzate, aggiornandole e potenziandole allo stato dell'arte.
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- 2016
61. Landslide activity and integrated monitoring network: the Greci slope (Lago, Calabrias, Italy)
- Author
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Calcaterra S., Gambino P., Borrelli L., Muto F., and Gullà G.
- Subjects
Inclinometer ,Monitoring ,DSGSD ,GPS ,Deep-seated landslide - Abstract
A deep-seated gravitational slope deformation (DSGSD) and a number of landslides of different thickness and types affect the Greci slope (Lago, Calabria, Italy). The geological settlement of the area is characterized by the presence of tectono-metamorphic thrust sheet belonging to the Calabrian belt. The study concerns a moderately urbanized area, crossed by an important road, where the lithological-structural and hydrogeological conditions predispose to slope instabilities. This paper deals with the kinematic characteristics relative to the instability mechanisms in the Greci slope, defined with a long term monitoring. Specialized monitoring networks have been progressively realized since 1996 to measure the surficial and deep displacements (GPS benchmarks, GPS permanent stations and inclinometer verticals). After a period of continuous and intense rainfall (2008-2010), a detailed landslides inventory map has been prepared to update the landslides boundaries. The new elements and data acquired confirm that the mass movements mechanisms in the Greci slope are characterized by extremely slow or very slow rate of displacements (Cruden and Varnes classification). Moreover, new knowledge demonstrate the landslides may significantly accelerate and affect structures and infrastructures.
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- 2015
62. Valutazione del Potenziale Geotermico delle Regioni della Convergenza
- Author
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ABATE S., ACETO L., ALDIGHIERI B., ANTRONICO L., ARDIZZONE F., BALASCO M., BONIOLO G., BOTTEGHI S., BRUNO C., CAIELLI G., CALOIERO D., CAPUTI A., CINTI D., CORSI A., CHIESA S., CRISPO A., DE FRANCO R., DESIDERIO G., D'ONOFRIO D., DONATO A., FRUSTACI F., GABRIELE S., GALGARO A., GALLER V., GALLI G., GIAMPAOLO V., GIOCOLI A., GIORDANO S., GOLA G., GRECO R., GUEGUEN E., GULLÀ G., IAQUINTA P., IOVINE G., LOMBARDO G., MANZELLA A., MORRONE A., MUTO F., NORINI G., PERRONE A., PETRUCCI O., PISCITELLI S., PIEMONTE C., PIZZINO L., QUATTROCCHI F., REALI C., RIZZO E., ROMANO G., SANTILANO A., SCIARRA A., SEGRETO F., SOLERI S., TERRANOVA O., TESTA B., TRUMPY E., VAIRO E., VALENTE E., and VOTTA M.
- Subjects
VIGOR ,Studi di Fattibilità ,Rende ,Calabria ,Sviluppo geotermico ,Lamezia Terme-Caronte - Abstract
Valutazione del Potenziale Geotermico delle Regioni della Convergenza La geotermia è scienza, tecnologia ed energia. È la scienza che indaga le fonti di calore endogeno della Terra; è la tecnologia (impiantistica e disciplinare) che permette di accedere a tali risorse e coltivarle; è l'energia che ne scaturisce, utilizzabile sia come calore - direttamente - sia per la produzione di energia elettrica. La geotermia è utile, difficile e... bella. È una disciplina utile, perché dall'indagine geotermica e dagli impianti deriva un approvvigionamento energetico efficiente e indipendente sia dalle forniture estere sia dalle fluttuazioni del prezzo del petrolio. È una sfida difficile: si esige competenza e perizia per attingere a una fonte di energia praticamente ubiqua, ma custodita; locale e disponibile sempre, rinnovabile e, dunque, sostenibile: un'energia bella! La geotermia è una branca del sapere e una pratica tecnologica poco compresa, perché poco nota, ancora scarsamente organizzata e, spesso, poco incentivata. Serve dunque informazione, che è raccolta di dati, divulgazione, formazione. Grazie a una sapienza (oggi lo chiamano know-how) e a un'esperienza uniche nel settore, messe in campo dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, in accordo con il Ministero dello Sviluppo Economico, la geotermia oggi è anche VIGOR. Un progetto quadriennale che ha permesso di calcolare il potenziale geotermico di alcune Regioni del sud Italia e integrarlo in mappe significative del territorio, di progettarne il possibile utilizzo tramite impianti tecnologicamente ed economicamente realizzabili, dipanandone l'iter autorizzativo e indagandone il grado di accettabilità sociale per, infine, condividere tutto ciò (tramite opere e carte stampate e via web), affinché un'esperienza (inter)regionale diventi patrimonio condiviso. Da qui in poi, la geotermia è progetto e investimento. Ed è futuro: il nostro. Adele Manzella Coordinatrice scientifica del progetto
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- 2015
63. VIGOR: Sviluppo geotermico nella regione Calabria - Studi di Fattibilità a Rende e Lamezia Terme Caronte
- Author
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Abate S.(1), Aceto L.(2), Aldighieri B.(3), Antronico L.(2), Ardizzone F.(2), Balasco M.(4), Boniolo G.(3), Botteghi S.(5), Bruno C.(2), Caielli G.(3), Caloiero D.(2), Caputi A.(4), Cinti D.(6), Corsi A.(3), Chiesa S.(3), Crispo A.(2), De Franco R.(3), Desiderio G.(1), D'Onofrio D.(2), Donato A.(5), Frustaci F.(2), Gabriele S.(2), Galgaro A., Galler V.(2), Galli G.(6), Giampaolo V.(4), Giocoli A.(4), Giordano S.(2), Gola G.(5), Greco R.(2), Gueguen E.(4), Gullà G.(2), Iaquinta P.(2), Iovine G.(2), Lombardo G.(1), Manzella A.(5), Morrone A.(3), Muto F.(7), Norini G.(3), Perrone A.(4), Petrucci O.(2), Piscitelli S.(4), Piemonte C.(8), Pizzino L.(6), Quattrocchi F.(6), Reali C.(2), Rizzo E.(4), Romano G.(4), Santilano A.(5), Sciarra A.(6), Segreto F.(2), Soleri S.(2), Terranova O(2)., Testa B.(3), Trumpy E.(5), Vairo E.(2), Valente E.(2), and Votta M(4).
