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Presentazione attività e risultati del progetto SSD Pesca, Sistema di Supporto alle Decisioni per la gestione sostenibile della Pesca

La degradazione della sostanza organica sedimentaria dipende da complessi processi fisico-chimici in grado di influenzare la disponibilità dei nutrienti in soluzione acquosa e di modulare, indirettamente, le proliferazioni macroalgali. La presenza/assenza di ossigeno rappresenta un fattore chiave interferendo a vari livelli con le reazioni chimiche in atto. Nonostante ciò, le relazioni tra il livello di ossigeno e la composizione biochimica della sostanza organica sedimentaria non sono ben documentati. In questo studio, carote di sedimento prelevate in un sistema lagunare meso-eutrofico (Orbetello), sono state incubate per un mese in condizioni di ossigenazione/anossia forzata effettuando prelievi di acqua interstiziale e di sedimento a cedenza regolare durante il periodo di studio. I risultati ottenuti hanno evidenziato che l'ossigenazione forzata riduce i livelli di carbonati e fosfati in acqua ed accelera il processo di nitrificazione producendo una dominanza di nitrati rispetto alle forme di nitriti e ammoniaca maggiormente presenti in condizioni di anossia. Un significativo incremento della sostanza organica refrattaria, associato ad una riduzione delle forme labili e del rapporto proteine/carboidrati, è osservabile nei sedimenti ossigenati. L'ossigeno agisce aumentando la conversione del ferro nella forma ferrica, riducendo i livelli degli orto fosfati in acqua mediante adsorbimento e chelazione. I trattamenti differiscono significativamente dai controlli entro i primi sei centimetri di spessore dello strato sedimentario ad indicare una diffusione limitata dell'ossigeno e dei suoi effetti sulla degradazione della sostanza organica in assenza di perturbazioni meccaniche del sedimento superficiale.

Lo scopo del lavoro è stato quello di descrivere lo stato ecologico della Sacca Orientale della laguna di Lesina (FG), considerando la comunità macrobentonica e la vegetazione sommersa. Sono stati fatti campionamenti stagionali (2010) in 13 stazioni. In ogni stazione sono state misurate T°C, Salinità e O% dell'acqua e prelevato mediante box-corer (0.0225m2) la macrofauna bentonica e la vegetazione. Il campione, separato dalla vegetazione è stato setacciato in situ, con setaccio di 1 mm. Per ogni stazione è stata rilevata la biomassa umida (gr/m2) e le specie vegetali, l'abbondanza (ind/m2), la biomassa umida (gr/m2) e calcolato gli indici strutturali della comunità bentonica. Per la vegetazione sono state identificate 8 categorie, 7 determinate a livello di specie e 1 a livello di genere. Della macrofauna bentonica sono stati identificati 16 taxa, 15 a livello di specie e 1 a livello di genere, raggruppati in 13 famiglie. Il numero maggiore di famiglie apparteneva ai crostacei (4). Il gruppo più abbondante sono stati i gasteropodi (50%), seguito dai bivalvi (21%) e crostacei (11%). I bivalvi e i crostacei sono stati i più ricchi di specie (4). L'abbondanza media non ha mostrato differenze significative sia tra i campionamenti che tra le stazioni (Anova, p non significativo). Differenze significative tra i mesi sono state osservate per l'indice di Shannon (p

Soft bottom macrozoobenthic distribution, as well as its composition, biomass and diversity were studied at 9 stations in the Gulf of Manfredonia. Polychaeta were numerically the dominant component (71%), followed by Crustacea (21%) and Bivalvia (2%). The highest biodiversity was observed at the stations in near-shore of the study area.

Bio-physical properties along a transect from coastal to offshore waters of the Southern Adriatic Sea (Gulf of Manfredonia) were monitored during a multidisciplinary cruise in March 2012 and are here reported. Absence of stratification and presence of two systems with different bio-physical characteristics were highlighted. Coastal waters resulted colder and less salty than off-shore waters. Primary biomass data evidenced an increase of the values from the surface coastal waters to the depth of 25 m. A decrease of phytoplankton biomass was also detected at the off-shore waters.

