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Il capitolo presenta un’analisi delle organizzazioni di volontariato della provincia di Palermo, sulla base dei dati di una survey regionale, condotta su iniziativa dei tre Centri di servizio per il Volontariato e del Comitato di Gestione dei fondi speciali per la Sicilia. L’obiettivo e quello di delineare un’immagine articolata delle organizzazioni, in ragione di alcune dimensioni essenziali: 1) identificazione anagrafica (denominazione, comune della sede sociale, forma giuridica, iscrizione/non iscrizione al registro regionale del volontariato/della protezione civile e al Centro di Servizio per il Volontariato); 2) informazioni circa il profilo socio-professionale, la rete di appartenenze organizzative e lo stile di leadership del legale rappresentante; 3) numerosità e caratteristiche salienti dei soci iscritti, dei soci volontari e dei lavoratori alle dipendenze delle organizzazioni; 4) settori di attività e tipologie di servizi erogati; 5) condizione economica e patrimoniale e forme di informazione/accountability pubblica; 6) rapporti delle organizzazioni con i Centri di servizio e grado di soddisfazione per i servizi ricevuti; 7) destinatari delle attività, radicamento territoriale ed esigenze di rafforzamento; 8) forme e contenuti delle reti di relazioni tra organizzazioni e con le istituzioni pubbliche e del terzo settore presenti nel territorio. L’analisi dei dati empirici e inquadrata nell’ambito della ricerca nazionale sull’evoluzione del fenomeno all’interno del panorama della crisi e trasformazione delle politiche sociali, evidenziando come, pur in una fase di crescita quantitativa delle organizzazioni e dei/delle volontari/ e, il ruolo “politico” e di innovazione del volontariato organizzato – nel territorio in esame, ma più in generale nelle regioni del Mezzogiorno – appaia caratterizzato da debolezze e incertezze – di natura tanto endogena quanto esogena – che si proiettano anche nel prossimo futuro. he chapter presents an analysis of volunteer organizations in the province of Palermo, based on data from a regional survey, conducted at the initiative of the three Volunteer Service Centers and the Special Funds Management Committee for Sicily. The objective is to outline an articulated image of the organizations, due to some essential dimensions: 1) biographical identification (name, municipality of registered office, legal form, registration/non-registration with the regional register of volunteers/civil protection and the Volunteer Service Center); 2) information about the socio-professional profile, the network of organizational affiliations and the leadership style of the legal representative; 3) numerosity and salient features of registered members, volunteer members and workers employed by the organizations; 4) sectors of activity and types of services provided; 5) economic and patrimonial condition and forms of public information/accountability; 6) relationships of organizations with Service Centers and degree of satisfaction with the services received; 7) recipients of activities, territorial rootedness and strengthening needs; 8) forms and contents of networks of relations between organizations and with public and third sector institutions in the territory. The analysis of the empirical data and framed within the framework of the national research on the evolution of the phenomenon within the landscape of the crisis and transformation of social policies, highlighting how, despite a phase of quantitative growth of organizations and volunteers, the "political" and innovative role of organized volunteering - in the territory under review, but more generally in the regions of Southern Italy - appears to be characterized by weaknesses and uncertainties - of both endogenous and exogenous nature - that are projected also in the near future.