- Subjects
VIGOR ,Valutazione geotermica ,Rende ,Geotermia ,Calabria ,Lamezia Terme ,Caronte - Abstract
Studio di fattibilità a Lamezia-Terme Caronte: questo studio descrive la valutazione geotermica effettuata nel sito di Terme Caronte (CZ) e la proposta tecnico-economica per lo sviluppo di un progetto impiantistico relativo a risorse geotermiche a bassa entalpia per la realizzazione di un impianto geotermico per l'essiccamento dei fanghi, dimensionato sul vicino impianto di depurazione di Lamezia Terme, e un impianto geotermico per la climatizzazione dello stabilimento termale di Terme Caronte. Considerato che lo studio del sito di Terme Caronte ha riguardato un'area estesa e si riferisce alla piana di Lamezia Terme, e che l'impianto di essiccamento fanghi reflui ha preso come esempio di applicazione quello di Lamezia Terme, il sito oggetto di studio è stato rinominato Lamezia - Terme - Caronte. Dal punto di vista della risorsa geotermica, l'area è stata scelta sia per la presenza di acque termali (Terme Caronte) mineralizzate e calde con una temperatura all'uscita di circa 39°C e sia per le possibili potenzialità in termini di utilizzo delle eventuali risorse geotermiche profonde per un uso diretto nei settori produttivi dell'area. Tali manifestazioni termali si trovano in corrispondenza di alti strutturali che mostrano in finestra tettonica le unità carbonatiche appenniniche al di sotto delle unità cristalline. Alla luce dei risultati conseguiti, ottenuti attraverso rilievi geologici di superficie, indagini geochimiche, prospezioni geofisiche ed elaborazioni dei dati sismici forniti dall'ENI, l'area di Terme Caronte risulta caratterizzata dalla presenza in profondità di potenziali serbatoi geotermici in roccia fratturata, ricoperti da terreni che costituiscono un'efficace copertura impermeabile, essendo prevalentemente impermeabili o comunque a bassa permeabilità. Il contesto geologico-strutturale che caratterizza l'area di Teme Caronte evidenzia che la risalita delle acque calde, individuata in diverse sorgenti distinte ma spazialmente vicine, avvenga attraverso l'espressione congiunta del sistema di faglie orientato localmente NE-SW e quello N-S. Inoltre, la zona di contatto con i depositi impermeabili neogenici costituisce una soglia di permeabilità che tende ad ostacolare il travaso verso la Piana di Lamezia Terme. Lo studio geochimico ha evidenziato che le acque delle sorgenti di Terme Caronte non hanno elevati mescolamenti con quelle superficiali, dimostrando la presenza di una risalita rapida lungo la fascia di interferenza tra i due sistemi tettonici indicati. Vista la presenza di elementi che identificano un'origine meteorica delle acque della sorgente Terme Caronte con scambio acqua-roccia di tipo carbonatico, il modello concettuale del sistema termale prevede che il serbatoio geotermico sia alimentato dalle acque di pioggia che si infiltrano nel settore meridionale del massiccio della Sila, penetrando nelle unità metamorfiche superficiali che risulterebbero permeabili per fratturazione soprattutto lungo le zone caratterizzate da strutture tettoniche molto importanti a carattere regionale (Tansi et al., 2007). Una volta infiltratesi, le acque si approfondiscono nel serbatoio geotermico presente nel complesso carbonatico sottostante ad una profondità di 3-4 chilometri. La mancanza di dati di pozzi profondi e le conseguenti incertezze nelle quote delle unità profonde è stata parzialmente colmata dalla perforazione di un pozzo esplorativo, il primo sondaggio in Calabria continentale a raggiungere una profondità di poco inferiore a 1 km. Il sondaggio è stato posizionato tenendo conto di limitazione logistiche (accessi e topografia) e della geologia del luogo. Purtroppo il sondaggio non ha raggiunto il serbatoio geotermico, che risulta molto profondo, pertanto le proposte impiantistiche si riferiscono a risorse di bassa termalità superficiali. Le proposte impiantistiche sviluppate per Terme Caronte si riferiscono a due distinte modalità di utilizzo della geotermia: o impianto geotermico per l'essiccamento dei fanghi provenienti dalla linea di trattamento fanghi del depuratore di acque reflue presente nella zona industriale di Lamezia Terme (a circa 5 km dalla zona di Terme Caronte). Per quanto quest'applicazione non si riferisca esattamente al sito scelto, si è pensato di sviluppare una proposta impiantistica interessante per la sua applicazione in tutte le zone nelle quali sia presente un impianto di depurazione utilizzando il calore prelevato dalla risorsa geotermica a bassa entalpia. o impianto geotermico per la climatizzazione degli uffici dello stabilimento delle Terme Caronte. Sono state valutate due iverse configurazioni di impianto di essiccamento dei fanghi, considerando l'integrale ricircolo dell'aria (CASO 1) o con espulsione dell'aria umida (CASO 2).
- Published
- 2015
64. Numerical modelling to calibrate the geotechnical model of a deep-seated landslide in weathered crystalline rocks: Acri (Calabria, Italy)
- Author
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Maiorano S.C., Borrelli L., Moraci N., and Gullà G.
