7 results on '"Veglio, Maurizio"'
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2. Betwixt and Between: Turin's CIE. Un'indagine sui diritti umani all'interno del centro di identificazione ed espulsione di Torino
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Roman, Emanuela, Veglio, Maurizio, Iyengar, Shalini, Landri, Carla, Mini, Margherita, Ogada-Osir, Abigael, Skalon, Tatiana, Stege, Ulrich, IUC Turin, Stege, Ulrich, Veglio, Maurizio, Roman, Emanuela, and Ogada-Osir, Abigael
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diritti fondamentali ,migranti irregolari ,legislazione sull'immigrazione ,Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE) di Torino ,trattenuti in Italia - Abstract
L’obiettivo del presente studio è quello di analizzare in quale misura i diritti fondamentali e la legislazione italiana, europea ed internazionale sull’immigrazione trovino applicazione all’interno del Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE) di Torino. Il rapporto nasce in seguito alle gravi preoccupazionimanifestate da istituzioni ed organizzazioni a livello locale, nazionale ed internazionale in merito alle esperienze di detenzione amministrativa dei migranti irregolari in Italia. Le discordanze tra gli scopi espliciti ed impliciti dei centri per il trattenimento degli stranieri possono infatti rappresentare un terreno fertile per abusi, inefficienze e violazioni dei diritti umani. Il progetto di ricerca sul CIE di Torino ha analizzato, in chiave individuale e in una prospettiva di sistema, i problemi affrontati quotidianamente dai trattenuti, dalle loro famiglie e dalle persone che hanno un contatto diretto con il centro, professionisti e volontari. In particolare la ricerca ha tentato di dare voce all’esperienza vissuta dei migranti trattenuti, la cui prospettiva ha raramente trovato riconoscimento e diffusione in Italia. A tal fine, considerato il periodo compreso tra gennaio 2011 e giugno 2012, sono state svolte ventinove interviste – di durata compresa tra i quaranta e i novanta minuti – con trattenuti ed ex trattenuti, nonché con avvocati, membri di ONG, volontari religiosi edun giornalista. Full English version–Responses from Authorities
- Published
- 2012
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3. La restrizione amministrativa della libertà personale del richiedente asilo, prima, durante e dopo il processo di protezione.
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Veglio, Maurizio
- Published
- 2018
4. Procedimento amministrativo e giudizio civile in materia di protezione internazionale: formazione della prova, principio di oralità e ascolto del richiedente minorenne.
- Author
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Veglio, Maurizio
- Published
- 2017
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5. Fuggire dalla miseria, cercare rifugio in Italia, essere distrutti dallo stato: quando l'Europa nega l'umano. Libro nero sul Centri di permanenza per i rimpatri (CPR) di Torino ��� Corso Brunelleschi
- Author
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Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione, Landri, Carla Lucia, Martinetto, Sara, Pagnotta, Irene, Papotti, Giovanni, Veglio, Maurizio, Fiore, Ornella, Martinelli, Laura, Vitale, Gianluca, and Balli, Fabio
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Moussa Balde ,violenza di stato ,abusi d'autorità ,detenuti ,detenzione di migranti ,Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) ,trattenimento di migranti ,persone detenute o private della libert�� ,clinica di diritto della migrazione ,persone detenute o private della libertà ,autolesionismo ,rifugiati de facto ,Torino, Italia ,persone sans-papiers ,diritti humani ,richiedente asilo ,citadini stranieri ,abusi d'autorit�� - Abstract
