The mermaid is one of the most famous Mediterranean myths, both in literature and in the arts. As a cultural macro-category that "explained" an experience of reality, the myth of the mermaid has been so transformed over the centuries and cultures that it has barely maintained the link with the celebrated Homeric episode. In "The Invention Collective", depicting a creature that could have been part of the fantastic zoology of Borges and Guerrero, René Magritte represents an “upside-down” mermaid. Significantly out of the water, the mermaid has human, female legs and the rest of the body of a fish. Already Diderot, in his "Pensées détachées", had already reported on the horror caused by an inverted mermaid. With the exception of the nomenclature of some sea mammals, mermaids do not exist. However, as Agamben suggests, speaking of the "Nymphs", they are "real", since they represent, as can be seen from the title of the painting by Magritte, a "collective invention", that is, a concept constructed to demonstrate the origin of mysterious aspects of reality. The "collective" invention of the mermaid’s myth, as Diderot and Magritte had observed, represents a reversal of the mythological narrative. In the perspective inaugurated by Diderot and Magritte, and through examples taken from works by Giraudoux, Tanizaki and D'Arrigo, we would like to argue that the modernity of the mermaid’s myth resides in the ambiguity and duality of its half figure. La sirena è uno dei miti mediterranei più proficui tanto in letteratura come nelle arti. Macro-categoria culturale che “spiegava” un’esperienza del reale, il mito della sirena si è talmente trasformato durante i secoli e le culture da parodiare o mantenere appena tenuemente il legame con il celebre episodio omerico. Magritte, ne “L’invention collective”, raffigurando una creatura che avrebbe potuto far parte della zoologia fantastica di Borges e Guerrero, presenta all’osservatore, una sirena “al rovescio”. Significativamente fuori dall’acqua, la sirena ha gambe umane, femminili e il resto del corpo di un pesce. Già Diderot, nei suoi “Pensées détachées”, aveva riferito dell’orrore provocato da una sirena rovesciata. Le sirene, ad eccezione della nomenclatura di alcuni mammiferi marini, non esistono. Tuttavia, come suggerisce Agamben parlando delle “Ninfe”, esse sono « reali », poiché rappresentano, come si evince dal titolo del quadro di Magritte, un’« invenzione collettiva », cioè un concetto costruito per dimostrare l’origine di aspetti misteriosi della realtà. L’invenzione “collettiva” del mito della sirena, come Diderot e Magritte avevano osservato, rappresenta un rovesciamento della narrazione mitologica. Nella prospettiva inaugurata da Diderot e Magritte, e attraverso esempi tratti da opere di Giraudoux, Tanizaki e D’Arrigo, intuiamo che la modernità del mito della sirena risieda nell’ambiguità e dualità della sua figura a metà.