- Subjects
Numerical modelling ,Weathered gneiss ,Deep-seated landslide - Abstract
Crystalline rocks are often subjected to several types of mass movements, depending on their weathering grade. These rocks are present in the European area along the Italian and French Alps, in the North-East area of Portugal, in the Sierra Nevada Massif (Spain) and in Greece. In particular, crystalline rocks are also widespread in Calabria and a high percentage of these rocks is present in the Sila, Serre and Aspromonte Massifs. Fresh or weathered crystalline rocks, highly fractured, may be affected by deep-seated landslides due to the presence of tectonic structures, which may predispose and control the landslide mechanisms. The Serra di Buda landslide, near the town of Acri (Cosenza), can be included among the deep-seated landslides which affect weathered crystalline rocks. Starting from the geological model, the analysis of the geotechnical data (digital terrain model, borehole logs, piezometer levels, superficial and deep displacements, geomaterial characteristics, etc.) allows to detect the uncertainties inherent the elements that concur to define the geotechnical model. To reduce some of these uncertainties a calibration by means of numerical modelling is carried out, and the results obtained show the usefulness of this approach.
- Published
- 2015
65. Landslide activity and integrated monitoring network: the Greci slope (Lago, Calabria, Italy)
- Author
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Calcaterra S., Gambino P., Borrelli L., Muto F., and Gullà G.
- Published
- 2014
66. Gestione ed accettabilità del rischio di frane profonde: il caso di Acri (CS)
- Author
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Gullà G., Maiorano S.C., Borrelli L., Aceto L., Reali C., and Niceforo D.
- Subjects
monitoraggio degli spostamenti ,gestione del rischio ,frana profonda ,infrastruttura stradale - Abstract
Le frane profonde (spessori superiori a circa 30-35 m), diffusamente presenti in numerosi contesti geo-ambientali, sovente determinano per le infrastrutture stradali condizioni di rischio. La riduzione del rischio nelle situazioni richiamate è difficilmente conseguibile con interventi strutturali di adeguata efficacia e di costo sostenibile. Dove è possibile si procede modificando il tracciato stradale, ma questa soluzione può non essere completamente risolutiva. Un esempio della problematica richiamata si ritrova nella località Serra di Buda, nel comune di Acri (CS), dove una frana profonda, che coinvolge un ammasso gneissico variamente e profondamente alterato e degradato, interessa la Strada Statale N. 660, principale via di accesso all'abitato di Acri. Per la frana profonda di Serra di Buda, che ricade all'interno di una più ampia Deformazione Gravitativa Profonda di Versante, è stato definito il modello geologico e di evoluzione e il modello geotecnico, che consente di simulare adeguatamente l'andamento nel tempo degli spostamenti. La frana di interesse è uno scorrimento traslazionale, con uno spessore massimo di circa 50 m, con la principale superficie di scorrimento che si sviluppa prevalentemente nella zona costituita da roccia completamente degradata. Nella nota, utilizzando i dati acquisiti dal monitoraggio degli spostamenti superficiali condotto con GPS, sono individuate alcune grandezze, ed i valori assunti dalle stesse, indicativi delle condizioni di rischio e delle possibili condizioni di transitabilità del tratto di sede stradale interessato dalla frana profonda. Le grandezze ed i valori individuati sono quindi utilizzati per definire criteri di accettabilità per la gestione del rischio dell'infrastruttura stradale nel tratto di interesse.
- Published
- 2014
67. L'Analisi di frane superficiali in terreni a grana fine
- Author
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Ciurleo M., Cascini L., Di Nocera S., and Gullà G.
- Subjects
terreni a grana fina ,frane superficiali ,degradazione - Abstract
Le frane superficiali in terreni a grana fine, non collassabili e fisicamente alterati, si sviluppano usualmente come fenomeni multipli in aree di rilevante estensione e, come tali, possono causare serie conseguenze economiche ed ambientali. Caratteristica, questa, che rende la previsione delle aree potenzialmente instabili un obiettivo di interesse primario sia in termini di pianificazione territoriale e sia di stabilizzazione dei versanti. Pur in presenza di un numero ridotto di contributi nella letteratura scientifica nazionale ed internazionale, nella quale sono prevalentemente presenti studi su aspetti specifici condotti con un approccio di tipo monodisciplinare, la presente nota mostra come l'obiettivo della previsione spaziale di fenomeni che si caratterizzano per le loro ridottissime dimensioni possa essere perseguito a diverse scale topografiche di riferimento con un approccio multidisciplinare che esalta, rendendoli tra loro sinergici, i contributi propri della Geologia e della Geotecnica.
- Published
- 2014
68. Integrazione progressiva di dati geotecnici e da satellite nell'analisi del rischio da frana in area urbana: il quartiere di Ianò-Catanzaro
- Author
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Gullà G., Fornaro G., Borrelli L., Antronico L., Reale D., and Verde S.
- Subjects
rischio da frana ,monitoraggio geotecnico ,DInSAR ,frana ,TerraSAR-X - Abstract
Nel febbraio del 2010, e nell'inverno 2008-2009, numerose aree urbane della Calabria sono state interessate da diffusi fenomeni di frana. Fra queste il popoloso quartiere di Ianò, nel comune di Catanzaro, dove si determinò una grave condizione di emergenza. L'area di interesse risulta in larga parte classificata a rischio molto elevato (R4) nel PAI Calabria. Per le finalità indicate nell'Ordinanza P.C.M. n. 3862/2010 e negli approfondimenti successivi, sono stati condotti rilievi, indagini e monitoraggi. L'area su cui insiste il quartiere di Ianò, a Nord del centro di Catanzaro, è caratterizzata dalla presenza di creste costituite dalle testate di strato di arenarie e di concavità morfologiche riempite da colluvioni. Le frane presenti sono del tipo scorrimento roto-traslazionale, a volte con evoluzione in colata della porzione terminale. In particolare, le frane del febbraio 2010 sono prevalentemente riattivazioni parziali di fenomeni franosi preesistenti. Per finalità conoscitive e per supportare la gestione della fase di post-emergenza è stata realizzata una rete integrata di monitoraggio (verticali attrezzate con piezometri e con tubi inclinometrici, capisaldi GPS). L'attività di monitoraggio ha tratto beneficio dall'elaborazione di una serie di immagini radar ad apertura sintetica (SAR), acquisita dal satellite TerraSAR-X, attraverso tecniche di Interferometria Differenziale. L'uso dell'approccio interferometrico ha condotto alla stima di mappe di spostamento sull'intera area di interesse, con accuratezze sub-centimetriche e risoluzioni spaziali dell'ordine di 2 m. Nella nota, partendo da una valutazione del rischio residuo da frana condotta su base geologico-geomorfologica, sono proposti alcuni semplici criteri per integrare progressivamente nella stessa valutazione le indicazioni desumibili dall'elaborazione di dati satellitari e dal monitoraggio geotecnico degli spostamenti.
