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Il libro indaga il rapporto tra felicità e consumi, dando conto dell’ampio dibattito contemporaneo sul tema, svelando i paradossi, le ambiguità, i limiti che hanno caratterizzato questo rapporto sino a oggi. Sulla scia delle riflessioni alternative che stanno nascendo sul tema della “crescita”, propone una via di uscita all’empasse che stiamo vivendo: la felicità responsabile. Un’accezione di felicità che, partendo dal concetto di responsabilità sociale condivisa, è in grado di sviluppare una diversa definizione di “benessere” che consenta di cogliere il portato di forme di economia che mantengono sullo sfondo valori quali fiducia, reciprocità, solidarietà, equità, autenticità, sostenibilità, giustizia, inclusione sociale, mettendo in campo considerazioni morali e politiche.

Il consumerismo socialmente responsabile è una frontiera del green marketing. Questo saggio analizza il concetto di responsabilità sociali condivise e vuole comprendere in che modo una cultura della responsabilità possa coinvolgere imprese, consumatori e amministrazioni pubbliche in risposta alla crisi economica che stiamo vivendo.

Il saggio affronta il tema del consumerismo politico ricollocandolo all'interno della responsabilità sociale, valutando il ruolo delle partnership pubblico, privato e privato sociale

La prefazione rilegge il fenomeno del second hand alla luce dell'approccio del consumo come linguaggio, sviluppando l'idea che il riuso possa essere a fondamento della produzione di capitale sociale.

Questo saggio discute il tema del cittadino-consumatore e ne definisce i contorni nell'ottica della cittadinanza responsabile.

L'articolo tratta il tema della felicità e del benessere secondo una accezione che supera l'individualismo ontologico tipico dell'Homo Oeconomicus per recuperare una dimensione collettiva del benessere medesimo e lo ricolloca nelle esperienze di consumo moralmente orientate.

Il contributo si propone di rivisitare la teoria del consumatore nelal società globale alla luce dei processi della individualizzazione e della responsabilizzazione per definire un paradigma antiutilitarista e valido per la comprensione delle azioni di consumo oggi.

l'oggetto indagato in questo contributo è il sistema alimentare inteso come sistema simbolico e le implicazioni concernenti la sua collocazione nell'ambito dello studio della società globale.

Nel volume sono presentati ed analizzati i dati della ricerca svolta a livello nazionale che si propone di verificare attraverso un campione statisticamente rilevante che si propone di capire quanto il consumatore responsabile incide sul mercato. La ricerca è il risultato della collaborazione di quattro università milano statale, bologna, milano università cattolica sacro cuore, trento. Gli aromenti sono plurimi: commercio equo e solidale, cause related marketing, responsabilità sociale di impresa, biologico, moeldldi di spesa e di risparmio.

The purpose of this paper is to show how visual sociology may help to understand consumption practices in global society. The theoretical frame used combines social phenomenology and cultural anthropology, as proposed by Mary Douglas (1979) and more recently by Molotch (2003). According to these authors, not only does the sociology of consumption study the economic exchange of goods; it also analyses the consump-tion system as a set of culturally oriented practices. From this point of view consumption practices are an expression of the culture in which they are found, since they can provide information on such cultural sys-tem (Douglas and Isherwood 1979). I am mainly interested in the cul-tural biography of things (Igor Kopytoff 1986), because I believe that culture comes before usefulness as a criterion for the choice of objects (Sahlins 1978), and not vice versa. This analisys of people’s relation to objects is important in order to un-derstand how the meanings of objects change in a global society where culture is becoming increasingly glocal as the result of the exchange between the local and the global dimension. My approach, therefore, emphasizes the diachronic dimension of culture, that is its movements, since, like Appadurai, I believe that culture is a flow and that consumer objects play a role in the processes of symbolic appropriation of indi-viduals’ times and spaces in the glocal world. The contribution of visual sociology is very important because it gives visual and concrete examples of the cultural practices which are dealt with by sociological theory at the abstract level. Images, four visual in-dicators have been considered, are indeed a useful tool to analyse the processes through which individuals interpret and translate the mean-ings of goods in their everyday lives, because they show us how ob-jects, through their use, help delimit the individuals’ spaces and times.

Il saggio discute dell'importanza delle narrazioni del consumo nell'immaginario sociale, andando ad indagare il ruolo dei produttori e soprattutto dei consumatori che nel mondo della vita quotidiana rielaborano e riproducono sistemi di simboli, segni ed immagini

il saggio tratta del rapporto tra consumi e società in una società globale detta società del consumo. Concetti quali esperienza, emozioni, performance, responsabilità permettono di parlare di centralità dei consumi a fondamento delle identità sociali del consumo.

L'articolo affronta il rapporto tra consumo e globalizzazione mettendo in luce quanto esso si possa interpretare attraverso la categoria della contrapposizione inclusiva, categoria sociologia atta a definire i confini delle antinomie e paradossi del vivere in una società globale dal punto di vista culturale

la dimensione spettacolare come espressione innoivativa del mondo del consumo. Le esperienze e i nuovi luoghi del consumo. Verso un consumo performativo