Oggetto di quest’articolo sono le normative italiane, nel contesto europeo, che disciplinano l’interruzione volontaria di gravidanza, nonché l’obiezione di coscienza ad essa da parte del personale medico-sanitario. La metodologia è quella elaborata dalla Jasanoff in Fabbriche della Natura. Dopo aver descritto la politica storica, culturale e nazionale, l'articolo prosegue con l'analisi dell'art. 9 della legge 22 maggio 1978 \ 194, che regola l'obiezione di coscienza da parte del personale medico per l'interruzione volontaria di gravidanza. La questione dell'obiezione di coscienza è inquadrata anche nel contesto europeo. A questo proposito, l'analisi si concentra sul documento che la Salute Sociale e la Commissione Affari Sociali, Salute e Famiglia presentate all'Assemblea parlamentare europea, dal titolo "Accesso delle donne a cure mediche legali: il problema di un uso non regolamentato dell’obiezione di coscienza". In questo documento, l'Italia è vista come un caso emblematico della problematica istituzione legale dell'obiezione di coscienza, come confermato dalla Tabella 28 del Rapporto 2012 del Ministero della Salute per l'attuazione della legge 194, secondo il quale la percentuale di opposizione supera 69%. C'è una grande attenzione per il confronto tra i livelli di coinvolgimento e di azione delle diverse entità politiche, istituzionali, sociali e culturali: il ruolo dello Stato italiano nella produzione di norme e conoscenze in termini di medicina riproduttiva umana, così come il ruolo di comitati etici e delle comunità epistemiche nazionali. L'analisi si concentra sullo sviluppo del diritto europeo e internazionale, sui contributi delle categorie di professionisti, sulle opinioni di esperti di bioetica sulla questione dell'obiezione di coscienza di tecniche mediche rilevanti per la bioetica e la filosofia morale, come ad esempio l'interruzione della gravidanza. A tal fine, l'articolo analizza i diversi punti di vista espressi dalle associazioni professionali, come la Lega dei ginecologi non-obiettori chiamati LAIGA, e comitati di bioetica, come il Comitato Nazionale per la Bioetica, che, nel documento del 30 luglio 2012, dal titolo "Obiezione di coscienza e di bioetica", ha dichiarato di essere favorevole., The subject of this article is the Italian law in European context, regulating abortion and the conscientious objection by medical staff. The methodology is one developed by Jasanoff in Designs of Nature. After describing the historical, cultural and national policy, the article proceeds with the analysis of art. 9 of Law May 22, 1978 \ 194, which regulates conscientious objection on the part of medical personnel to the voluntary interruption of pregnancy. The issue of conscientious objection is framed also in the European context. In this regard, the analysis focuses on the document that the Social Health and Family Issues Committee presented to the European Parliamentary Assembly, entitled "Women's access to lawful medical care: the problem of unregulated use of conscientious objection." In this document , Italy is seen as an emblematic case of the problematic legal institution of conscientious objection, as confirmed by Table 28 of the Report 2012 of the Ministry of Health on the implementation of Law 194, according to which the percentage of objection exceeds 69%. There is a big focus on the comparison between the levels of involvement and action of different political, institutional, social and cultural entities: the role of the Italian State in producing standards and knowledge in terms of human reproductive medicine, as well as the role of ethics committees and epistemic national communities. The analysis focuses on the development of European and international law, on the contributions of the categories of professionals, on the opinions of bioethicists about the issue of conscientious objection to medical techniques relevant for bioethics and moral philosophy, such as the interruption of pregnancy. For this purpose, the article analysed the different perspectives expressed by professional associations, such as the League of not-objector gynecologists called LAIGA, and the committee of bioethicists, such as the National Bioethics Committee, which, in the document of 30 July 2012, entitled "Conscientious Objection and bioethics" declared to be favour of it.