- Published
- 2014
69. Monitoraggio integrato per il controllo di una frana antica nell'abitato di Maierato (VV-Calabria)
- Author
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Gullà G., Nico G., Borrelli L., Di Pasquale A., and Antronico L.
- Subjects
frana antica ,Ground-based SAR (GBSAR) ,monitoraggio geotecnico ,frana ,interferometria radar - Abstract
Nel febbraio del 2010 nei pressi dell'abitato di Maierato, in provincia di Vibo Valentia, si è verificata una frana profonda, evoluta in colata veloce, che ha determinato una condizione di grave emergenza. Le attività di studio e indagine condotte nell'ambito dell'Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3862/2010 ed i successivi approfondimenti, hanno evidenziato la presenza di un'antica frana nella parte sud dell'abitato, in località Vonace. In particolare, lo studio geologico-strutturale e geomorfologico ha evidenziato che si tratta di un antico scorrimento in blocco, costituito da calcare evaporitico messiniano, con movimento lungo una superficie a basso angolo, localizzata all'interno delle sottostanti marne emipelagiche tortoniano-messiniane, prossima al contatto stratigrafico tra le due unità. L'antica scarpata di frana è attualmente modellata ed il blocco di calcare evaporitico traslato si trova nella parte bassa del versante. Su base geologico-geomorfologica non sussistono elementi riconducibili ad una riattivazione dello scorrimento in blocco e un'analoga indicazione si desume dall'analisi di sensitività delle condizioni di stabilità condotta con riferimento al modello geotecnico preliminare. I tempi e le risorse necessari per continuare gli approfondimenti di studio, e la presenza in località Vonace di elementi geologico-strutturali simili a quelli riscontrati nel versante coinvolto dalla frana del febbraio 2010, suggeriscono l'opportunità di utilizzare il monitoraggio per il controllo dell'area e per individuare variazioni significative di grandezze correlabili alle condizioni di instabilità. Nella nota è pertanto illustrata una sperimentazione che vede l'utilizzo di un monitoraggio che considera l'integrazione dei dati acquisiti da misure GPS, inclinometriche e da Ground-Based SAR (GBSAR). In particolare, l'analisi delle misure eseguite fornisce indicazioni circa lo stato di attività della frana antica considerata. Le indicazioni desunte dalla sperimentazione condotta forniscono gli elementi per precisare la strategia di monitoraggio integrato, con tecniche tradizionali e tecnologie innovative, finalizzata al controllo nel medio-lungo termine delle condizioni di movimento ed alla mitigazione del rischio da frana in località Vonace. I risultati ottenuti indirizzano, inoltre, la prosecuzione degli approfondimenti di studio in corso.
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- 2014
70. Integrazione normativa della gestione del rischio da frana e pianificazione urbanistica in Calabria
- Author
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Gullà G. and Petrucci O.
- Subjects
Gestione rischio frana ,Calabria ,Normativa - Abstract
La gestione del rischio da frana trova importanti riferimenti nei Piani Stralcio per l'Assetto idrogeologico (PAI) adottati a livello regionale. Gli aspetti normativi definiti nei PAI presentano interazioni con la normativa urbanistica regionale e, non di rado, il quadro complessivo in cui si deve operare per la gestione del rischio da frana non è definito con la chiarezza che la problematica richiede. Considerando il quadro normativo vigente nella Regione Calabria relativamente al PAI ed alla legge urbanistica, si propone un esame dei principali riferimenti normativi finalizzato a fornire una rivisitazione integrata che ha come obiettivo l'efficacia e la strutturazione dei testi, per semplificare il lavoro di quanti sono chiamati a vario titolo alla gestione del rischio da frana. L'esame è svolto con riferimento alla Legge urbanistica regionale 19/2002 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio) con le modifiche e le integrazioni di cui alle leggi 23/2002, 8/2003, 8/2005, 14/2006, 9/2007, 21/2007, alle Linee guida della pianificazione regionale e schema base della carta regionale dei luoghi in attuazione della Legge Urbanistica della Calabria 19/2002, del Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (ai sensi dell'art. 1-bis della legge 365/2000, dell'art.17 della legge 183/1989 e dell'art.1 della legge 267/1998) e del Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica. La nota evidenzia gli aspetti operativi delle norme di salvaguardia dalle frane, con riferimento agli strumenti della pianificazione, individuando le sovrapposizioni di competenze e gli elementi di complicazione. Sulla base dei punti indicati sono proposti alcuni riferimenti per la rimodulazione dei criteri di salvaguardia per le aree in frana, inquadrati in un'ipotesi di architettura normativa strutturata volta a rendere più efficace l'applicazione della stessa normativa.