Il volume raccoglie alcuni contributi scaturiti da attività di ricerca e didattica di due laboratori dei Corsi di studio in Servizio sociale del Dipartimento Culture e società dell’Università degli Studi di Palermo: il Laboratorio Interdisciplinare di ricerca su Corpi, Diritti, Conflitti e il Laboratorio di Servizio sociale. Marginale è chi vive una condizione di estraneità e non-appartenenza al contesto sociale, chi viene a trovarsi ai margini, ai confini del sistema sociale, a distanza dai processi centrali di distribuzione delle risorse sociali, non solo materiali, a indicare che le disuguaglianze sociali sono strettamente riconducibili a gradi diversi di integrazione sociale, e che la questione non coincide con quelle, pur connesse, concernenti i processi di inclusione/esclusione sociale, i diritti di cittadinanza e le politiche sociali. I temi trattati: le organizzazioni di volontariato nella provincia di Palermo; la costruzione sociale dei corpi tra standardizzazione ed esclusione; generi, ruoli e responsabilità familiari tra tradizione e innovazione; privazione e ricostruzione sessuale nel campo del penitenziario maschile; relazioni sociali e vite in carcere; pandemia e neoliberismo; la quotidiana disumanità del razzismo. This volume collects some contributions resulting from research and teaching activities of two laboratories of the Courses of Study in Social Service of the Department of Cultures and Societies of the University of Palermo: the Interdisciplinary Laboratory of Research on Bodies, Rights, Conflicts and the Laboratory of Social Service. Marginal is someone who lives a condition of alienation and non-belonging to the social context, someone who comes to be on the margins, on the borders of the social system, at a distance from the central processes of distribution of social resources, not only material, indicating that social inequalities are closely related to different degrees of social integration, and that the issue does not coincide with those, though connected, concerning processes of social inclusion/exclusion, citizenship rights and social policies. The topics covered: voluntary organizations in the province of Palermo; the social construction of bodies between standardization and exclusion; gender, family roles and responsibilities between tradition and innovation; sexual deprivation and reconstruction in the male penitentiary field; social relations and lives in prison; pandemic and neoliberalism; the everyday inhumanity of racism.

Il contributo si sofferma sulla diffusione del Sars-Cov-2 quale epifenomeno della gestione capitalistica neoliberista del pianeta e sul suo ruolo rivelatore, per un verso, di tutte le contraddizioni e i disastri del neoliberismo, e detonatore, per un altro verso, delle nuove strategie capitalistiche per una nuova fase di accumulazione del capitale. Dentro a questo quadro cercheremo di far luce sulla ulteriore spinta alla crescita delle diseguaglianze, delle povertà e delle marginalità sociali ed economiche di cui è responsabile il modo di produzione capitalistico ma che la pandemia sta accentuando, consentendo agli attori economici, individuali e istituzionali di usare quest’ultima come alibi per nuove politiche e interventi economici che incidono notevolmente sulla polarizzazione tra ricchi e poveri. The contribution dwells on the diffusion of Sars-Cov-2 as an epiphenomenon of the neoliberal capitalist management of the planet of the planet and its role in revealing, on the one hand, all the contradictions and disasters of neoliberalism, and detonator, on the other hand, the new capitalist strategies for a new phase of capital accumulation. Within this framework we will try to shed light on the further push for the growth of inequalities, poverty and social and economic marginality for which the capitalist mode of production is responsible, but which the pandemic is accentuating, allowing economic, individual and institutional actors to use it as an alibi for new policies and economic interventions that greatly affect the polarization between rich and poor.

The chapter reflects, starting from some empirical data and some news stories, on the numerical consistency of the episodes of intolerance towards immigrants and Roma and on the "quality" of the violence perpetrated against them, demonstrating the groundlessness of the theses they try to dismiss racist incidents as isolated cases.

Il presente saggio intende analizzare le modalità attraverso le quali la produzione di conoscenze e saperi specifici contribuisce a definire corpi ideali e, pertanto, normativi. Attraverso la riflessione su nodi tematici – quali la «razza», il genere, le sessualità nonché l’abilità corporea – si intende fornire strumenti per comprendere in che modo le società producono «corpi normali» e «corpi devianti» e su quali assetti ideologici si fonda la suddetta distinzione, tenendo conto dei principali temi di ricerca e di intervento sviluppati all’interno del Laboratorio Interdisciplinare di ricerca su Corpi, Diritti, Conflitti del Dipartimento Culture e Società dell’Ateneo palermitano. This essay intends to analyze the ways in which the production of specific knowledge and knowledge contributes to defining ideal and, therefore, normative bodies. Through reflection on thematic issues - such as "race", gender, sexuality as well as bodily ability - we intend to provide tools for understanding how societies produce "normal bodies" and "deviant bodies" and on which ideological assets the aforementioned distinction is based, taking into account the main research and intervention themes developed within the Interdisciplinary Research Laboratory on Bodies, Rights, Conflicts of the Culture and Society Department of the University of Palermo.

Il capitolo descrive un modello pilota di corso di formazione per "Esperti in violenza di prossimità" basato su un approccio sistematico in grado di implementare il know-how e le competenze specifiche necessarie per affrontare la violenza di genere e di prossimità da parte dei professionisti che lavorano nei vari centri di accoglienza. The chapter describes a pilot model of training course fo "Experts in proxility violence" based on a systematic approach capable of implementing the know-how and the specific skills required to address gender and proximity violence by the professionals working in the various reception centers.

