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Venus is a natural laboratory to study the atmospheric circulation on a slowly rotating planet. The dynamics of its upper atmosphere (60-120 km) is not only a combination of retrograde zonal wind found in the lower mesosphere and solar-to-antisolar winds that characterize the thermosphere, but in addition, strong turbulence and a dramatic variability both on day-to-day as well as longer timescales characterize this atmospheric layer. Moreover, several wavelike motions with different length scales were detected at these altitudes within and above the clouds and they are supposed to play an important role in the maintenance of the atmospheric circulation on Venus. The basic processes maintaining the super-rotation (an atmospheric circulation located at the clouds level and being 80 times faster than the rotation of the planet itself) and other dynamical features of Venus circulation are still poorly understood [1]. Different techniques have been used to obtain direct observations of wind at various altitudes: tracking of clouds in ultraviolet (UV) and near infrared (NIR) images give information on wind speed at cloud top (~70 km altitude) [2] and within the clouds (~61 km, ~66 km) [3], while ground-based measurements of doppler-shift in CO2 band at 10 μm [4] and in several CO (sub-)millimeter lines [5,6] sound thermospheric and upper mesospheric winds, showing strong variability. In the mesosphere, at altitudes where direct observations of wind are not possible, zonal wind fields can be derived from the vertical temperature structure using the thermal wind equation. Previous studies [7,8,9] showed that on slowly rotating planets, like Venus and Titan, the strong zonal winds at cloud top can be successfully described by an approximation of the Navier–Stokes equation, the cyclostrophic balance in which equatorward component of centrifugal force is balanced by meridional pressure gradient. We will present zonal thermal winds derived by applying the cyclostrophic balance from the Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer (VIRTIS) temperature retrievals. VIRTIS was one of the experiments on board the European mission Venus Express [10]. It consisted of two channels: VIRTIS-M and VIRTIS-H. For this study, we will analyze the complete VIRTIS dataset acquired between December 2006 and January 2010 [11,12]. References [1] Sanchez-Lavega, A. et al. (2017) Space Science Reviews, Volume 212, Issue 3-4, pp. 1541-1616. [2] Goncalves R. et al. Atmosphere, 12:2., 2021. doi: 10.3390/atmos12010002. [3] Hueso, R. et al. (2012) Icarus, Volume 217, Issue 2, p. 585-598. [4] Sornig, M. et al. (2013) Icarus 225, 828–839. [5] Rengel, M. et al. (2008) PSS, 56, 10, 1368-1384. [6] Piccialli, A. et al. A&A, 606, A53 (2017) DOI: 10.1051/0004-6361/201730923 [7] Newman, M. et al. (1984) J. Atmos. Sci., 41, 1901-1913. [8] Piccialli A. et al. (2008) JGR, 113,2, E00B11. [9] Piccialli A. et al. (2012) Icarus, 217, 669–681 [10] Drossart, P. et al. (2007) PSS, 55:1653–1672 [11] Grassi D. et al. (2008) JGR., 113, 2, E00B09. [12] Migliorini, A. et al. (2012) Icarus 217, 640–647.

The ESA mission Comet Interceptor will target an Oort or interstellar comet during its first approach to the Sun. Meanwhile, the Vera Rubin LSST Survey will observe hundreds of active comets per month beyond 4 au from the Sun, where water vapor pressure is expected to be too low to eject dust. We discuss observations of dust tails at heliocentric distances larger than 4 au in order to retrieve the physical parameters driving cometary activity beyond Jupiter by means of a probabilistic tail model, which is consistent with the activity model defining the gas coma parameters due to the sublimation of carbon monoxide, molecular oxygen, methane, ethane and carbon dioxide since the activity onset at 85 au from the Sun. We find that: (i) All the observed dust tails are consistent with the adopted activity model; (ii) The tail fits depend on three free parameters only, all correlated to the nucleus size; (iii) Tail fits are always improved by anisotropic dust ejection, suggesting activity of Oort nuclei dominated by seasons; (iv) Inbound seasons suggest cometary activity before the ejection of protocomets into the Oort cloud, as predicted by the activity model; (v) Oort nuclei larger than 1 km may be characterized by a fallout up to ≈100 m thick deposited during ≈60 yr inbound; (vi) On the other side, Oort nuclei smaller than 1 km may appear more pristine than Jupiter Family Comets when observed at 1 au from the Sun.

