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Il capitolo indaga l'osservazione come strumento sistematico per la professionalità dell'insegnante o dell'educatore proponendo un affondo teorico accompagnato da linee guida ed esercitazioni pratiche.

Nel ccontributo si affronta il concetto di ambiente per l'apprendimento, da dove deriva la coerenza tra gli ambienti e le pratiche didattiche in essi attuate. Si approfondisce cosa è un setting e come si caratterizzano i setting sulla base delle diverse tipologie di tecnologie, in particolare i setting in presenza, online e immersivi con tecnologie innovative. Cosa si intende per sistemi adattivi e come i sistemi intelligenti possono sfruttare i dati provenienti dai diversi ambienti per migliorare la didattica.

La presente ricerca empirica si sviluppa in continuità con gli studi avviati, fin dal 2014, per elaborare setting didattici, atti a favorire il successo acca-demico di studenti che si preparano a divenire insegnanti. Nell’ambito dell’attuale studio sono stati elaborati percorsi didattici mirati centrati sullo sviluppo delle soft skills. Le soft skills come la comunicazione, la collaborazione, la creatività e l'im-prenditorialità sono sempre più richieste in campo educativo. Come possiamo misurare queste competenze relazionali e gestionali? Come gli studenti (futu-ri insegnanti) possono dimostrare di possederle? Come queste soft skills ven-gono agite negli ambienti digitali? Nel tentativo di rispondere a questi inter-rogativi ci siamo proposti di supportare 287 studenti del primo anno del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Palermo nello sviluppo delle competenze trasversali e delle competenze trasversali di-gitali (soft skills & digital soft skills). Pensiamo che la metodologia flipped permetta la messa in pratica e l’esercizio di molte tra queste competenze. Sulla base dei risultati di precedenti ricerche, si è partiti dalla convinzione che per progettare in modo efficace la formazione professionale dei futuri maestri si dovesse rilevare, fin dall’inizio, fino a che punto fossero consape-voli di un utilizzo integrato delle T.I.C. con i contenuti disciplinari per lo svi-luppo di specifiche soft skills. Dopo l'analisi comparativa sullo stato dell'arte della ricerca scientifica sulle soft skills, la successiva fase della ricerca ha vi-sto la somministrazione di un questionario a 232 studenti del IV anno del Corso di laurea in Scienze della formazione primaria, per raccogliere infor-mazioni sul gap di competenze, sulle potenzialità dei futuri insegnanti, sulle necessità della formazione universitaria. La riflessione sui risultati del que-stionario, messi a confronto in più fasi, è diventata la base per la progettazio-ne di una check list per l'autovalutazione delle competenze sviluppate in 287 studenti di primo anno dopo un intervento formativo con attività flipped classroom. L’intervento formativo si è attuato sia durante il laboratorio sia durante le ore di lezioni, sperimentando direttamente la metodologia della flipped classroom. Nel contributo presenteremo i risultati, esplicitando in che modo abbiamo formato gli studenti a mettersi costantemente in gioco e ad essere consapevoli dell’esigenza di sviluppare le soft skills proposte attraverso l’autovalutazione di comportamenti osservabili. As part of the current study, specific didactic courses have been developed focusing on the development of soft skills. Soft skills such as communication, collaboration, creativity and entrepreneurship are increasingly required in the educational field. How can we measure these relational and managerial skills? How can students (future teachers) demonstrate that they possess them? How are these soft skills performed in digital environments? In an attempt to respond to these questions we set out to support 287 first-year students in the University of Palermo degree course in the development of transversal skills and transversal digital skills (soft skills & digital soft skills). We believe that the flipped methodology allows the implementation and exercise of many of these skills. On the basis of the results of previous research, we started from the conviction that in order to design effectively the professional training of future masters, it should be pointed out, from the beginning, to what extent they were aware of an integrated use of the ICT with the disciplinary contents for the development of specific soft skills. After the comparative analysis on the state of the art of scientific research on soft skills, the next phase of the research required the administration of a questionnaire to 232 students of the fourth year of the Degree Course in Primary Education, to gather infor -mations on the skills gap, on the potential of future teachers, on the needs of university education. The reflection on the results of the questionnaire, compared in several phases, has become the basis for the design of a check list for the self-assessment of the skills developed in 287 first-year students after a training session with flipped classroom activities . The training intervention took place both during the workshop and during the lessons, directly testing the flipped classroom methodology. In this paper we will present the results, explaining how we have trained students to constantly get involved and to be aware of the need to develop the soft skills proposed through the self-assessment of observable behaviors.

I processi di apprendimento e insegnamento hanno subito una significativa ridefinizione con la diffusione dei nuovi media digitali. Essi non sono solo supporti e ambienti per l'apprendimento, ma sempre più prodotti culturali del tessuto connettivo del nostro vivere sociale. Nel contributo si affrontano le caratteristiche dell'agire didattico e delle mediazioni culturali attraverso i processi di rappresentazione, comunicazione, collaborazione e produzione

Il saggio si focalizza sulla necessità di aver cura dell'esperienza educativa per promuovere inclusione in ambito scolastico. In primo luogo il contributo problematizza la logica sottesa all'idea e alle pratiche di inclusione,evidenziandone le conseguenze sulle pratiche didattiche e interpretando criticamente la personalizzazione dell'insegnamento/apprendimento. l'inclusione appare così un'esperienza da progettare e da promuovere attivamente. Quindi, il contributo espone le modalità attraverso le quali poter aver cura dell'esperienza inclusiva. Innanzitutto, si focalizza sul ruolo che gli insegnanti hanno nella promozione di esperienze didattiche inclusive: il loro ruolo viene interpretato come una "parte" complessa, in cui essi agiscono sia da "attori" che da "registi" nel momento in cui istituiscono i contesti inclusivi e in essi si propongono come mediatori. Quindi, il saggio entra nel merito della disposizione dei contesti educativo-didattici, che implica attenzione e cura al tempo stesso delle dimensioni materiali e di quelle relazionali e simboliche in essi presenti. Infine, il saggio interpreta l'agire didattico-educativo in ottica inclusiva come un agire strategico e al tempo stesso problematico.