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Il volume raccoglie una serie di scritti, che ruotano idealmente attorno a tre principali poli di ferimento. Il primo concerne il diritto delle prove penali, con l’esame, tra l’altro, della concezione semantica della verità nella sua applicazione al processo e della ripartizione dei poteri probatori tra giudice e parti. Il secondo concerne la questione dell’effettività del contraddittorio, con particolare riguardo alla tutela del diritto di difesa. Il terzo, ampliando la prospettiva alla salvaguardia di tutti i diritti fondamentali, affronta la tematica dei rapporti tra precetti sovranazionali e diritto interno, con particolare attenzione all’adeguamento dell’Italia alle condanne subite dalla Corte europea dei diritti dell’uomo

Esaminata l’incidenza nell’ordinamento interno delle sentenze di condanna della Corte europea dei ritti dell’uomo, si illustrano le confusioni in proposito e le non risolutive fughe in avanti della giurisprudenza italiana. Si analizzano quindi le attuali prospettive in materia di giudizio senza imputato e di altre violazioni dell’equità processuale, sostenendo che – in mancanza di una disciplina legislativa – la macroscopica difformità dal modello di giusto processo genera l’inesistenza giuridica del giudizio e quindi del giudicato. Infine si pone attenzione sia a una recente sentenza della Corte costituzionale relativa all’istituto della revisione sia all’attività legislativa in argomento

Il volume intende fornire una teoria generale della procedura penale, idonea a consentire un aggiornato apparato concettuale ai continui mutamenti normativi. A una prima sezione dedicata ai rapporti tra diritto e processo, ai modelli processuali e alla norma processuale, ne segue una seconda dove si presentano i lineamenti epistemologici della materia, trattando di prova, giudizio e verità, del lessico e della struttura della prova, del metodo probatorio giudiziario. La terza e ultima sezione affronta (in prospettiva costituzionale e sovranazionale) le tematiche della giurisdizione penale, dell’azione penale, della dialettica processuale, della presunzione d’innocenza, nonché della tutela della libertà personale e della privatezza nel processo penale.

Lo studio storico dell’esperienza giuridica nella ricostruzione del fatto (giungendosi attualmente al superamento della teoria del sillogismo giudiziale e all’accoglimento della concezione dialettica della prova), l’analisi del procedere giudiziale con particolare riguardo alle modalità del rapporto tra quaestio facti e quaestio iuris (di cui vengono esaminati i riflessi sulla competenza della Corte di cassazione), nonché il confronto tra l’attività del giudice e quella dello storico (al cui riguardo sono rilevate somiglianze e differenze), consentono di evidenziare non solo le peculiarità del lavoro giudiziario, ma anche la correlazione tra gli esiti delle tre diverse prospettive d’indagine.