Juno è una missione NASA del programma New Frontiers lanciata il 5 agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral. Obiettivo scientifico primario della missione è migliorare significativamente la comprensione della formazione, l'evoluzione e la struttura di Giove. L’accordo con NASA per Juno è sostanziato e supportato da un MoU firmato da NASA ed ASI il 22 giugno del 2011 e da vari Technical Agreements tra le varie istituzioni partecipanti al progetto firmati anche da IAPS-INAF ed ASI (tra gli ultimi firmati segnaliamo TA 7769-10C del 2014 TA 3307-11C del 2013). JIRAM, oggetto di questo progetto, contribuisce alla missione fornendo osservazioni dell’atmosfera e dell’aurore gioviane. JIRAM è stato realizzato dalla LEONARDO SpA con il finanziamento dell’ASI e la responsabilità scientifica del suo utilizzo è dell’IAPS-INAF. JIRAM è costituto da uno spettrometro che lavora nell’intervallo spettrale 2-5 µm e da una fotocamera in grado di effettuare immagini del pianeta nelle bande spettrali L (aurore) e M (atmosfera). La fotocamera e lo spettrometro sono otticamente accoppiati in modo che per un definito numero di pixel della banda M della fotocamera si possa avere contemporaneamente l’informazione spettrale. Va ricordato che lo strumento opera a bordo di un satellite rotante (2 rpm), in un campo magnetico planetario particolarmente forte dove sono presenti intensi campi di radiazione ed ha un sistema di controllo termico passivo. L’immissione in orbita (JOI) è stata effettuata il 5 luglio 2016 e la fine della missione (de-orbiting) è prevista per il 30 luglio 2021. Sono state pianificate 34 orbite di durata media di circa 53 giorni. A settembre 2020 è stata presentata alla NASA la proposta per ottenere una estensione della missione fino al 2025, arrivando a compiere 76 orbite in totale. La proposta è stata approvata dalla NASA con budget Medio l’8 gennaio 2021. Durante questa fase estesa della missione sono previsti 16 flyby ravvicinati alle lune galileiane e le orbite si accorceranno fino ad arrivare a durare 33 giorni. Il passaggio dall’attuale fase di missione a quella estesa è avvebuto al peri-Giove 34, con un’orbita che è diventata di 43giorni. A gennaio 2021 sono stati rilasciati i primi kernels di riferimento per la pianificazione della fase estesa della missione. La nuova Generic Science Sequence, elaborata nella RA8 è diventata eseguibile dall’orbita 31. Da Aprile 2022, inizio del periodo di tempo coperto dall’ultima fase di questo accordo, JIRAM ha potuto lavorare durante tutti i peri-Giove che si sono succeduti, con l'eccezione dell PJ43, per il quale è presentato un report. I risultati presentati in questo rapporto coprono quindi i passaggi dal 42 al 45, le elaborazioni dei dati raccolti nei precedenti passaggi a Giove e le pianificazioni dei passaggi immediatamente successivi al 45.

