In presenza di nuovi strumenti inventariali, nonché di una diffusa disponibilità delle Soprintendenze archivistiche a mettere a disposizione i dati in loro possesso, anche se non ancora editi on line o a stampa, questo contributo costituisce l’occasione per riprendere il censimento della documentazione criminale avviato da Andrea Zorzi all’inizio degli anni Novanta. È parso inoltre opportuno ripensare alcuni degli interrogativi suggeriti al termine del convegno senese su La documentazione degli organi giudiziari nell’Italia tardo-medievale e moderna, i cui atti sono stati editi nel 2012, per riflettere ulteriormente e chiarire meglio i quesiti posti in merito ad aspetti legati alla produzione e conservazione di documentazione giudiziaria d’ambito criminale, nei suoi rapporti col contestuale sistema documentario notarile d’ambito civile e privato, nonché con le linee di tradizione rappresentate dai sistemi archivistici diffusi in quasi tutti gli Stati italiani a partire dalla prima Età moderna. Having available new archival instruments (guides and inventories), as well as a wide helpfulness of the Soprintendenze archivistiche to share their own data, even if not yet published on line or in print, this paper aims to represent a chance to resume the census of mediaeval criminal documents started by Andrea Zorzi in the early nineties. It seemed also appropriate to think back some of the questions suggested at the end of the Sienese conference on The documents of the judiciary courts in late-mediaeval and early-modern Italy, whose proceedings were published on 2012. This in order to reflect even more and better clarify some issues concerning the production and preservation of criminal judicial documentation, in its relationship with the context of civil and private notarial documents and with the main archival systems almost everywhere widespread in the Italian states since the early modern age.