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Questa tesi di laurea è uno studio del resoconto storico di una eruzione vulcanica tramite analisi della attendibilità delle fonti storiche combinata con la conoscenza della stratigrafia dei depositi vulcanici e la storia eruttiva. Il manoscritto intitolato “Vita Willibaldi episcopi Eichstetensis”, risalente al IX secolo AD, descrive gli aspetti salienti della vita di San Willibald (700-786/787) da parte di Hugeburc, monaca e parente di Willibald. In questo testo agiografico-biografico, in realtà più simile a un diario di viaggio, sono riportati i fatti principali riguardanti il pellegrinaggio di Willibald in Terrasanta avvenuto nel decennio 720-730 AD, e viene anche descritta in notevole dettaglio una eruzione vulcanica avvenuta nel 729 AD alle isole Eolie. La localizzazione di tale eruzione è stata oggetto di controversia tra storici e vulcanologi, con due tradizioni interpretative opposte che localizzano l’eruzione nel cono di La Fossa a Vulcano o al Monte Pilato a Lipari. In questo lavoro di tesi si è proceduto ad analizzare le informazioni desunte dal testo storico, sia dal punto di vista della attendibilità delle fonti che del loro significato specifico. In seguito i dati raccolti sono stati argomentati per confronto con la conoscenza delle eruzioni delle isole di Lipari e Vulcano che può essere ricavata dallo studio del record geologico e stratigrafico degli ultimi 2 ka. Dal punto di vista storico è stato chiarito che il resoconto di Willibald si riferisce con tutta probabilità ad una eruzione a Vulcano, come chiaramente indicato dal riferimento all’”Inferno di Teodorico”, che classicamente era considerato indicare il cono di La Fossa. Tale attribuzione è stata poi discussa dal punto di vista vulcanologico, chiarendo come non ci siano sostanziali elementi contrari ad una eruzione a Vulcano con le caratteristiche descritte. L’indicazione di una eruzione a Vulcano nel 729 AD fornisce elementi utili alla ricostruzione della storia eruttiva sull’isola.

Gli aneurismi dell’aorta addominale (EVAR) sono una delle cause principali di morte al mondo. L’uso di endoprotesi rappresenta una valida alternativa alla tradizionale chirurgia aperta ed è al momento la metodologia più utilizzata per il trattamento di tali patologie. L'angiografia è un esame radiologico che consente la visualizzazione di determinati distretti vascolari al fine di studiarne morfologia e decorso e svelarne possibili alterazioni. L’uso della CO2 come mezzo di contrasto alternativo a quello iodato sta prendendo sempre più campo negli ultimi anni, ma ad oggi, la maggior parte delle tecniche prevede iniezioni attraverso un’operazione di tipo manuale, in cui non è possibile esercitare alcun controllo sulla pressione d’iniezione del gas. L'iniettore Angiodroid ha permesso di standardizzare tale processo consentendo di settare con precisione i parametri di iniezione. L’obiettivo di questo lavoro è quello di definire delle metodologie per calcolare i parametri di pressione, che possano essere utilizzati in futuro all’interno di un protocollo per l’utilizzo dell’iniettore Angiodroid, nel trattamento di EVAR. Il lavoro è stato sviluppato in due fasi: una fase di studio per comprendere i principi dell'angiografia e le proprietà della CO2 nel sistema vascolare attraverso l'osservazione diretta di procedure in sala operatoria. La seconda caratterizzata da un'attività di sperimentazione su un simulatore meccanico di aorta addominale, in laboratorio. I risultati ottenuti hanno dimostrato come attraverso misure specifiche riguardanti la resistenza idraulica dei cateteri e della linea monouso dell’iniettore Angiodroid e le grandezze endovascolari, sia possibile prevedere particolari situazioni di riempimento vascolare con la CO2. La definizione di parametri di iniezione oggettivi rappresenta una necessità, per poter rendere l’imaging con CO2 sempre più attendibile e ridurre l’utilizzo di mezzi di contrasto nefrotossici salvaguardando la salute del paziente.

