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High-resolution bathymetry and a grid of single-channel reflection seismic profiles (Sparker and Chirp) were recently recorded in a sector of the upper slope of Capo Vaticano (CV) promontory (Tyrrhenian coast, W Calabria) where forward and inverse modeling of previously acquired aeromagnetic data highlight the presence of a WNW©\ESE elongated, 20 km long and 3¨C5 km wide, magnetized body extending from sea floor to about 3 km below sea level. Magnetic properties of this body are consistent with those of the medium to highly evolved volcanic rocks of the Aeolian Arc (De Ritis et al., 2010). Forthwith offshore promontory, the bathymetry highlights a complex-shape seamount that develops along a WNW direction, orthogonally interrupted by NE-trending ridges (Loreto et al., 2013), the largest of which shows major- and minor-axes of ca. 11 and 2 km, respectively. Summit elevation is ca. 70 m. Several vented fluids points were imaged on top of the seamount by chirp profiles. The largest of which rises from seafloor up to 6/7 m within water column, assuming the acoustic water velocity of 1500 m/s. Two faults systems associated with extensional faults are mainly observed on seismic profiles. High-angle NW-trending normal faults, SW-dipping, formed along the continental slope connecting the south-west continental shelf of the CV promontory to the Gioia Tauro basin (Pepe et al., 2013). These faults generally have small displacements, up to 40 m, and are sealed by Pleistocene deposits. A NE-trending normal fault, SE-dipping, is also observed on both chirp and sparker profiles. Its length is estimate to be more than 30 km, partially borders the NE-trending ridge intersecting the NW-trending fault. Landward, another NE-trending normal fault affects Pliocene and lower Pleistocene, and is sealed by upper Pleistocene. The described new geophysical data lead to a re-examination of the magnetic anomaly field interpretation. In fact, the revealed NE-trending ridge encounters the CV NW-SE ridge just where the peak value of the Reduced-to-the-Pole magnetic anomaly lies. Therefore, the inherent source body is emplaced where the maximum fracturing occurs. This suggests highly magnetized material crystallized in a vertical conduit that fed a volcanic system, likely fault-controlled, surrounded by the almost not magnetized rocks of the Gioia and the Paola sedimentary basins and of the Arco Calabro Peloritano units.

Nel corso di questi ultimi anni sono stati condotti diversi progetti di ricerca riguardanti lo studio delle proprietà biogeochimiche dei sedimenti superficiali dell'Adriatico e in misura minore dello Ionio (PRISMA1, PITAGEM, VECTOR, CASE, PERSEUS). In particolare, in questi progetti, sono stati studiati i processi di diagenesi precoce e misurati o calcolati, i flussi di sostanze disciolte all'interfaccia acqua-sedimento e le composizioni granulometrica, mineralogica e biogeochimica dei sedimenti superficiali e sub-superficiali. L'insieme delle varie ricerche ha permesso di arrivare alla definizione di facies biogeochimiche e di aree con caratteristiche diagenetiche omogenee in questi due mari. Complessivamente sono state individuate aree con diversi processi di diagenesi precoce e flussi bentici dovute ai diversi input di materiale particolato e disciolto, alla distanza dalle principali sorgenti di particolato, alla composizione mineralogica e granulometrica del sedimento del fondale, al contenuto di sostanza organica e alla profondità. Generalmente i processi di diagenesi precoce diminuiscono di intensità allontanandosi dalle foci dei fiumi e cambiano in ragione di diversi domini geologici e fisiografici (Fig. 1). L'insieme dei processi di diagenesi precoce e l'entità dei flussi bentici ha permesso di individuare aree con diversa reattività geochimica che nell'alto Adriatico tende a diminuire allontanandosi dalle foci del fiume Po (Fig. 1). I parametri granulometrici, mineralogici e biogeochimici hanno inoltre permesso di individuare quattro facies nell'Adriatico centro-settentrionale caratterizzate da proprietà e genesi differenti. Le cartografie prodotte possono essere utilizzate per la gestione delle attività antropiche che interagiscono, direttamente o indirettamente, con i fondali marini e, anche, per prevedere i potenziali impatti di tali attività. Esse possono essere usate per definire il potenziale rilascio di sostanze contaminanti dai fondali alla colonna d'acqua, oppure per valutare i valori di background di sostanze chimiche e di flussi bentici da utilizzare come soglie nel monitoraggio dei fondali adibiti a funzioni particolari come lo stoccaggio geologico dell'anidride carbonica o lo sversamento dei materiali di dragaggio dei porti.