Juno è una missione NASA del programma New Frontiers lanciata il 5 agosto 2011 dalla base di Cape Canaveral. Obiettivo scientifico primario della missione è migliorare significativamente la comprensione della formazione, l'evoluzione e la struttura di Giove. L’accordo con NASA per Juno è sostanziato e supportato da un MoU firmato da NASA ed ASI il 22 giugno del 2011 e da vari Technical Agreements tra le varie istituzioni partecipanti al progetto firmati anche da IAPS-INAF ed ASI (tra gli ultimi firmati segnaliamo TA 7769-10C del 2014 TA 3307-11C del 2013). JIRAM, oggetto di questo progetto, contribuisce alla missione fornendo osservazioni dell’atmosfera e dell’aurore gioviane. JIRAM è stato realizzato dalla LEONARDO SpA con il finanziamento dell’ASI e la responsabilità scientifica del suo utilizzo è dell’IAPS-INAF. JIRAM è costituto da uno spettrometro che lavora nell’intervallo spettrale 2-5 µm e da una fotocamera in grado di effettuare immagini del pianeta nelle bande spettrali L (aurore) e M (atmosfera). La fotocamera e lo spettrometro sono otticamente accoppiati in modo che per un definito numero di pixel della banda M della fotocamera si possa avere contemporaneamente l’informazione spettrale. Va ricordato che lo strumento opera a bordo di un satellite rotante (2 rpm), in un campo magnetico planetario particolarmente forte dove sono presenti intensi campi di radiazione ed ha un sistema di controllo termico passivo. L’immissione in orbita (JOI) è stata effettuata il 5 luglio 2016 e la fine della missione (de-orbiting) è prevista per il 30 luglio 2021. Sono state pianificate 34 orbite di durata media di circa 53 giorni. A settembre 2020 è stata presentata alla NASA la proposta per ottenere una estensione della missione fino al 2025, arrivando a compiere 76 orbite in totale. La proposta è stata approvata dalla NASA con budget Medio l’8 gennaio 2021. Durante questa fase estesa della missione sono previsti 16 flyby ravvicinati alle lune galileiane e le orbite si accorceranno fino ad arrivare a durare 33 giorni. Il passaggio dall’attuale fase di missione a quella estesa è avvebuto al peri-Giove 34, con un’orbita che è diventata di 43giorni. A gennaio 2021 sono stati rilasciati i primi kernels di riferimento per la pianificazione della fase estesa della missione. La nuova Generic Science Sequence, elaborata nella precedente RA è diventata eseguibile dall’orbita 31. Da Novembre 2021, inizio del periodo di tempo coperto dall’ultima fase di questo accordo, JIRAM ha potuto lavorare durante tutti i peri-Giove che si sono succeduti. I risultati presentati in questo rapporto coprono quindi i passaggi dal 38 al 41, le elaborazioni dei dati raccolti nei precedenti passaggi a Giove e le pianificazioni dei passaggi immediatamente successivi al 41

Since its first identification on the surface of Ganymede in 1995, molecular oxygen (O2) ice has been at the center of a scientific debate as the surface temperature of the Jovian moon is on average well above the freezing point of O2. Laboratory evidence suggested that solid O2 may either exist in a cold (, Accepted for publication in Icarus

This test report provides a summary of the Thermo-Vacuum Test results on the QM and FM shutter units, a mechanical part of the spectrometer MAJIS (Moon And Jupiter Imaging Spectrometer), a payload instrument on board of the JUCE (JUpiter ICy moons Explorer) mission. The shutter actuator is composed by an electromagnetic brushless actuator mounted with an aluminium blade. The aims of the actuator are to maintain the blade in two stable positions (open and closed), to rotate the blade from one position to other in a time less than 300ms and a low power consumption. These tests have been conducted to demonstrate the capability of the shutter to operate according to requirements in vacuum at predefined temperature conditions. The target temperatures for the QM model are Top-Min = 100K and Top-Max = 165K and pressures less than 1 mbar. A total number of thermo-vacuum cycles of 42 are requested, including an extra hot point at 337K but only for the first cycle at the beginning. A slope of 2.7K/min has been agreed and planned for all the cycles. For the life test, performed only on the QM1, selected as reference, a total number of 1500 cycles at the same conditions of T and P are requested. For what concerns the test performed on the FM model, the target temperature is Top-Min = 105K and Top-Max = 160K. A total number of thermo-vacuum cycles of 4 are requested, including an extra hot point at 337K but only for the first cycle at the beginning. A slope of 2.7K/min has been agreed and planned for all the cycles.