- Published
- 2014
71. Analisi di livello preliminare delle conseguenze indotte agli edifici da frane a cinematica lenta
- Author
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Nicodemo, Gianfranco, Ferlisi, Settimio, Peduto, Dario, Cascini, Leonardo, Gullà, G., Borrelli, L., and Fornaro, G.
- Published
- 2014
72. Corrigendum to 'Characterization of granitoid and gneissc weathering profiles of the Mucone River basin (Calabria, southern Italy)'
- Author
-
Borrelli L., Perri F., and Critelli S. Gullà G.
- Subjects
weathering profile ,gneiss ,granite - Abstract
The paper deals with the development of a multidisciplinary research on weathering profiles of granitoid and gneissic rocks related to tectonic and landscape evolution of the western Sila Grande Massif (Calabria, southern Italy). Field scale observations and petrographical andmineralogical features are used to characterize in detail the weathering processes. The weathering profiles of the granitoid cut slopes are generally simple showing a progressive weathering increase toward the top of the slopes, whereas the weathering profiles of the gneissic cut slopes are generally complexwith irregularities in the spatial distribution ofweathered horizons. The microfabric and petrographic analyses show that gneissic samples (classes V-VI of weathering grade) are characterized by higher percentage of altered minerals and microfracture and void rather than granitoid samples (classes V-VI of weathering grade). The main mineralogical changes concern the partial transformation of biotite and the partial destruction of feldspars (mainly plagioclases), associated with the neoformation of secondaryminerals (clay minerals and Fe-oxides) and with a substitution of the original rock fabric. Neoformed clay minerals and ferruginous products replaced feldspars and biotite during the most advanced weathering stage. Referred as physical changes coupled with chemical variations, the final results of weathering process are a soil-like material characterized by sand-gravel grain-size fraction for the granitoid rocks and by both silt-clay and sand-silt grain-size fraction for the gneissic rocks. This generally produces a greater value of the SGI (Sand Generation Index) for granitoids and explains the great productivity in sandy deposits of this lithology.
- Published
- 2014
73. La governance e la gestione delle risorse
- Author
-
Reale E. and Gullà G.
- Subjects
Governance ,gestione risorse ,Cnr - Published
- 2012
74. Un test di omogeneità e una metodologia per la ricostruzione dei dati mancanti alle serie pluviometriche giornaliere calabresi per l'individuazione di aree omogenee e la stima dei trend
- Author
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Brunetti M., Caloiero T., Coscarelli R., Gullà G., Nanni T., and Simolo C.
- Subjects
PCA ,Craddock ,Omogeneizzazione ,precipitazione ,Calabria - Abstract
Nell'analisi delle serie storiche di grandezze climatiche si riscontrano spesso problemi di disomogeneità e di assenza di dati, che possono determinare errori dello stesso ordine di grandezza, o talora addirittura maggiori, dei segnali a lungo termine che l'analisi si propone di evidenziare. Scopo del presente lavoro è stato la creazione di un database omogeneo e completo, ovvero il più possibile privo di segnali di tipo non-climatico e senza dati mancanti nella serie storica, che sia funzionale ad un'attendibile analisi climatica. Per le elaborazioni sono stati utilizzati i dati di precipitazione della rete di misura del Centro Funzionale Multirischi della Calabria. La metodologia utilizzata per l'omogeneizzazione delle serie storiche, necessaria per rimuovere i segnali non climatici, si basa sull'applicazione del test di Craddock per l'individuazione delle disomogeneità e su metodologie statistiche per la loro rimozione. Il test di Craddock per la valutazione dell'omogeneità è stato applicato alle serie storiche dei dati pluviometrici mensili e dei numeri di giorni piovosi con più di 50 anni di osservazione. Per il recupero dei dati mancanti è stato applicato un metodo di stima basato sul confronto tra stazioni vicine. Attraverso l'applicazione dell'Analisi delle Componenti Principali il territorio regionale è stato infine suddiviso in aree climaticamente omogenee, delle quali sono stati analizzati i trend climatici.
- Published
- 2012
75. Rilievo del grado di alterazione di rocce cristalline: Presentazione della 'Carta del grado di alterazione e dei movimenti in massa della porzione centro-occidentale del bacino del Fiume Mucone (Calabria, Italia)'
- Author
-
Borrelli L., Critelli S., Gullà G., and Muto F.
- Published
- 2011
76. The upgrade of an integrated monitoring network for the kinematic study of the Lago DSGDS (Calabria, Italy)
- Author
-
CALCATERRA S., GAMBINO P., GULLÀ G., BONCI L., CESI C., and SORRISO-VALVO M.
- Published
- 2011
77. A simplified method for landslide damage scenario assessment based on historical data
- Author
-
Petrucci O. and Gullà G.
- Subjects
Landslide damage ,damage indices - Abstract
The Support Analysis Framework (SAF) is a tool that converts descriptions of landslide effects into numerical indices expressing direct, indirect, and intangible damage. Sections assessing direct damage are made up of "elements" characterised by relative values and the "levels of loss" that they can suffer. By typing an x value into the cell representing an element and a level of loss, formulas multiply the value of the element by the level of loss, obtaining a value used in the damage indices assessing. Indirect damage deals with: a) emergency response and b) efforts to restore pre-landslide conditions. The level of loss depends on the number of people affected (a) or the cost of actions (b). For intangible damage, the level of loss depends on the number of people affected. We assess the damage indices for a landslide occurred in Calabria (Italy) in 2005, using both the SAF and the SAFL, a customised version that takes into account the local socio-economic framework by including only elements present in the analysed municipality. We assess the damage indices for three scenarios with different initial conditions and compare them to the 2005 event; the results would have been useful to mitigate damage. The SAF can be used by nonspecialists, and it allows the ranking of damage caused by different landslides, thus supporting local authorities in prioritising countermeasures and civil protection offices to speed up responses to refund requests. The sorting of dormant phenomena according to their possible damage helps with defensive measures, emergency plans and insurance purposes.