This contribution presents some findings of PERSEUS and previous researches on the Adriatic Sea bottom sediments regarding the heavy metal pollution. The geochemical characterization of surficial sediments, the early diagenesis processes and the dissolved benthic fluxes have been investigate to evaluate heavy metal pollution in the studied area. Heavy metal concentrations in surface sediments, early diagenesis processes and dissolved benthic fluxes generally decrease from the Po River mouths southward as a consequence of dilution processes of Po River inputs with anomalies near the Italian coast for local continental inputs.

L’obiettivo del presente progetto è la redazione di linee guida per la valutazione del benessere per bovini (da latte e da carne), bufale da latte, ovini, suini nella fase di ingrasso e polli da carne. Al fine di identificare le problematiche d’allevamento e individuare gli aspetti di criticità in azienda, il progetto ha previsto dapprincipio una fase di raccolta dei contributi forniti dalle differenti regioni circa le tipologie prevalenti di allevamenti biologici presenti sul territorio nazionale per le specie animali considerate. Successivamente, con l’ausilio di questi dati e della letteratura presente sull’argomento si è messa a punto una scheda di valutazione del benessere per le specie considerate effettuando una prima validazione in campo del prototipo nelle aziende pilota utilizzate per i progetti di filiera al fine di verificarne l’efficacia. L’obiettivo ha previsto inoltre una validazione tra osservatori per verificare la riproducibilità della valutazione operata da persone differenti. Per la realizzazione di questa fase è stata richiesta la collaborazione dei servizi tecnici delle Regioni e dei tecnici degli organismi di certificazione che hanno utilizzato tale scheda su un campione più ampio di allevamenti diversi per testarne l’adattabilità a situazioni differenti e per raccogliere informazioni da utilizzare per la successiva creazione di un indice di benessere. In questa fase, sono stati inoltre identificati i fattori manageriali che maggiormente influiscono sul benessere animale. Le schede di valutazione emerse dal lavoro svolto nel corso del progetto sembrano rispondere ai criteri di efficacia, semplicità d’uso e ripetibilità necessari per tale tipo di strumento. Infatti i risultati dimostrano che le schede sono in grado di evidenziare non solo il livello complessivo di benessere nell’azienda, ma aiutano anche l’allevatore a riconoscere i punti di forza e gli eventuali punti critici del proprio sistema azienda. Il tempo medio necessario per effettuare la valutazione è stato di 45 minuti per azienda, inoltre, la valutazione non richiede l’impiego di alcuna attrezzatura sofisticata. Da ultimo è importante evidenziare che, pur essendo necessario un training degli operatori, la valutazione non risente in maniera eccessiva della soggettività del valutatore. È importante riaffermare che lo strumento proposto vuole essere un stimolo al miglioramento e non una forma di penalizzazione, con la convinzione che possa contribuire, se applicato all’interno di schemi di certificazione, a creare ancora più fiducia nei consumatori sulla tematica del benessere animale, caratteristica fondamentale per la zootecnia biologica.

