Search

L´obiettivo particolare di quest´articolo e´ identificare un gesto machiavelliano nel pensiero filosofico-politico di Simón Bolivar che permetterà di produrre uno schema sul contributo bolivariano alla tradizione repubblicana in America. Sul rapporto teorico tra Machiavelli e Bolívar vorrei individuare tre ipotesi di lettura possibili, però non del tutto chiuse su loro stesse e neanche al riparo di sovrapposizioni tra di loro, le quali servono tuttavia per orientarci nella letteratura sul´argomento.Prima ipotesi: Machiavelli non è affatto presente in Bolívar, magari è possibile trovare un collegamento tra Bolívar con la tradizione dei classici romani, ma non con Machiavelli . Seconda ipotesi: Machiavelli è presente nel pensiero di Bolívar soltanto come una mediazione necessaria per l´accoglienza dell´umanesimo civico. Ma il Machiavelli di questa ipotesi ha una doppia faccia. Se, da una parte, viene percepito in Bolívar come se fosse una mediazione, dall´altra parte la sua presenza si limiterebbe soltanto ad essere una lettura autorizzata dei classici antichi. La terza ipotesi mi è stata suggerita come possibilità da Diego von Vacano grazie al suo libro The color of citizenship: Race, modernity and Latin American. Anche se non condivido la sua lettura su Bolívar ― dove sottovaluta la centralità del suo repubblicanesimo ― credo che sia possibile affermare che Machiavelli è presente nel pensiero di Bolívar come nucleo teorico per stabilire il luogo del conflitto nella teoria politica, ma, soprattutto, nella pratica della politica. Fil: Fernández Peychaux, Diego Alejandro. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas; Argentina. Universidad de Buenos Aires. Facultad de Ciencias Sociales. Instituto de Investigaciones "Gino Germani". Area Teoría Política; Argentina

La ricezione delle opere di Agamben in Argentina è stata ampia e variegata. Ciononostante, Agamben è stato discusso principalmente per quanto riguarda il dibattito sulla biopolitica. La mia ipotesi è che questo si debba al fatto che la sua archeologia del politico ci offre un?interpretazione audace e plausibile delle strutture giuridiche, teologiche e ontologiche che hanno operato come condizione di possibilità di alcuni dei processi politici e sociali di cui siamo stati testimoni negli ultimi decenni. Cioè: 1) lo stato di eccezione e il terrorismo di stato; 2) la scissione tra zoé e bíos, il campo di concentramento e la soggettivazione etica del testimone, che deve testimoniare l?intestimoniabile; 3) l?implementazione della governamentalità (neo)liberale della quale Agamben sviluppa una genealogia attraverso lo studio dell?articolazione bimillenaria tra oikonomia e gloria. Nelle pagine che seguono, vorrei soffermarmi sul modo nel quale i due poli della macchina governamentale di cui ci parla Agamben, e cioè, sovranità e governo, produzione e gestione della nuda vita, si sono articolati in maniera decisiva in Argentina permettendo di decidere sugli homines sacri dal punto di vista politico e di gestire le vite attraverso il governo neoliberale. In questo quadro, far morire, far vivere e ?far sopravvivere?, espressioni tramite cui Agamben caratterizza la biopolitica moderna, entreranno in una zona di indistinzione. Fil: Saidel, Matías Leandro. Universidad Nacional de Entre Ríos. Facultad de Trabajo Social; Argentina. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Centro Científico Tecnológico Conicet - Santa Fe; Argentina. Universidad Catolica de Santa Fe. Facultad de Filosofía. Instituto de Filosofía; Argentina