Così come nell’arte giapponese del kintsugi, laddove i frammenti di ceramiche rotte vengono ricomposti mediante l’inserto di polvere d’oro, nell’installazione Canapa Nera, presentata dalla Regione Umbria in occasione della Milano Design Week 2018, la preziosità del materiale è stata sostanziata da un mix alchemico composto amalgamando le speranze che vibrano nelle fibre della canapa nera della Valnerina con i ricordi che impregnano le macerie dei muri diruti di Norcia a seguito degli eventi sismici che nel 2016 hanno sconvolto l’Italia Centrale. Canapa Nera era un lungo muro bifronte, caratterizzato da un lato da un polittico di undici grandi tele di canapa ispirate alle trame e ai colori della fioritura annuale del Pian Grande e dall’altro lato da un’esplosione caotica di macerie variegate il cui recupero ha comportato difficoltà tanto operative quanto interpretative, perché legate sia al prelievo sia all’individuazione delle tecniche di rilievo più idonee. Nell’ambito dello studio affrontato, la misurazione e la restituzione grafica delle singole macerie sono state finalizzate a esaltarne il valore identitario, celebrato attraverso la ricomposizione di un insieme frammentato, disseminato tra vuoti. Rendendo misurabile lo spazio poetico che marca lo scarto tra il dolore e la speranza. Così come nell’arte giapponese del kintsugi, laddove i frammenti di ceramiche rotte vengono ricomposti mediante l’inserto di polvere d’oro, nell’installazione Canapa Nera, presentata dalla Regione Umbria in occasione della Milano Design Week 2018, la preziosità del materiale è stata sostanziata da un mix alchemico composto amalgamando le speranze che vibrano nelle fibre della canapa nera della Valnerina con i ricordi che impregnano le macerie dei muri diruti di Norcia a seguito degli eventi sismici che nel 2016 hanno sconvolto l’Italia Centrale. Canapa Nera era un lungo muro bifronte, caratterizzato da un lato da un polittico di undici grandi tele di canapa ispirate alle trame e ai colori della fioritura annuale del Pian Grande e dall’altro lato da un’esplosione caotica di macerie variegate il cui recupero ha comportato difficoltà tanto operative quanto interpretative, perché legate sia al prelievo sia all’individuazione delle tecniche di rilievo più idonee. Nell’ambito dello studio affrontato, la misurazione e la restituzione grafica delle singole macerie sono state finalizzate a esaltarne il valore identitario, celebrato attraverso la ricomposizione di un insieme frammentato, disseminato tra vuoti. Rendendo misurabile lo spazio poetico che marca lo scarto tra il dolore e la speranza.