The chapter describes the training model of "Experts in proximity violence and its two main features: 1. the identification of training goals capable of providing specific tools, methods and skills; 2. the creation of a training-course prototype capable of integrating the proposed objectives and the relevant contents in terms of professional spendability.

The chapter describes a prototype of training course for "Expert operators in proximity violence" focusing on asylum-seeking migrant women victims of violence and implemented in three European States. In particular it defines: the rationale of training by modules in adapting individual abilities of professionals of migrazion field to the professional goals to be achieved (1), the methodological implementation of the PROVIDE courses (2) and the significance of the experiential seminars conducted (3).

This paper analyzes the phenomenon of desistance from crime by deviant young people in some Sicilian cities. In these paths, individual and relational reflexivity is central. This is an original study, which focuses on the importance of the role of social workers as actors capable of strengthening the socio-educational rehabilitation pathways of deviant young people. The author demonstrates how the presence of relational reflexivity in the intervention of social workers and social services contributes to (re)activating in young people an individual reflexivity (proactive, responsible, prosocial) capable of directing them towards objectives of personal growth and adult responsibility.

Purpose: The aim of this multicentric study was to retrospectively evaluate the surgical outcome of atrophic mandible fractures treated with open reduction and rigid fixation (ORIF), using load-bearing plates. Materials and methods: 55 patients from three trauma centers were retrieved for the study. Inclusion criteria were: edentulous patients with mandibular body fractures; mandibular body thickness

E' necessaria una nuova concezione dello sviluppo del Mezzogiono incentrata sulla valorizzazione delle grandi risorse disponibili. Si formulano ipotesi per un modello di sviluppo sostenibile e si presentano i risultati di una esperienza di ricerca e di formazione dell’Università di Palermo sui beni confiscati alla mafia.

Si analizza l'anomala dimensione del mercato del lavoro siciliano nel settore della sanità, e le sue conseguenze sull'accumulo del deficit strutturale degli anni duemila.

In the chapter, a discussion is presented concerning a sample of young people who tend to get out of a deviant life path thanks to the strong 'discontinuity' represented by a prison sentence and by being entrusted to social services. The authors succeed in bringing out the process through which an experience - that of punishment - is articulated, i.e. lived and interpreted by the subjects, with the facilitation of a social worker. One can thus see how the articulation of the experience (supported by a social worker) can bring out a reflexivity that is not fractured, which instead characterised many of these young people before entering the transition phase. This also constitutes an important bridgehead for future research: to study how the figure of the 'reflexive' social worker can become a pivot for an important biographical change. Reflexive, here, means that the social worker must evidently call upon strong symbolic resources of his own, but also that his role becomes eminently that of a promoter, of a coach of the fractured or blocked reflexivity of the young people he follows.

In Sicilia, come quasi ovunque in Italia, le città hanno origini assai antiche. Qui tuttavia non si tratta di un’esperienza urbana riconducibile all’industrializzazione, ma di una dinamica spiegabile in base al modello della concentrazione insediativa, che evidenzia come siano assai eterogenee le funzioni delle città siciliane: più luogo di mero consumo delle rendite agrarie che di condensazione di specializzazioni commerciali e finanziarie, più di simbolizzazione del comando – politico e religioso – e del prestigio aristocratico che di egemonia e direzionalità economica e culturale sull’hinterland rurale. Ciò si ricollega alla creazione e al consolidato permanere dei grandi latifondi fino alla riforma agraria del secondo dopoguerra, quando prendono corpo processi di massiccio inurbamento verso le città capoluogo, e soprattutto verso Palermo, Catania, Messina. Anche per città come Palermo, il concetto chiave è quello di sovraurbanizzazione: la città è cresciuta non in funzione dell’incremento della domanda di lavoro ma più che altro a causa di forti processi di espulsione di forza lavoro dalle campagne circostanti, nelle quali il reddito e le opportunità di innovazione sono inferiori rispetto alla città. L’articolo ripercorre le vicende urbanistiche di Palermo dal 1860 a oggi, nel loro intreccio con le trasformazioni della sua composizione sociale, delle relazioni tra ceti, della rappresentanza e del governo politico: la fase preunitaria, il periodo 1860-1925 con le prime significative espansioni della città al di fuori delle mura storiche e il primo piano urbanistico con parziali sventramenti del centro storico, il ventennio fascista e il primo vero e proprio piano regolatore, la seconda guerra mondiale, dal dopoguerra agli anni ’60 (piano regolatore e dilagante speculazione edilizia), il varo del piano di recupero del centro storico (1993) fino all’ultima revisione del piano regolatore (2002).

