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Background: The neuropsychological profile of children with sex chromosome trisomies [SCTs] is frequently characterised by delays and impairments in language development. However, no studies so far have specifically investigated their narrative competence. Aims: The aim of the study was to analyse the oral narrative competence of preschool children with SCTs due to the importance of this skill for language development and learning abilities. Methods and procedures: Participants were 34 Italian children with SCTs one-to-one matched by age and sex to typically developing [TD] children. A storytelling task, the Narrative Competence Task, was used to assess the macrostructural and microstructural features of the children's narratives. Outcomes and results: Children with SCTs showed significantly lower scores than TD peers in all the narrative indices considered, except for mental state lexicon and story length in words. Conclusions and implications: The problems found in narrative competence confirmed the existence of difficulties in the language development of children with SCTs. Narrative difficulties could affect these children's future learning skills and academic achievements.

Riassunto Obiettivi L’obiettivo della presentazione di questo caso clinico e descrivere l’approccio chirurgico a un’ampia lesione cistica associata a terzo molare inferiore incluso. L’intervento chirurgico era reso difficoltoso dalle notevoli dimensioni della lesione e dai rapporti di contiguita con le strutture nobili adiacenti. Materiali e metodi Gli autori presentano un caso di lesione osteolitica odontogena di tipo cistico di notevoli dimensioni situata nel ramo mandibolare di destra, associata a terzo molare inferiore incluso. Si era optato per un intervento di cistectomia ad accesso vestibolare con massimo rispetto dei tessuti sani circostanti e con la contemporanea rimozione del terzo molare inferiore incluso. L’esame istologico aveva permesso di formulare la diagnosi iniziale di cheratocisti odontogena. Risultati Il controllo radiografico postoperatorio, eseguito a 2 anni dall’intervento, mostra una rigenerazione quasi completa del tessuto osseo riassorbito. Il paziente non ha avuto alcuna complicanza neurologica ne alcuna recidiva. Conclusioni L’intervento proposto, di particolare complessita a causa della vicinanza di strutture anatomiche a rischio, ha permesso di rimuovere la lesione con il massimo rispetto dei tessuti sani circostanti.