L'anguilla europea è ampiamente usata come biomonitor nelle lagune costiere per la sua capacità di accumulare contaminanti durante la sua lunga vita, per i suoi bassi tassi di espulsione, per il suo comportamento ecologico e tolleranza ad alti livelli di inquinamento. In tale studio viene valutata la bontà dell'anguilla come bioindicatore di inquinamento in due lagune italiane (Orbetello e Varano). Campioni di sedimento superficiale e tessuti (fegato e muscolo) di anguille argentine, provenienti da catture commerciali, sono stati raccolti con lo scopo di determinare il contenuto degli inquinanti (organici ed inorganici), di valutare l'arricchimento nei tessuti e di correlare tali livelli alla potenziale differente pressione umana. Per valutare l'accumulo di contaminanti legato alle attività umane sono stati calcolati i fattori di arricchimento biologico (BEF), mentre l'analisi multivariata è stata usata per confrontare la pressione antropica sui due ecosistemi e l'influenza delle sorgenti di scarico. I risultati evidenziano una differenza significativa tra le lagune di Orbetello e Varano per ciò che riguarda i contaminanti organici nei sedimenti, con valori medi largamente più alti nella laguna di Orbetello. Stesso risultato è stato riscontrato dalle analisi dei tessuti delle anguille, evidenziando la presenza di un importante fonte locale di tale contaminazione ad Orbetello rispetto a Varano. In relazione agli inquinanti inorganici, arricchimenti significativi di alcuni elementi in traccia (per es. Zn e Cu) sono stati ritrovati in entrambi le lagune, con valori di BEF sensibilmente più alti nella laguna di Orbetello. In conclusione, i risultati ottenuti in questo studio confermano che l'anguilla europea rappresenta un buon indicatore della qualità delle lagune costiere. Sebbene la laguna di Varano risulti essere meno impattata da un punto di vista della qualità chimica rispetto ad Orbetello, dai fattori di accumulo è stato possibile differenziare la pressione antropica (origine) sulle due lagune. Nella laguna di Varano prevale l'inquinamento inorganico da elementi in traccia, dovuto ad intense attività agricole nel bacino imbrifero, mentre nella laguna di Orbetello è maggiore la biodisponibilità degli inquinanti organici, dovuti ad una maggiore industrializzazione ed urbanizzazione dell'area.

Nell'ambito di un progetto finalizzato alla produzione di biocombustibili da biomasse acquatiche, è stato eseguito un monitoraggio abiotico (acqua e sedimenti) nella Sacca Orientale della laguna di Lesina durante il 2010. A maggio, luglio e ottobre 2010, in 30 siti, sono stati misurati in situ i parametri chimico-fisici e raccolti campioni di acqua per le analisi dei nutrienti e clorofilla a. In 10 stazioni sono stati, inoltre, raccolti campioni di sedimento superficiale per le analisi del carbonio organico totale (TOC). E' stata, inoltre, effettuata una identificazione delle specie macroalgali presenti, soprattutto quelle utili ai fini del progetto (Chara sp., Chaetomorpha linum e Chladophora sp.). La temperatura, la salinità e l'ossigeno disciolto mostrano il tipico trend stagionale con fluttuazioni spaziali più marcate durante il mese di luglio. In estate, infatti, quando gli input di acqua dolce sono minimi e le alte temperature favoriscono l'evaporazione, vengono registrati valori di salinità maggiori, dovuti anche all'entrata di acqua di mare del canale Schiapparo (come mostrato dalle distribuzioni spaziali). In particolare la presenza di acque più fredde, meno salate e più ossigenate risulta essere evidente in prossimità degli input di acqua dolce (fiume Lauro e Idrovora Lauro), sebbene nessuna correlazione sia stata osservata tra l'ossigeno e la salinità. Una netta diminuzione della concentrazione media dei silicati fu osservata da maggio (94,12 ?M) a luglio (7,93 ?M) ed un aumento da luglio ad ottobre (78,96 ?M). Inoltre, la forte ed inversa correlazione tra i silicati e la temperatura indicherebbe che le concentrazioni dei silicati sono influenzate dai bloom stagionali della componente fitoplanctonica.In relazione ai sedimenti, i contenuti medi di TC furono costanti durante il periodo di osservazione, mentre il TOC variava, aumentando le sue concentrazioni nei mesi di luglio e ottobre, in cui si registrarono valori alti di 5,12-6,78 % nei siti localizzati nell'estremità nord-est della Sacca Orientale.