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- 2010
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78. La frana di Maierato (Calabria, Italia meridionale) del febbraio 2010: caratteristiche geomorfologiche ed evoluzione
- Author
-
Antronico L., Borrelli L., Gullà G., and Sorriso-Valvo M.
- Subjects
calcare evaporitico ,Calabria ,frana ,scorrimento-colata - Abstract
Il fenomeno franoso attivatosi il 15 febbraio 2010 sul versante sinistro del torrente Scotrapiti nei pressi dell'abitato di Maierato (Calabria meridionale) in seguito ad un prolungato periodo di precipitazioni, ha interessato terreni mio-plio-quaternari rappresentati da calcari evaporitici del Miocene superiore, da argille, argille siltose e silt del Pliocene inf.-medio e da depositi continentali del Pleistocene. La frana ha coinvolto e distrutto alcune costruzioni rurali non adibite ad uso abitativo, due tratti della strada provinciale che attraversa l'area, ha provocato lo sbarramento del torrente Scotrapiti e la successiva formazione di un lago di sbarramento. Da un punto di vista tipologico, il fenomeno franoso è classifi cabile come uno scorrimento composto sviluppatosi in colata; la lunghezza totale del fenomeno è stimabile in circa 1,4 km, mentre il volume di materiale mobilizzato è stato stimato in circa 5 milioni di m3. Indagini geologiche e geomorfologiche, effettuate subito dopo l'evento, insieme alla disponibilità di un fi lmato e di dati da foto aeree hanno permesso di ricostruire la geometria ed il meccanismo di evoluzione del fenomeno franoso. La frana può essere considerata una riattivazione di un fenomeno franoso preesistente le cui cause predisponenti possono essere ricondotte al particolare assetto geologico-geomorfologico ed alle abbondanti piogge che hanno caratterizzato l'area nei mesi precedenti l'innesco. L'evoluzione rapida del fenomeno durante la fase parossistica (stimato in 4-5 m/s) è da imputare al comportamento meccanico che ha assunto, a seguito del movimento, il calcare evaporitico.
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- 2010
79. Omogenizzazione di dati pluviometrici per la valutazione dei trend stagionali in Calabria
- Author
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Brunetti M., Caloiero T., Coscarelli R., Gullà G., Nanni T., and Simolo C.
- Subjects
Dati omogenei ,trend ,precipitazione ,Calabria - Abstract
Nell'analisi dei trend nelle lunghe serie storiche di grandezze climatiche si riscontrano spesso problemi di disomogeneità e di assenza di dati, che possono determinare errori dello stesso ordine di grandezza, o talora addirittura maggiori, dei segnali a lungo termine che l'analisi dei trend si propone di evidenziare. Nel presente lavoro, le serie pluviometriche di 197 stazioni, presenti sul territorio calabrese, vengono soggette a test di omogeneità e a tecniche di ricostruzione di dati mancanti. Le 129 serie alla fine ottenute rappresentano una banca dati affidabile e attendibile per la valutazione dei trend annui e stagionali delle precipitazioni in Calabria. I risultati evidenziano un andamento negativo delle precipitazioni su base annua, ancora più evidente per la stagione invernale. Analoghi andamenti si registrano, anche se in misura più ridotta, per il numero di giorni piovosi e per la precipitazione media giornaliera. Trend opposti vengono, invece, stimati per la stagione estiva, anche se statisticamente significativi solo per ristrette aree della Calabria.
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- 2010
80. Calibrazione dell'elaborazione di dati DinSAR con misure di spostamento relative a fenomeni franosi
- Author
-
Antronico L., Borrelli L., Peduto D., Fornaro G., Paglia L. and Zeni O., Gullà G.
- Published
- 2010
81. A methodological approach to compare landslide occurences and rainfall events: an application in Calabria (Southern Italy
- Author
-
GULLÀ G., CALOIERO T., COSCARELLI R., and PETRUCCI O.
- Abstract
A methodology based on a comparative analysis of landslides, that occurred over a long period (1921-2009), and climatic data is presented. Landslide data have been extracted from historical archives and newspapers, while the climatic analysis is based on daily rainfall and cumulative elaboration carried out on different time aggregations. This approach has been tested in an area of Calabria (Southern Italy), a region in which landslide damages are very common, especially during autumn-winter season. The analysis of the historical landslide database highlights that, because of unfavourable geological and morphological framework, the phenomena are not necessarily triggered by events characterised by extreme daily rainfall. In this region, in fact, either prolonged rainy periods characterised by low daily intensities or short and intense storms can lead to territorial crises causing damage and victims. In severest cases, the beginning of rainy season is characterised by shallow landslides triggered by intense hourly or daily rainfall, followed by deeper mass movements starting when rainfall, cumulated over several days, reaches critical values typical of different regional sectors. Moreover, with the aim to take in account the effect of climate change on the distribution of rainfall and landslide events, a statistical analysis of the occurence of distribution of all the maximum values of shorter duration rainfall (1, 3, 6, 12, 24 hours) has been performed in order to point out possible temporal variation of the number of monthly occurrences during different decades. The comparative analysis of data concerning landslides and rainfall, recorded during and before the activation of these events, ensured the possibility of setting a reliable device, that supplies a series of typical landslide-scenarios. Such a device can be extended to other study areas and be usefull for civil protection purposes, contributing to early warnings and emergency management.
- Published
- 2010
82. Calibrazione dell'elaborazione di dati DInSAR con misure di spostamento relative e fenomeni franosi
- Author
-
Antronico L., Borrelli L., Peduto D., Fornaro G., Paglia L., Zeni G., and Gullà G.