Nella prima fase della ricerca sono state raccolte 108 storie di vita di persone tra i 20 e i 34 anni, nella seconda è stata realizzata una survey, su un campione probabilistico di 3.500 casi, costruito a partire dalla popolazione italiana che, al momento della rilevazione, aveva un’età compresa tra i 25 e i 39 anni. La rilevazione, che ha riguardato 172 comuni, si è svolta nella primavera del 2003.

Integrare politiche sociali, educativo-formative, attive per il lavoro appare oggi necessario e possibile, ma non per questo scontato. Il volume illustra la complessa costruzione delle pratiche cognitive e operative degli addetti ai lavori e di altri attori sociali e istituzionali. Complessità di cui sono sempre più consapevoli coloro i quali – fra gli operatori sociali, i decisori politici e amministrativi, i soggetti del terzo settore, l’opinione pubblica – avvertono l’esigenza di politiche sociali innovative, più efficaci rispetto alle vecchie e nuove esclusioni e che sfuggano alle trappole del welfare (assistenzialismo, burocratizzazione, delega ai servizi). L’analisi si concentra sul rapporto formazione-inserimento lavorativo per disabili e giovani drop out, nonché sulla formazione degli operatori sociali chiamati ad animare reti tra risorse del territorio soprattutto a sostegno dei soggetti deboli, nell’orizzonte della riforma dei servizi socio-assistenziali (legge 328/2000).

In una società “mediata” dai media, anche l’immagine della Chiesa oggi si forma nel corso di quel processo di costruzione sociale della realtà, cui i mezzi di comunicazione concorrono in misura decisiva. La presenza capillare e pervasiva dei mass media influenza ogni ambiente di socializzazione –famiglia, scuola, parrocchia…– e inserisce tra la Chiesa e la gente immagini e modelli di comportamento, che nella prospettiva di lungo periodo modificano i punti di vista e i modi di guardare e comprendere la realtà, influenzando di conseguenza anche i comportamenti. È pertanto un “gioco a tre” quello che in questa sede si vuole ricostruire e che, a sommi capi, si può delineare schematicamente nel modo seguente: 1) la Chiesa propone il messaggio evangelico e offre alla gente un ideale di vita e di società, il quale comprende anche una immagine o modello-di-Chiesa; 2) la gente si forma una propria immagine della Chiesa a partire da questo modello, ma anche da una serie di aspettative plasmate dalla cultura propria di una data società, e quindi il modello viene adattato e reinterpretato; 3) i mass media alimentano questo processo fornendo immagini e opinioni su fatti e protagonisti della vita ecclesiale, le quali influenzano i punti di vista sia della Chiesa sia della gente. L’immagine della Chiesa nella società contemporanea viene plasmata nel corso di questa triangolazione, e pertanto risulta differente a seconda della prospettiva scelta. In ragione dei dati a mia disposizione e del fatto che sono un sociologo, non mi compete la questione teologica di quale debba essere l’immagine della Chiesa oggi –è una questione propriamente ecclesiologica, su cui intende riflettere questo stesso convegno. Nel presente intervento mi propongo di descrivere soprattutto il terzo momento del “gioco a tre” suddetto, in quanto il secondo, pur essendo di pertinenza anche dello scienziato sociale, appare poco documentato dalle ricerche empiriche, solitamente poco attente alla questione. Il fulcro del presente intervento riguarda gli effetti della mediazione operata dai mezzi di comunicazione sociale sull’immagine della Chiesa, oggi.

The paper summarizes the sociological debate on the issues of poverty and social exclusion, focusing on the relationship between the micro and macrosociological dimensions of social relations. The author questions the links between impoverishment processes, individual and family life courses, structural and environmental characteristics, individual reflexivity, welfare interventions and services. The paper presents a clear picture not only of these complex interconnections, but also of individual and family strategies for coping with vulnerability.