Il sedimento rappresenta il comparto di accumulo principale dei contaminanti ambientali quali xeno biotici, idrocarburi e metalli in tracce. Negli ecosistemi di transizione, interessati da un elevato dinamismo geomorfologico, processi multifattoriali a ciclicità stagionale possono indurre oscillazioni significative dei livelli di queste sostanze nel corso dell'anno solare in seguito a fenomeni di cessione dal sedimento e trasferimento alla rete trofica. Un contributo sostanziale in questo senso può essere rappresentato da up-take da parte delle biomasse vegetali. Questo studio ha valutato la significatività dei fattori stagione e copertura vegetale del substrato sui livelli di contaminanti presenti nel sedimento. Sono state individuate sei aree interne alla laguna di Orbetello caratterizzate da concentrazioni elevate di contaminanti e da una diversa copertura vegetale. Nel corso del biennio 2007-2008, sono stati effettuati rilievi dei principali descrittori della colonna d'acqua, prelievo di sedimento e biomasse vegetali secondo un modello logico di campionamento a cadenza stagionale replicata. I risultati conseguiti hanno evidenziato una dipendenza notevole dei livelli di alcuni contaminanti ambientali rispetto al fattore stagione mostrando l'esistenza di dinamiche di tipo molecola-specifiche all'interno del sistema di studio. La presenza di copertura vegetale costituisce fattore significativo sulla discriminazione dei livelli di questi composti nel sedimento indicando fenomeni di uptake complessi. Sono state riscontrate alcune relazioni significative tra i livelli di contaminanti ed alcuni fattori abiotici stagionali in grado di interferire con la mobilitazione delle molecole dal sedimento quali, ad esempio, le condizioni meteorologiche, il livello di ossigenazione della colonna d'acqua e torbidità.

L'obiettivo principale del lavoro è stato quello di stabilire una possibile zonizzazione nella laguna di Lesina, attraverso lo studio del comparto bentonico. In particolare, l'approccio utilizzato è stato quello di descrivere le variazioni spazio-temporali nella diversità e nella struttura del macrobentos e nelle caratteristiche chimico-fisiche dei sedimenti (granulometria, carbonio organico totale e macronutrienti), al fine di comprendere il potenziale effetto dell'habitat sedimentario sull'organizzazione spaziale della componente biotica. Campionamenti annuali (tarda primavera-estate), per un periodo di tre anni (2007, 2008, 2009), sono stati eseguiti su una griglia di n. 13 stazioni. I risultati granulometrici hanno mostrato che il settore orientale della laguna, soprattutto la linea di costa settentrionale, è caratterizzato dalla componente più grossolana, dove probabilmente la dinamica delle correnti previene l'accumulo delle particelle più fini che coprono la zona sud-orientale (silt) e quella occidentale (clay). E' stato osservato un aumento del contenuto medio di TOC dal 2007 (3,07%) al 2009 (3,72%), con i valori più alti nel settore orientale ed in corrispondenza del centro urbano. L'analisi multivariata sulle variabili ambientali non ha evidenziato zone della laguna significativamente differenti durante il periodo di studio, mentre una significativa differenza tra gli anni di osservazione fu ottenuta attraverso l'applicazione del test ANOSIM (analisi delle similarità) che h prodotto un fattore R=0,241, p=0,01%). In relazione al macrozobentos, è stato riscontrato un numero totale di specie pari a 20 dove il taxa dominante è costituito da i molluschi bivalvi (80%) e la specie più abbondante è rappresentata dall'Abra segmentum (61%). Contrariamente alle variabili ambiental, la Cluster analysis e l'ANOSIM test hanno identificato gruppi di stazioni caratterizzati da comunità macrozoobentiche significativamente diverse. Analogamente al TOC, l'abbondanza media degli organismi sembra aumentare nel corso degli anni e sembra mostrare altresì un gradiente Ovest-Est. I risultati biotici hanno evidenziato che gli assemblaggi macrozoobentici in laguna sono caratterizzati da un alta eterogeneità spaziale su piccola scala (ad esempio, centinaia di metri) in relazione ai cambiamenti ambientali fisici e chimici.

In order to assess the fishery potential of the Aquatina lake we applied the method of VATOVA (1953) which relates the quality and quantity of the benthic macrofauna with the maximum sustainable yield in fish. Samples of benthic macrofauna were taken in October 2006 and November 2007. The forthcoming data revealed that the fishery potential was 16 kg/ha in 2006 and 36 kg/ha in 2007, consisting in 60% of seabass, seabream and eel and 40% grey mullet. According to the bionomic scheme of FRISONI et al. (1984), 80% of Aquatina basin falls within Zone III and Zone IV.

