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A man lying down in a lawn, lied on an elbow, enjoyed his own freedom; he felt happy even if a big factory throwing up smoke threatens on the background. However, the idleness does not last long. Two policemen stopped the reverie of the vagabond, toke him and forced to work; “work make men free”, before Auschwitz. Forcing to the freedom – a different freedom than that one can be thought by stargazing in suburbs – included the obligation to the work.The essay analyzed the topic of the right to the idleness in painting and film works by Georges Seurat, Paul Signac, René Clair, and Marija Lebedeva., Un uomo sdraiato in un prato, poggiato su un gomito, si gode la sua libertà; è felice anche se all'orizzonte incombe una gran fabbrica che vomita fumo. Ma quell'ozio felice dura poco. Due gendarmi interrompono le fantasticherie del vagabondo sollevandolo di peso e obbligandolo al lavoro; anche prima di Auschwitz si sapeva che "il lavoro rende liberi". L'obbligo alla libertà - a una libertà diversa da quella immaginata sognando a occhi aperti in un povero prato di periferia - comporta in questo caso come primo corollario l'obbligo al lavoro.Il saggio affronta il tema del diritto all’ozio nelle opere di pittoriche e cinematografiche di Georges Seurat, Paul Signac, René Clair e Marija Lebedeva.

La sexualité médiévale et ses représentations continuent de questionner la critique. Encore trop souvent naïvement conçu comme une période écartelée entre une chasteté toute religieuse et une paillardise carnavalesque, le Moyen Âge a pourtant su montrer une grande diversité de conceptions dans ce domaine. La récente Anthologie de la littérature érotique au Moyen Âge est, de ce point de vue, une piqûre de rappel salutaire pour ces enjeux. Avec ce recueil, Corinne Pierreville propose une petite...

Una ricerca esplorativa sui piaceri nei club di musica elettronica An exploratory study about pleasure in Electronic Dance Music clubs

L’ode 3.12 di Orazio, tra le meno studiate del poeta, presenta alcune singolarità formali e tematiche (la ‘simulazione’ della voce femminile, il lamento per la condizione di vita della donna, privata dei piaceri concessi ai coetanei maschi, etc.) che per certi aspetti la assimilano alle Heroides di Ovidio. L’ode, un originale sviluppo di un testo-modello di Alceo a noi pervenuto solo in forma frammentaria, e la cui protagonista, Neobule, richiama un famoso personaggio di Archiloco, mette in scena un confronto culturale tra mondo greco e mondo romano, sul quale si innesta un altro, marcato confronto di gender, di genere sessuale. Il tema presenta vistosi e importanti paralleli con altri autori latini e greci (da Ovidio a Museo fino ad Agazia, per poi passare ad alcuni grandi testi della letteratura europea) e sembra rinviare a una sua diffusa presenza, solo parzialmente documentata, nella cultura letteraria ellenistica. La tematica amorosa, e l’adozione di un punto di vista (se non della stessa voce) femminile, accostano quest’ode oraziana all’elegia erotica latina, e in particolare a Sulpicia, aprendo uno spiraglio sull’universo del ‘desiderio femminile’ che arricchisce sensibilmente la nostra immagine di Orazio.

Dans le traité sur les passions de l’âme, Thomas d’Aquin aborde le problème de la hiérarchie des plaisirs des sens. Les plaisirs de la vue sont-ils les plus grands ou les plaisirs du tact plus forts ? Selon Thomas, le plaisir n’est pas nécessairement un péché. Il est une passion de l’âme qui naît des sensations et est lié à la constitution psychophysique de l’homme. La question de la hiérarchie des plaisirs peut alors trouver une solution sur le plan psychologique plutôt que sur le plan éthique., In his treatise on the passions of the soul, Thomas Aquinas tackles the problem of the hierarchy of sensory pleasures. Are the pleasures of sight greatest, or those of touch? According to Thomas, pleasure is not necessarily a sin. It is a passion of the soul which is the product of sensations and linked to the human psychophysical constitution. The question of the hierarchy of pleasures can thus find a solution at the psychological rather than ethical level.