- Published
- 2010
83. INDICAZIONI METODOLOGICHE E RICADUTE CONOSCITIVE CONNESSE ALL'EVENTO DI DISSESTO IDROGEOLOGICO DELL'AUTUNNO-INVERNO 2008-2009 IN CALABRIA
- Author
-
Gullà G., Antronico L., Borrelli L., Caloiero T., Coscarelli R., Nicoletti P.G., Pasqua A.A., and Petrucci O.
- Published
- 2009
84. RICOSTRUZIONE DELLA DISTRIBUZIONE SPAZIO-TEMPORALE DEI DISSESTI IDROGEOLOGICI CALABRESI DEL NOVEMBRE 2008-GENNAIO 2009 DALL'ANALISI DELLA STAMPA REGIONALE
- Author
-
Pasqua A.A., Petrucci O., Borrelli L., Cofone G., and Gullà G.
- Published
- 2009
85. The 2009 damaging hydrogeological event in Calabria: damage assessment using a simplified procedure
- Author
-
Petrucci O., Pasqua A.A., and Gullà G.
- Published
- 2009
86. Panoramica sui dissesti idrogeologici in Calabria da novembre 2008 a gennaio 2009
- Author
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Gullà G., Antronico L., Borrelli L., Coscarelli R., Iaquinta P., Iovine G., Nicoletti P.G., NOtaro U., Pasqua A.A., Petrucci O., Terranova O., Barilaro F., Caloiero T., Ciureo M., Cofone G., and Maiorano S.C.
- Published
- 2009
87. Indicazioni conoscitive e metodologiche connesse all'evento di dissesto idrogeologico dellautunno-inverno 2008-2009 in Calabria
- Author
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Gullà G., Antronico L., Borrelli L., Caloiero T., Coscarelli R., Iovine G., Nicoletti P.G., Pasqua A.A., and Petrucci O. Terranova O.
- Subjects
Fenomeni franosi ,Impatto ,Calabria ,Evento di dissesto idrogeologico - Abstract
Per evento di dissesto idrogeologico (EDId) si intende, in questa nota, quello determinato dall'innesco e dall'evoluzione, in un definito intervallo di tempo, di un numero significativo di fenomeni di dissesto idrogeologico. L'EDId che nell'autunno-inverno 2008-2009 ha interessato la Calabria ha prodotto effetti rilevanti su insediamenti abitativi e reti infrastrutturali. Nella nota sono presentate le indicazioni conoscitive e metodologiche desunte dalle prime attività speditive svolte in corso di evento, da novembre 2008 a gennaio 2009. Dopo una sintetica disamina dei fattori predisponenti e degli scenari di innesco pluviometrico degli EDId, sono illustrati i risultati dei rilievi condotti in alcuni settori del territorio regionale, la cui scelta è stata anche orientata dall'analisi delle segnalazioni di fenomeni e/o danni riportate in una testata giornalistica a diffusione regionale. Lo scenario pluviometrico d'innesco dell'EDId studiato è risultato meno gravoso rispetto a quello che nel 1951-1952 produsse un EDId notoriamente catastrofico, mentre, in vaste aree della regione, si è manifestato con apporti di pioggia più elevati rispetto ad altri EDId del passato. I fenomeni franosi superficiali hanno svolto il ruolo principale nella generazione dell'EDId essendo quelli più frequentemente osservati. Le attività svolte in corso di evento hanno consentito di verificare le connessioni tra risultati scientifici ed applicativi, evidenziandone gli sfasamenti temporali necessari, ed hanno fornito utili indicazioni conoscitive e metodologiche, dando conferma delle potenzialità scientifiche degli studi e di supporto alle decisioni.
- Published
- 2009
88. A proposal for rainfall scenarios triggering superficial landslides by analysis of autumn 2008 - winter 2009 events in Calabria
- Author
-
Coscarelli R., Caloiero T., and Gullà G.
- Abstract
Precipitation is one of the most frequent causes for landslides triggering, especially superficial ones. It is well known that any phenomenon responds peculiarly to precipitation, but it is clear that periods of exceptional rainfall, as intensity and/or persistence, correspond to diffuse landslides. In the period November 2008 - January 2009, Calabria (Southern Italy) was interested by prolonged precipitation which caused widespread landslides that affected infrastructures, main and secondary, and urban centres. In the present work, the characteristics of precipitation are presented by the analysis of rainfall data recorded by the regional network managed by the Centro Funzionale Meteoidrologico (ARPACAL) of Calabria Region. Firstly the identification and characterization of individual rainfall events are presented. For each of the 115 stations considered, every single rain event was individuated and characterized, where "single event" means the sequence of rainy days preceded and followed by null data of rainfall. An event can be composed of a single day or even more consecutive days with rain heights unlike null values. In particular, for each event the distributions of accumulated rainfall event and of the daily maximum data have been obtained. Some historical rainfall events were selected and characterized in a similar way; these events (October 1951, December 1951, October 1953, November 1959, December 1972 - March 1973, September 2000) in Calabria have produced important hydrogeological disasters, with many losses and deaths. The comparison is done on a statistical basis, with the estimate of return period values of recent events, and by comparison of cumulative rainfall and the average daily rainfall. The comparison indicates that the scenarios of precipitation in 2008-2009 were heavier, in terms of cumulative rainfall, than the historical events taken as reference. Referring to the average daily rainfall, the historical events were instead heavier. The analysis of the landslide events and of characteristics of precipitation at a regional scale, in terms of cumulative rainfall and average daily rainfall, allow to propose triggering scenarios of superficial landslide events. This is an interesting result also for the activities of forecasting and prevention in the Civil Protection System.
- Published
- 2009
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89. Stima delle proprietà idrauliche di terreni di alterazione da misure tensiometriche in situ
- Author
-
Calvello, Michele, Cascini, Leonardo, Sorbino, Giuseppe, and Gullà, G.
