L’ultimo incompiuto di Pier Paolo Pasolini,Petrolio, rappresenta una sfida formale e contenutistica al potere, all’individuo borghese, al critico dell’establishment. Sistematica unicamente nel suo disordine, quest’opera rivela ad uno scrutinio più attento la sua natura intenzionalmente infinita piuttosto che incompiuta: Pasolini traccia uno schizzo non solo delle connivenze politiche e collusioni intellettuali del potere economico nell’Italia del secondo dopoguerra, ma alterna alla cronaca il racconto fantastico, il mistero religioso, la fiaba e, soprattutto, la parabola erotica. In una riflessione che molto ha in comune con il pensiero di Michel Foucault e Giorgio Agamben, l’autore individua nel corpo l’oggetto sacro di tale potere.Petroliotestimonia di una violenta opposizione che si traduce letterariamente in un anti-romanzo, un romanzo “esploso,” rizomatico, trasversale a generi letterari e registri linguistici. Il presente contributo analizza l’alterità diPetrolionon solo nei termini di reazione poetica alle mutate condizioni sociali italiane ma, soprattutto, come viaggio meta-diegetico e anti-biopolitico dell’autore e di chi lo legge nei luoghi oscuri della cultura borghese, in una sessualità estatica che, lungi dall’essere pretesto per divagazioni lubriche, diventa perno di una resistenza la quale, per sfuggire all’egemonia del Discorso, sceglie la forma carsica di un misticismo impuro. [ABSTRACT FROM PUBLISHER]