In this article the Liar’s Paradox is examined in reference to Dostoevsky’s novel Notes from the Underground (1864). First the concept of unreliable narrator is discussed and examined within the genres of autobiography and ‘confession’, where the narrator not always tells the truth but sometimes intentionally lies in order to obtain the reader’s sympathy and admiration. Then the narrative strategies of the Man from the underground are analyzed and a series of “extreme” narrative devices (Richardson 2006) are identified, such as epanorthosis, denarration, disnarration. All of these narrative devices realize verbally the Liar’s paradox which traps the Man from the Underground into a vicious circle from which it is impossible to exit., In questo contributo si affronta il paradosso del mentitore nel romanzo di Fedor Dostoevskij Memorie dal sottosuolo (1864) come esempio di sua realizzazione narrativa. Si discute la nozione di “attendibilità” e “inattendibilità” del narratore relativamente al genere della “confessione” in cui si pone il problema di fino a che punto il narratore dica la verità o non intenda piuttosto ingannare il proprio interlocutore/lettore, e se stesso, non solo non confessando la verità, ma mentendo su se stesso, calunniandosi per vanità (Cfr. Coetzee 1985: 194). Si passa dal confessare la verità al confessare la menzogna ammettendo fin dal principio di mentire.Le Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij possono essere considerate un esempio di “confessione” in cui viene realizzato il paradosso del mentitore con l’utilizzo di diversi procedimenti tipici della narrazione inattendibile, quali la «epanortòsi» e altre «forme estreme di narrazione» (Richardson 2001) come la «disnarrative narration» (Prince 1988) e la «denarrazione» (Richardson 2006: 87-88). Di conseguenza il mondo narrativo viene continuamente riformulato e ricreato dal narratore inattendibile (Richardson 2006: 87-88). Questa strategia narrativa «paradossale» viene applicata massicciamente nelle Memorie dal sottosuolo dal narratore-mentitore che crea una sorta di perpetuum mobile di affermazioni polemiche e conseguenti smentite in cerca di una scappatoia da questo circolo vizioso (Bachtin 1994: 136), da cui è peraltro impossibile uscire per la natura stessa del paradosso: il narratore inattendibile è colto nella sua stessa fitta rete di contraddizioni, smentite e menzogne, la sua stessa percezione di se stesso è distorta e non può essere verificata.