In Italia le autorità possono trattenere uno straniero privo di documenti fino a 120 giorni, indipendentemente da qualsiasi precedente penale. La privazione della libertà, e dei mezzi di comunicazione, è disposta dal questore e convalidata da un giudice onorario, il giudice di pace. L’eventuale impugnazione va presentata alla Corte di Cassazione e la relativa procedure ha una durata media di circa 12 mesi. Il trattenimento viene disposto quando uno straniero privo dei documenti di soggiorno non può essere immediatamente rimpatriato nel paese di cittadinanza o di provenienza. Altre misure previste dalla legge, come il rilascio di un passaporto, l'obbligo di risiedere in un luogo precedentemente identificato e/o di presentarsi alla polizia in giorni e orari stabiliti, sono raramente utilizzate. L'Italia dispone attualmente di tredici strutture di detenzione: nove centri permanenti di rimpatrio (CPR) nell'entroterra e quattro centri (Hotspot) nel sud del paese, situati vicino al Mediterraneo. Più di 700 persone possono complessivamente essere ospitate in tali luoghi. Il presente documento illustra le condizioni di vita delle persone all'interno del CPR di Torino, il secondo in Italia per capienza. Le informazioni sono state raccolte dall'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione (ASGI), che fornisce assistenza legale ai migranti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali. Questo libro nero è stato redatto in seguito al suicidio di Moussa Balde, il ventiduenne guineano aggredito il 9 maggio 2021 in una strada di Ventimiglia da tre sconosciuti. Dopo un breve ricovero in ospedale, il giovane è stato portato alla Questura di Imperia dove è stato ordinato il trattenimento al CPR di Torino per eseguirne l’espulsione. Nel centro è stato posto in isolamento ed è stato trovato morto il 23 maggio 2021. La procura di Torino ha aperto un'inchiesta sulla vicenda, oltre che sulle condizioni di vita e sull’accesso alla salute nel CPR di Torino. English version – Version en français – File modificabile .odt incluso.
- Published
- 2021
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6. Uscita di emergenza. La tutela della salute dei trattenuti nel C.P.R. di Torino
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Avgerinou, Marialena, Di Luciano, Carolina, Falsone, Luca, Manghi, Nicola, IUC Turin, Stege, Ulrich, and Veglio, Maurizio
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human dignity ,Centers for identification and expulsion ,migrants health ,health in detention centers ,law enforcement ,immigration in Italy ,human rights ,foreign citizens ,asylum seekers - Abstract
Italian (English below) La presente ricerca nasce dalle preoccupazioni manifestate da più voci in merito allaqualità della tutela della salute all’interno dei Centri di permanenza per i rimpatri (C.P.R.,già C.I.E., Centri di identificazione ed espulsione).Spazi quasi inaccessibili di contenimento e segregazione, i Centri attirano moltepliciforme di sofferenza. Una prima di natura istituzionale: pur a fronte di investimentieconomici imponenti – 55 milioni annui per il funzionamento e per le operazioni dirimpatrio, escluso il costo del personale delle forze dell’ordine – solamente in 1 caso su 2 itrattenuti vengono effettivamente rimpatriati.Sia per la scarsa collaborazione di alcuni Paesi di origine, sia per la minima applicazionedelle misure alternative al trattenimento, il dato fotografa la crisi della credibilità di unoStato che – preso atto della propria incapacità di rimpatriare uno straniero privo del titolodi soggiorno nonostante 180 giorni di trattenimento – impone allo stesso di auto-espellersientro 7 giorni, sotto la minaccia di una sanzione penale.In secondo luogo è la sofferenza giuridica a connotare i Centri. Qui lo straniero è privatodella libertà personale pur in assenza di un reato, unicamente in ragione di una irregolaritàamministrativa. Inoltre il controllo giurisdizionale è affidato alla magistratura onoraria (iGiudici di pace), che in nessun altro ambito può disporre o convalidare la restrizione delbene supremo della libertà, certificando quindi un’autentica discriminazione istituzionalea danno degli stranieri.Da ultimo, e non certo in ultimo, il C.P.R. è teatro di “quella mortificazione della dignitàdell’uomo che si verifica in ogni evenienza di assoggettamento fisico all’altrui potere”,secondo la definizione scolpita dalla Corte Costituzionale nel 2001. Mentre sperimentanoil fallimento del proprio progetto migratorio – anche a fronte di soggiorni ultradecennali edell’avvenuta integrazione sociale, familiare, lavorativa – le persone trattenute subisconola soggezione al potere statale nella sua forma più invasiva ed espropriante, perfino più profonda