- Published
- 2008
90. Revisione dei 10 centri abitati, indicati dall'ABR, soggetti a pericolo da frana. Revisione Linee-Guida per la perimetrazione e classificazione del rischio da frana
- Author
-
Sorriso-Valvo M, Antronico L., Gullà G., and Nicoletti PG.
- Published
- 2008
91. Rainfall-induced shallow landslides in weathered rock masses (Sila Massif, Calabria, Italy)
- Author
-
Antronico, L., Gullà, G., and Terranova, O.
- Published
- 2007
92. Relazione sullo stato d'avanzamento della formazione
- Author
-
Gullà G.
- Published
- 2006
93. A hidden Markov model for daily rainfall occurrence over souther Calabria Ionica (Italy)
- Author
-
Betrò B., Bodini A., Cossu A., Gullà G., and Terranova O.
- Subjects
rainfall occurrence ,hidden Markov model - Abstract
Si presenta un'analisi statistica della serie temporali giornaliere delle piogge, schematizzate come fenomeno binario, relativamente ad un'area della Calabria Ionica Meridionale. Fra le 45 stazioni disponibili per quest'area sono state selezionate quelle, 5, che possiedono un periodo di osservazione comune sufficientemente lungo e completo. In particolare si `e considerato il trentennio 1961-1990. Il fenomeno `e stato quindi modellato tramite un cosidetto hidden Markov process.
- Published
- 2006
94. Relazione finale-Parti I-II-II e Cartografia
- Author
-
Gullà G. (Responsabile Scientifico), Antronico L., Borrelli L., Cilento M., Aceto L., and Scionti V.
- Published
- 2006
95. Modello Geotecnico del Versante
- Author
-
Gullà G., Aceto L., Greco R., Niceforo D., and Dodaro F. (curatori)
- Published
- 2005
96. Microzonazione speditiva dei quattro comuni della regione Calabria colpiti dagli eventi sismici del 9 settembre 1998
- Author
-
Di Pasquale G., Antronico L., Gullà G., and Sanò T.
- Published
- 2005
97. Studio geologico-geomorfologico-geotecnico e monitoraggio della frana di Serra di Buda (Acri)
- Author
-
Sorriso-Valvo M. (1), Gabriele S. (1), Gullà G. (1), Antronico L. (1), Tansi C. (1), Aceto L. (1), Greco R. (1), and Fantucci R. (2)
- Published
- 2005
98. 5. Il monitoraggio-5.2 Metodi Quantitativi-5.2.3 Inclinometria-5.2.4 Piezometria
- Author
-
Gullà G. (curatore)
- Published
- 2005
99. Influence of degradation cycles on the mechanical characteristics of natural clays
- Author
-
Gullà, G., Maria Clorinda Mandaglio, and Moraci, N.
- Subjects
SHEAR-STRENGTH - Abstract
On low depths, soils are exposed seasonally to frequent wetting-drying and freezing-thawing cycles; the degradation effects of these cycles are more pronounced in clayey soils. The number of cycles is due to periods of rainfall and variations in air temperature. Such processes can trigger shallow instability essentially controlled by the physical weathering of soils. An experimental study was carried out to investigate how the physical weathering, reproduced by laboratory wetting-drying and freezing-thawing cycles, affects the mechanical behaviour of natural clays in the superficial layers. For this purpose block samples of Pliocene clays were taken from a slope in Southern Calabria (Italy). They are overconsolidated stiff clays which can be classified as to high plasticity clays (CH). Different specimens were trimmed from the block samples and they were subjected to different numbers of wetting-drying-freezing-thawing cycles and then tested in oedometer and direct shear tests. Results of oedometer and direct shear tests seem to show that the physical weathering has caused a degradation of the bonding due to an insufficient ability to resist this cyclic process. The variations of peak shear strength are pronounced in the first month then they may be regarded as essentially constant. The wetting-drying-freezing-thawing cycles also cause a decrease in compression index and an increase of swelling index.
- Published
- 2005
100. Proposta metodologica per la valutazione di indicatori di pericolo e rischio da frana a scala intermedia:l'area della Stretta di Catanzaro
- Author
-
Gullà G., Antronico L., Sorriso-Valvo M., and Tansi C.
- Subjects
index ,risk ,Mass movement ,hazard - Abstract
Le problematiche pericolosità e rischio da frana, sicuramente fra quelle di maggiore rilievo nello studio dei movimenti in massa, possono prestarsi ad una trattazione disciplinare, ma sono fra quelle che più efficacemente sono affrontabili con un approccio interdisciplinare. Assumendo come riferimento generale tale indicazione, nella nota è proposta una metodologia per la valutazione indicizzata della pericolosità e del rischio da frana, predisposta e validata con gli elementi conoscitivi desunti dalla "Carta litologico-strutturale e dei movimenti in massa della Stretta di Catanzaro" alla scala 1:50.000. Il lavoro illustrato mostra come la Carta fornisca efficacemente gli elementi di valutazione utili per la scala intermedia utilizzata. La metodologia, semplice e robusta, consente di trarre indicazioni convenzionali circa la pericolosità ed il rischio (Indicatore di Pericolo e Indicatore di Rischio) con le quali è possibile delineare le priorità di intervento ed orientare oculatamente gli studi di dettaglio. La metodologia di valutazione può facilmente includere elementi specifici e conoscenze generali che si rendono man mano disponibili. Nell'area di studio si rileva che le instabilità sono caratterizzate da Indicatore di Pericolo medio (iP2) nel 58% dei casi, e moderato (iP1) nel 32% dei casi; il restante 10% riguarda instabilità con Indicatore di Pericolo elevato e molto elevato. La stima del rischio, condotta a titolo esemplificativo su un gruppo di instabilità, ha evidenziato il ruolo giocato dall'Indicatore di Pericolo e quindi dagli elementi utilizzati per la sua definizione.
- Published
- 2005
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