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È stato richiesto di effettuare una valutazione di rischio per la salute di una popolazione esposta ad un contaminante presente nell'acqua potabile di rete, per il quale non esistono valori limite e le informazioni tossicologiche sono estremamente scarse e lacunose. Il prodotto chimico in esame è il tri-isopropil-fosfato, un estere fosforico con un limitato impiego quale agente bagnante nell'industria tessile e le cui caratteristiche di moderata lipofilicità lo rendono oggetto di accumulo nei compartimenti lipidici dell'organismo. L'adozione di un approccio farmacocinetico basato su alcune assunzioni ragionevoli circa il valore dell'emivita biologica del composto e sull'assenza di metabolismo degradativo della sostanza nell'uomo ha consentito di stimarne il carico corporeo allo stato stazionario e le concentrazioni massime raggiungibili nel compartimento acquoso (nano-molari) e lipidico (micromolari). Altre ragionevoli assunzioni circa l'assenza di attività biologica nei confronti dei bersagli molecolari 'classici' degli esteri organi fosforici (inibizione dell'acetil-colinesterasi e delle esterasi plasmatiche responsabili della neuropatia ritardata) alle concentrazioni stimate nei compartimenti biologici potenzialmente coinvolti negli effetti biologici avversi hanno consentito di formulare un parere tranquillizzante sull'immediata pericolosità dell'impiego dell'acqua potabile contaminata da parte della popolazione generale. Su questa base è stato possibile suggerire di non doversi sospendere o limitare l'uso dell'acqua potabile contaminata nel corso dei lavori di bonifica comunque necessari per ripristinare la salubrità dell'approvvigionamento di acqua per le popolazioni interessate. [ABSTRACT FROM AUTHOR]