New high-resolution bathymetric and magnetic data from the western Aeolian sector, southern Tyrrhenian Sea, provide insights into structural and volcanic development of the area, suggesting a strong interaction between volcanism and tectonics. The analysis of these data combined with relocated earthquake distribution, focal plane solutions and strain rate evaluation indicates that the dextral strike-slip Sisifo-Alicudi shear zone is a complex and wide area of active deformation, representing the superficial expression of the deep seated lithospheric tear fault separating the subduction slab below Sicily and Calabria. Most of the observed volcanic features are aligned along a NW-SE trend, such as the Filicudi island-Alicudi North Seamount and Eolo-Enarete alignments, and are dissected by hundred-metre-high scarps along conjugate NNE-SSW trending fault systems. The magnetic field pattern matches the main trends of volcanic features. Spectral analysis and Euler deconvolution of magnetic anomalies show the existence of both deep and shallow sources. High-amplitude, high-frequency anomalies due to shallow sources are dominant close to the volcanic edifices of Alicudi and Filicudi, while the main contribution on the surrounding Eolo, Enarete, Alicudi North and Filicudi North seamounts is given by low-amplitude anomalies and/or deeper magnetic sources. This is probably related to different ages of the volcanic rocks, although hydrothermal processes may have played an important role in blanketing magnetic anomalies, in particular at Enarete and Eolo seamounts. Relative chronology of the eruptive centres and the inferred deformation pattern outline the Quaternary evolution of the western Aeolian Arc: Sisifo, Alicudi North and Filicudi North seamounts might have developed in an early stage, following the Late Pliocene-Early Pleistocene SE-ward migration of arc-related volcanism due to the Ionian subduction hinge retreat; Eolo, Enarete and Filicudi represent later manifestations that led volcanoes to develop during Mid-Late Pleistocene, when the stress regime in the area changed, due to the SSE-ward propagation of the subduction slab tear fault and the consequent reorientation and decrease of trench migration velocity. Finally, volcanic activity occurred in a very short time span at Alicudi, where an almost conical volcanic edifice emerged, suggesting negligible interactions with regional fault systems.

Il Regolamento UE prevede che gli animali allevati secondo il sistema biologico debbano essere alimentati esclusivamente con alimenti biologici. Inoltre prevede che qualunque sia la provenienza (nazionale, comunitaria o da paesi terzi) e l’origine degli alimenti e dei mangimi (comprendendo materie prime, additivi ed ausiliari di fabbricazione) introdotti nella razione alimentare degli animali, essi non debbano mai essere ottenuti con l’impiego di organismi geneticamente modificati (OGM) o di prodotti da essi derivati. Purtroppo si sta dimostrando sempre più arduo il reperimento sul mercato di alcuni prodotti (essenzialmente soia, mais, colza e cotone) realmente esenti da OGM. Le soluzioni proposte per prevenire la presenza di OGM nei mangimi vanno dall’affrontare i punti critici del sistema di controllo, al miglioramento delle metodiche di analisi, all’articolazione delle competenze tra i vari soggetti istituzionali (MIPAF, altri Ministeri, Organismi di Controllo), compresa la definizione di strategie da condividere con gli altri operatori della filiera. Ciò che, più di ogni altra cosa, potrebbe essere decisivo per la risoluzione del problema, sarebbe l’eliminazione degli alimenti ad alto rischio OGM, e la loro sostituzione con altri non a rischio, con caratteristiche qualitative simili e di facile produzione aziendale. La nostra ricerca si è basata sulla sostituzione, nella razione delle lattifere (bovine e bufale), della soia con altre leguminose facilmente coltivabili in azienda o comunque facilmente acquistabili in loco. La scelta delle essenze è variata a seconda dell’ambito geografico. Sono stati utilizzati: favino, pisello proteico, e lupino come tali o integrati in mangimi appositamente preparati. La valutazione della qualità delle produzioni ha compreso sempre anche la raccolta dei dati di produzione e qualità antecedenti alla prova di alimentazione al fine di poter avere un confronto. Il progetto ha voluto rappresentare tutte le realtà delle produzioni biologiche bovine e bufaline da latte del nostro Paese. A tal fine sono state fatte cinque prove secondo il seguente schema: 1. In Lombardia (Nord Italia, pianura) l’Università degli Studi di Milano ha lavorato in bovine Pezzate Nere ad alta produzione; 2. In Trentino (Nord Italia, montagna) l’Università degli Studi di Padova ha lavorato su bovine Rendene; 3. In Toscana (Centro Italia, collina) l’Università degli Studi di Firenze ha lavorato su bovine Pezzate Nere ad alta produzione; 4. In Campania (Sud Italia, pianura) l’Università degli Studi di Napoli Federico II ha lavorato su bufale; 5. In Sicilia (Sud Italia, isole) l’Università degli Studi di Palermo, ha lavorato su bovine Brune. In tutte le prove si è analizzato il latte per determinarne gli aspetti qualitativi.