Questa tesi di laurea è uno studio del resoconto storico di una eruzione vulcanica tramite analisi della attendibilità delle fonti storiche combinata con la conoscenza della stratigrafia dei depositi vulcanici e la storia eruttiva. Il manoscritto intitolato “Vita Willibaldi episcopi Eichstetensis”, risalente al IX secolo AD, descrive gli aspetti salienti della vita di San Willibald (700-786/787) da parte di Hugeburc, monaca e parente di Willibald. In questo testo agiografico-biografico, in realtà più simile a un diario di viaggio, sono riportati i fatti principali riguardanti il pellegrinaggio di Willibald in Terrasanta avvenuto nel decennio 720-730 AD, e viene anche descritta in notevole dettaglio una eruzione vulcanica avvenuta nel 729 AD alle isole Eolie. La localizzazione di tale eruzione è stata oggetto di controversia tra storici e vulcanologi, con due tradizioni interpretative opposte che localizzano l’eruzione nel cono di La Fossa a Vulcano o al Monte Pilato a Lipari. In questo lavoro di tesi si è proceduto ad analizzare le informazioni desunte dal testo storico, sia dal punto di vista della attendibilità delle fonti che del loro significato specifico. In seguito i dati raccolti sono stati argomentati per confronto con la conoscenza delle eruzioni delle isole di Lipari e Vulcano che può essere ricavata dallo studio del record geologico e stratigrafico degli ultimi 2 ka. Dal punto di vista storico è stato chiarito che il resoconto di Willibald si riferisce con tutta probabilità ad una eruzione a Vulcano, come chiaramente indicato dal riferimento all’”Inferno di Teodorico”, che classicamente era considerato indicare il cono di La Fossa. Tale attribuzione è stata poi discussa dal punto di vista vulcanologico, chiarendo come non ci siano sostanziali elementi contrari ad una eruzione a Vulcano con le caratteristiche descritte. L’indicazione di una eruzione a Vulcano nel 729 AD fornisce elementi utili alla ricostruzione della storia eruttiva sull’isola.

Gli aneurismi dell’aorta addominale (EVAR) sono una delle cause principali di morte al mondo. L’uso di endoprotesi rappresenta una valida alternativa alla tradizionale chirurgia aperta ed è al momento la metodologia più utilizzata per il trattamento di tali patologie. L'angiografia è un esame radiologico che consente la visualizzazione di determinati distretti vascolari al fine di studiarne morfologia e decorso e svelarne possibili alterazioni. L’uso della CO2 come mezzo di contrasto alternativo a quello iodato sta prendendo sempre più campo negli ultimi anni, ma ad oggi, la maggior parte delle tecniche prevede iniezioni attraverso un’operazione di tipo manuale, in cui non è possibile esercitare alcun controllo sulla pressione d’iniezione del gas. L'iniettore Angiodroid ha permesso di standardizzare tale processo consentendo di settare con precisione i parametri di iniezione. L’obiettivo di questo lavoro è quello di definire delle metodologie per calcolare i parametri di pressione, che possano essere utilizzati in futuro all’interno di un protocollo per l’utilizzo dell’iniettore Angiodroid, nel trattamento di EVAR. Il lavoro è stato sviluppato in due fasi: una fase di studio per comprendere i principi dell'angiografia e le proprietà della CO2 nel sistema vascolare attraverso l'osservazione diretta di procedure in sala operatoria. La seconda caratterizzata da un'attività di sperimentazione su un simulatore meccanico di aorta addominale, in laboratorio. I risultati ottenuti hanno dimostrato come attraverso misure specifiche riguardanti la resistenza idraulica dei cateteri e della linea monouso dell’iniettore Angiodroid e le grandezze endovascolari, sia possibile prevedere particolari situazioni di riempimento vascolare con la CO2. La definizione di parametri di iniezione oggettivi rappresenta una necessità, per poter rendere l’imaging con CO2 sempre più attendibile e ridurre l’utilizzo di mezzi di contrasto nefrotossici salvaguardando la salute del paziente.