Biomonitoring with benthic macro-invertebrates is a major tool to evaluate ecological status of aquatic ecosystems. Macro-invertebrates represent also a key Biological Quality Element (BQE) for the evaluation of ecological status of all categories of water bodies in the EU Water Framework Directive (WFD). According to WFD, the evaluation and classification of ecological status is based on the comparison of metric values within the considered aquatic ecosystems with the same metric values in reference 'pristine' ecosystems of the same type. This approach is a major problem for the classification of Mediterranean transitional water ecosystems, since in the Mediterranean Ecoregion almost all relevant transitional waters have been used by human societies since centuries; there are not pristine transitional water in the Mediterranean. Here, we test the adequacy of a reciprocal approach, based on the use of extremely polluted conditions, as reference cases. To this aim, following the strong dystrophic crisis that has occurred to a portion of Lesina lagoon during the summer 2008, we have analysed the spatial and temporal patterns of most of the metrics proposed so far to evaluate the status of benthic macro-invertebrate guilds. They involve, simple and complex metrics, taxonomically based, functionally based and size spectra based, accounting for taxa sensitivity or considering all taxa with the same weight. Globally, more than forty metrics were tested and for the 25th percentile characterized by the highest redundancy and the lowest variability, the patterns of variation between polluted and unpolluted sites and along the temporal scale of the dystrophic crisis are described. The intercalibration of the different metrics and their adequacy to describe the ecological status of transitional waters is discussed.

Benthic macro-invertebrates represent a key component on Mediterranean lagoon ecosystems being the group of species whose life cycle and behavioural patterns fits are more exposed to the abiotic variability characteristic of these ecosystems. Here we describe the results of a field experiment carried out during the dystrophic crisis affecting Lesina lagoon in summer 2008. Benthic macro-invertebrate guilds were studied at weekly interval in two stations differently exposed to the crisis. Seasonal data on the same stations were also collected. The aim of the study was to evaluate the resistance and resilience components of structural and functional metrics of macro-invertebrate guilds, where body size structure and trophic groups were considered as functional metrics. Dystrophic crisis determined significant changes in all metrics considered: taxonomic richness decreased, species composition changed, functional richness decreased and size distribution widths decreased in the area affected by the crisis with respect to the control, unaffected, area. In the station inside the crisis area, only more opportunistic species (e.g., Chironomus salinarius, Hydrobia ventrosa) were able to outstand the anoxic conditions characterizing the dystrophic crisis. However, the time lag of the response, its amplitude and the recovery times vary greatly among taxonomic, functional and size structure descriptors of benthic macro-invertebrate guilds. The trajectories of change for everyone of these descriptor along the spatial and temporal gradients set by the dystrophic crisis are analysed and discussed. The overall data set seems to indicate that functional responses, including the metabolic based ones, are faster and more consistent than those shown by the taxonomic components, suggesting that a niche filtering process on functional traits is a driving force in the organization of macro-invertebrate guilds in Mediterranean lagoon ecosystems.

In order to assess the fishery potential of the Aquatina lake we applied the method of VATOVA (1953) which relates the quality and quantity of the benthic macrofauna with the maximum sustainable yield in fish. Samples of benthic macrofauna were taken in October 2006 and November 2007. The forthcoming data revealed that the fishery potential was 16 kg/ha in 2006 and 36 kg/ha in 2007, consisting in 60% of seabass, seabream and eel and 40% grey mullet. According to the bionomic scheme of FRISONI et al. (1984), 80% of Aquatina basin falls within Zone III and Zone IV.

In this work the results of a test breeding of Crassostrea gigas (Thun.) in Varano lagoon, performed from 2006 to 2007, are presented. Minimum average size with trade interest was 6 cm and it was observed for six months. The results obtained suggest good prospects for the oyster culture reintegration into the activities of the aquaculture brackish from reassess.

Water column profiles of physico-chemical and biological parameters and surface and bottom nutrient and suspended matter distributions, along 4 transects, were investigated in the Gulf of Manfredonia (Southern Adriatic Sea) in june and september 2003 to understand water column processes in this area. There was a vertical water column stratification in september 2003 more significative than in june 2003. High nutrients and suspended matter concentrations were recorded in the coastal zone, in both periods and appeared correlated to the freshwater input.

Physico-chemical, chemical and biological parameters collected in water column during a multidisciplinary cruise in the Gulf of Manfredonia (October 2002) are reported. Two coastal and offshore systems with different biochemical and physical characteristics were highlighted by spatial distribution of observed parameters. The coastal system is characterised by low salinity, and high ammonium and chlorophyll-a concentrations. The offshore system exhibits a well defined isopicnal gradient and high nitrate values localised below the picnocline.

In this work are reported the preliminary results about investigations in May 2002 on trophic status of the Gulf of Manfredonia. Water column parameters (temperature, salinity, dissolved oxygen and fluorescence) and surface and bottom nutrient along 4 transects (3 perpendicular and 1 parallel to the coast-line) were measured. Physical - chemical parameters show a thermo-aline stratification along 3 transects perpendicular to the coast-line, and surface nutrient patterns seem to be influenced by Adriatic cyclonic circulation.