Seven organic farms (3 beef cattle, 1 dairy buffaloes, 2 dairy sheep, 1 pigs) were used to calculate inter-observer reliability of resource and animal based-parameters assessed by 3 independent observers. Results showed a satisfactory inter-observer reliability among the observers, which was computed in terms of χ2 and degree of agreement for animal-based and resource parameters, respectively. In particular, frequencies of positive animals were similar for all variables apart from cleanliness in sheep (P

Laying hen diets are usually rich in pigments, often synthetic, in order to intensify yolk colour as consumers’ requested (Baroli et al., 1996). Nowadays the public concern is oriented toward food safety; so, it is important to substitute synthetic products with natural pigments. It is important to look for new alternative natural pigment sources such as Spirulina algae (Anderson et al., 1991; Ross and Domini, 1990) or Haemococcus pluvialis that also have a probiotic effect on animals. Lycopen is one of the new carotenoids that could be used in animal production. This is a tomato extracted pigment and it is important for its role of beta-carotene precursor, for its immunostimulant effects and for its dietary and nutritional value in human health (Franceschi et al., 1995; Porrini et al., 1998; Ribaya-Mercado et al., 1995; Riso et al., 1999)...

Since the exhalative crisis of 2002 cruises were carried out to investigate morphology, magnetic and gravity fields, fluid escape, plume anomalies, biological and microbiological activity, benthic fluxes, early diagenesis, mineralogy and geochemistry of water and sediments of the hydrothermal system of Panarea. The volcanic complex was mapped by multibeam, including backscatter analysis, and magnetometric surveys were done to detect low magnetization in areas with hydrothermal activity, i.e., vents, sulphide deposits, chimney fields. CTD by ship and on ROV detected acidic plumes at bottom (minimum pH value 6.5) and mid depths. An Automatic Benthic Chamber was deployed on a terrace (40m) and in depressions with gascharged and hydrothermally altered sediments (80m). At the 40m site, strong releases of Dissolved Inorganic Carbon (DIC) and Fe, Mn, Zn (75.7, 2.0, 2.9, 3.4 mmol m-2 day-1) were found. Average decrease of pH in the chamber was ~4 units day-1 with a H+ benthic flux of 0.32 mmol m-2 day-1). DIC values of seawater had average 2.3, increasing to 3.1 on degassing vents, while 7.5 mmol was measured on top of a bubbling core. ROV dives explored and sampled several sites; active chimneys (black, red crusts and yellowishorange precipitates at top) were recovered on the SE flanks of Basiluzzo; pH value of 5 was measured aboard on sediments. XRD and XRF data on the external crust showed Fe-Mn oxyhydroxides, including goethite and opal, with Co, Ce, Sr, Zn and Cu enrichments, whereas the inner part are depleted of Fe, Mn and other metals, mostly under detection limits. SEM imagery shows porous filamentous minerals, that are probably bacterial in origin. Dives to SW discovered fields of partially or totally relict chimneys at the same depth (~200m). Chimneys are present on the edges of slope failures and settled on areas of relative lower positive magnetic anomaly, indicating possible shallow depth level of hydrothermal alteration. Reddish crusts and sediments, and acid, gas boiling water (pH 5.5) were cored at 90 m depth upslope of the 'active' chimneys; upslope from the 'relict' chimney's fields, oxized-normal sediments were found. Biological investigations on the sediments revealed a community strongly dominated by the amphipod Ampelisca ledoyeri (43.8 % of the total abundance), probably dwelling in the tubepatches. Rare species were detected on the chimney's samples. The phylogenetic diversity of microbial communities in the precipitates collected on chimneys and on Bottaro vent was analyzed by bacterial and archaeal 16S rDNA clone libraries, showing a dominance of sulfur-oxidazing epsilon and gamma proteobacteria. Very interesting groups of archaea were revealed including methanotrophic Thermoplasmatales and members of SM1 candidate division. Overall prokaryotic diversity was found similar to that of deep sea hydrothermal vents and other sulfidic habitats. White microbial mats were found in an area S of Panarea, on a NS oriented fracture.

The present study was undertaken to evaluate the inter-observer reliability of a welfare monitoring scheme to be applied to sheep and compare the welfare state of the animals between 10 organic and 10 conventional sheep farms. The monitoring protocol proved to be feasible and reliable: a significant correlation between observers was observed for total score and all sheets, while the correlation was significant for all animal based parameters (integument alterations, animal dirtiness, hoof overgrowth and lameness, apart from lesions.

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