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Pochi sono i punti fermi nella biografia di Šabbeṯay Donnolo, il celebre medico e astronomo ebreo di Oria. A questi pochi dati, tuttavia, non è mai stata data grande attenzione, e infatti sono stati raramente e scarsamente elaborati, e soprattutto mai valutati nel loro contesto. In questo articolo sono presentate alcune riflessioni e congetture sulla vita di Donnolo e, fra l'altro, sul possibile collegamento fra la famiglia di suo nonno, R. Yo’el, e quella di R. Giuliu di Oria, noto soltanto dal celebre epitaffio bilingue di Anna da Oria. Si suggerisce quindi che Yo’el and Giuliu erano forse intesi come lo stesso nome, essendo il secondo una probabile resa vernacolare dl primo. Infine, sono riconsiderate alcune teorie sulla possibile presenza di parenti di Donnolo fra i discendenti di R. Amittay I di Oria, e discusse alcune possibili ragioni del silenzio su alcuni rami di quella famiglia nella Megillat Aḥima‘aṣ. On Šabbeṯay Donnolo’s biography There are few milestons in the biography of Šabbeṯay Donnolo, the famous South-Italian Jewish astronomer and physician from Oria (not far from Brindisi). But these data have never received much attention, were elaborated upon only rarely, and almost never evaluated in context. This paper presents some suggestions and conjectures concerning Donnolo’s life and, among others, the possible link between the family of his grandfather, R. Yo’el, and the family of R. Julius of Oria, only known from the famous bilingual epitaph of Anna from Oria. It suggests that Yo’el and Julius are possibly the same name, if the latter is meant as a vernacular interpretation of the former. Some theories also are reconsidered concerning the possible presence of Donnolo’s relatives among the descendants of R. Amittay I of Oria, and the possible reasons for the silence about some branches of this family in the Megillat Aḥima‘aṣ., Sefer yuḥasin ספר יוחסין | Review for the History of the Jews in South Italy Rivista per la storia degli ebrei nell’Italia meridionale, Vol 8 (2020): Sefer yuḥasin

The following four plant names published by Charles (Carlo) Carmichael Lacaita are lectotypified: Centaurea diomedea var. iapygica, Centaurea diomedea f. ambigua, Centaurea leucadea and Centaurea leucadea f. ambigua (Asteraceae).

The paper analyses the coastal system of Puglia, its uses and users. The resulting issues are thus highly complex and so the safeguarding of the wetland environments requires a vision that is broad, integrated and multidisciplinary in its approach to planning and management decisions.

Incredibile rinvenimento di materiale archeobotanico ben preservato in condizioni anerobici un pozzo databile al VII-VIII sec. presso l'insediamento bizantino in loc. Scorpo, Supersano

L'articolo esamina la transizione della produzione e della distribuzione della ceramica nel Salento tra tarda antichità ed alto medioevo in base alle più aggiornate ricerche archeologiche.

Nuovi approcci alla definizione di confini territoriali ed amministrativi durante il medioevo.

Pochi sono i giacimenti subacquei dell’antichità noti lungo la costa adriatica dell’Italia, pochissimi quelli indagati con scavi e indagini sistematiche: un numero esiguo, soprattutto rispetto alle cospicue testimonianze restituite dal Tirreno. Una riflessione merita la distribuzione cronologica di questi giacimenti, pur con le cautele che impone il carattere casuale e "provvisorio" della ricerca subacquea. Si presentano, per le varie fasi, i casi più emblematici di flussi commerciali e modelli di circolazione, che restituiscono l’immagine di un mondo vitale, animato da contatti, scambi, transazioni, teatro di coraggiosi navicularii e operosi officinatores.

This paper uses a combination of archaeological, geomorphological and radiometric data from the coast of Southern Apulia between Bari and Taranto for the reconstruction of sea-level change during the middle and late Holocene. In particular, beach sequences and wave­ cut platform suggest a relative sea-level highstand at about 1 ± 0.5 m a.s.l. at about 7.0-7.5 ka BP. Archaeological remains have been used as land or sea level indicators, the former represented by tombs, quarries, cisterns, the latter by harbour structures. The collected data show that sea level was lower than -3 m during t he Bronze Age; the catenae casts recognised on the submerged structures of the Roman augustan harbour of Egnatia (1st century BC) indicate a position of high tide sea level at about 3 m below present mean posi­tion. In summary, the comparison between geomorphological, archaeological and radiometric data suggests a high sea-level stand cor­responding to a maximum Holocen transgression at about 7.0-7.5 ka BP, followed firstly by a fall of sea level until the Bronze Age and then by a rise to the present position. This evidence is in contrast with the results of glacio-eustatic models and could be due to the fact that southern Italy is not involved in the flexural response to Northern Hemisphere deglaciation.

Descrizione delle strutture portuali sommerse di Egnazia (Br).

Il contributo prende in esame le evidenze archeologica lungo la costa della Puglia meridionale come markers delle variazioni relative del livello del mare e del profilo costiero al fine di restituire il paesaggio antico.

Il presente lavoro descrive le caratteristiche morfologiche della fascia litorale salentina (Adriatico meridionale e Ionio), nel tratto fra T.re Guaceto (BR) e P.ta Prosciutto (LE), al fine di individuare le zone più vulnerabili sottoposte all’erosione costiera naturale e/o indotta da fenomeni antropici. I risultati esposti sono parte dello studio rivolto alla “Classificazione e dinamica delle coste” eseguito nell’ambito del Progetto INTERREG II Italia – Grecia (Qualità dei sistemi marini costieri e proposte di localizzazione di aree marine protette), cofinanziato dall’Unione Europea e dalla Regione Puglia e gestito dal CoNISMa. Durante i rilevamenti geomorfologici sono stati raccolti informazioni di tipo qualitativo (costa alta rocciosa, costa rocciosa digradante piana, falesia, spiaggia sabbiosa, pocket beach, cordone dunare, ecc.) e semiquantitativo (ampiezza ed inclinazione della battigia, quota della berma ordinaria s.l.m., distanza della berma ordinaria dalla linea di riva, altezza e quota della duna e del piede della duna s.l.m.) in 61 punti stazione ubicati lungo i 280 km ad eccezione dell’area portuale di Brindisi e della zona militare a nord di S. Cataldo, nel settore adriatico. Quale risultato dei rilevamenti effettuati sono stati prodotti 69 fogli cartografici, utilizzando la base cartografica regionale alla scala 1:10.000, corredati da singole schede per ciascuno dei punti stazione, con la descrizione delle caratteristiche del tratto di costa interessato e da documentazione fotografica.

Il volume comprende due parti. Nella prima, sulla base di un'analisi lessicale e morfologica di alcuni indefiniti, si presenta un riesame del quadro geolinguistico di tutto il territorio pugliese. Nella seconda si affronta lo studio degli stessi fenomeni in un'area più ristretta, il Salento, tenendo conto della variazione sociale, della dinamica dei modelli storico linguistici, della dimensione diacronica.