dell’ambito penitenziario. English The present research arises from the concerns expressed by many voices regarding thequality of health protection within detention Centers for repatriation (C.P.R., formerlyC.I.E., Centers for identification and expulsion).Almost inaccessible spaces of containment and segregation, the Centers attractmultiple forms of suffering. Firstly, of an institutional nature: even in the face of massiveeconomic investments – 55 million per year for its operation and for repatriation operations,excluding the cost of law enforcement personnel – in only 1 case out of 2 the detaineesare actually repatriated.Due to the lack of both the collaboration of some Countries of origin, and the minimalapplication of alternative measures to detention, the data portrays the crisis of credibilityof a State which – having acknowledged its inability to repatriate a foreigner without a residence permit despite the 90 days of detention – requires them to self-expel themselveswithin 7 days, under the threat of criminal sanctions.Secondly, legal suffering is what characterizes the Centers. Here the foreigner is deprived of personal liberty even if they did not commit any crime, solely because ofan administrative irregularity. Furthermore, judicial review is entrusted to the honorarymagistrate (the Justices of Peace), which in no other sphere can place or validatethe restriction of the supreme good of freedom, thus certifying genuine institutionaldiscrimination against foreigners.Finally, but equally importantly, the C.P.R. is the scene of “that mortification of the dignityof any human being that occurs in every eventuality of physical subjection to others”, asdefined by the Constitutional Court in 2001. While they experience the failure of their migratory project – even in cases of more than a decade of residing in the country andthe occurring social integration, family and working life – the persons detained undergosubjection to state power in its most invasive and expropriating form, even deeper thanthat of the penitentiary field.
- Published
- 2018
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7. Lexilium. Osservatorio sulla giurisprudenza in materia di immigrazione del giudice di pace: sintesi rapporti 2015
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Fabrizio Matromartino, Enrica Rigo, Maurizio Veglio, Fabrizio Mastromartino, Enrica Rigo, Maurizio Veglio, Matromartino, Fabrizio, Rigo, Enrica, and Veglio, Maurizio
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L’Osservatorio sulla giurisprudenza del Giudice di Pace in materia di Immigrazione (http://lexilium.it) ha raccolto e sistematicamente analizzato i provvedimenti emessi dal GdP di Bari, Bologna, Prato, Roma e Torino, nel I e nel IV trimestre del 2015, relativi a procedimenti di: opposizione ai decreti di espulsione, convalida e proroga del trattenimento degli stranieri in attesa di espulsione, convalida dell’ordine di accompagnamento alla frontiera, convalida delle misure alternative al trattenimento. La ricerca mira a rilevare le modalità di svolgimento dell’udienza (tempi e luoghi del processo, effettività del contraddittorio, garanzie della difesa, etc.), ad analizzare le eccezioni della difesa e le argomentazioni poste a base delle decisioni, nonché a tracciare un quadro delle condizioni socio-giuridiche dei destinatari dei provvedimenti esaminati, evidenziando le criticità che connotano l’attività giurisdizionale del Giudice di Pace nella materia oggetto d’indagine. Relativamente al 2015, l’Osservatorio ha raccolto 1220 provvedimenti e analizzato i relativi procedimenti I procedimenti di opposizione all’espulsione sono stati analizzati per le sedi di Prato e Torino. I procedimenti di convalida e proroga del trattenimento sono stati analizzati per le sedi di Bari, Roma e Torino, dove sono presenti CIE. I procedimenti di convalida delle misure alternative al trattenimento sono stati analizzati per la sede di Bologna, dove il CIE non è più attivo da marzo 2013, e per la sede di Roma, dove richieste di questo tipo di provvedimenti sono pervenute all’Ufficio del GdP in seguito alla chiusura della sezione maschile del CIE, avvenuta alla fine del 2015.
- Published
- 2017
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