7 results on '"Molinari, Matteo"'
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2. Il sistema dei Casali Fortezza. Il caso studio di Castellaccio di Monteroni
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Maria Grazia Cianci, Matteo Molinari, Daniele Calisi, Navarro Palazón, J. and Luis José García-Pulido, Calisi, Daniele, Cianci, Maria Grazia, and Molinari, Matteo
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Digital reconstruction ,media_common.quotation_subject ,Heritage ,Art ,Casali ,Mediterranean ,Fortifications ,Built Heritage ,Modern age ,Built heritage ,Survey ,Humanities ,media_common ,Digital reconstruction, survey, casali, heritage ,Digital Reconstruction - Abstract
The Casali Fortezza system. The case study of Castellaccio di MonteroniThe landscape of Lazio’s Tyrrhenian coasts is strongly characterized by the presence of fortifications. Parallel to them, in the interland, the baronial expansion, between the tenth and eleventh centuries, paved the way to a large-scale fortification of the Roman countryside. Along the main routes were built lookout towers, farmhouses were consolidated with defense mechanism and the first castles were constructed. The research focuses on the study of Castellaccio di Monteroni in Ladispoli, built in the fifteenth century on Roman structures and on previous constructions dating back to the period of the Baronial expansion. The Castellaccio di Monteroni is one of the few remaining examples of Casale Fortificato (Fortified Manor). It is placed on the 35th kilometer of the Via Aurelia and takes its name Castellaccio from the abandonment over the centuries and Monteroni due to the heaps of the nearby Etruscan necropolis. The main function carried out over the centuries was a resting place, a sure point of reference for couriers, travelers and pilgrims traveling along the Via Aurelia. When in the nineteenth the route of the Via Aurelia was moved to the present one the fortification fell into abandonment. The analysis of this architecture is of great interest, not only for the knowledge of the geometry of the fortifications of the Roman countryside, but also because it is one of the few remaining examples of Casale Fortificato, representing a rare medieval architectural heritage.
- Published
- 2020
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3. Patrimoni Nascosti. Documentazione e catalogazione del Tempietto di Valadier nella Gola della Rossa, Genga
- Author
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Daniele Calisi, Matteo Molinari, Calisi, Daniele, Molinari, Matteo, and Walter Salgueiro, Lucas Chiesa
- Subjects
Tempietto di Valadier, Nuvola di Punti, Ricostruzione ,Valadier,Ricostruire,Tempietto - Abstract
Le Grotte di Frasassi, sono delle grotte di origine carsica, situate nel territorio del comune di Genga, nella regione delle Marche in Italia. Dal 1973 sono state messe in sicurezza e in parte aperte al pubblico. L’interesse naturalistico per questo susseguirsi di spazi naturali vuoti all’interno della roccia è affiancato da elementi architettonici di grande pregio. Sono collocati all’interno di questo percorso roccioso, due manufatti architettonici; il primo è l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa, datato al 1029, il secondo è il Tempietto di Valadier. La ricerca, si focalizza sull’analisi geometrico dimensionale del Tempietto di Valadier, cercando di sopperire a una mancanza di fonti archivistiche al riguardo. Il Tempietto, voluto da papa Leone XII, fu costruito nel 1828 secondo la tradizione sulla base di un progetto di Giuseppe Valadier. Il manufatto prende infatti proprio il nome dall’architetto. La chiesa doveva avere la funzione di luogo di ritrovo, rifugio e penitenza per i peccatori in modo da espiare i propri peccati. La chiesa è costruita secondo una pianta a base ottagonale, in travertino con una copertura a calotta in piombo. Il travertino utilizzato nella costruzione è ricavato da una cava alle pendici del monte. La peculiarità di questa architettura è il perfetto inserimento all’interno del sistema naturale delle grotte. Posizionata in una grotta, 700 m rispetto al percorso praticabile, si presenta come elemento d’ingresso, giocando sul rapporto di luci e ombre che si viene a formare. La particolarità del manufatto è il modo con cui interagisce con la naturalità del luogo, sfiorando con la copertura il soffitto della grotta. La metodologia di rilievo scelta, per la ricostruzione digitale del tempietto, è la fotomodellazione. Le piccole dimensioni del manufatto, e le diverse curve di livello che lo circondano, permetto di ottenere una campagna fotografica a 360 gradi. Le problematiche derivate dall’utilizzo di questa tecnica dipendono dal forte contrasto dato dall’illuminazione naturale sulle diverse facciate dell’architettura. La ricerca si inserisce all’interno di un progetto più ampio che vede l’analisi delle architetture costruite e non costruite di Giuseppe Valadier. Alla base vi è una volontà di integrare e ampliare con nuovo materiale gli archivi. Nel caso specifico del tempietto di Genga, ne gli archivi dell’Accademia di San Luca ne altre fonti riportano disegni di progetto o materiale archivistico volto alla comprensione di questa architettura. Risulta pertanto di grande interesse comprenderne le geometrie, e lo sviluppo spaziale, per arrivare a comprenderne la genesi progettuale. The research focuses on the geometric dimensional analysis of Valadier's Temple, trying to overcome a lack of archival sources in this regard. The Tempietto, commissioned by Pope Leo XII, was built in 1828, based on a project by Giuseppe Valadier. The artifact in fact takes its name from the architect. The church had to function as a meeting place, refuge and penance for sinners in order to atone for their sins. The survey methodology chosen for the digital reconstruction of the temple is photomodeling. The small size of the building, and the various contour lines that surround it, allow for a 360 degree photographic campaign
- Published
- 2019
4. Metodi di rilievo Architettonico e Materico sul patrimonio in disuso di Roma: Il caso studio della chiesa di S. Chiara a Villa York nella Valle dei Casali
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Daniele Calisi, Matteo Molinari, Daniele Calisi, Matteo Molinari, Calisi, Daniele, and Molinari, Matteo
- Subjects
Recupero, fotomodellazione, texturizzazione - Published
- 2018
5. Geometrie inusuali nelle scale di Ridolfi: il caso di Villino Alatri a Roma
- Author
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daniele calisi, matteo molinari, Calisi, Daniele, and Molinari, Matteo
- Abstract
Nel 1931, con il Piano Regolatore di Roma e con la variazione del piano particolareggiato di zona riguardo alla cubatura e altezza massima degli edifici, i proprietari decidono di aumentare la cubatura di Villino Alatri. L’incarico viene assegnato agli architetti Ridolfi, Fiorentino e Frankl, la cui volontà è di sopraelevare la struttura esistente di tre piani più attico e di entrare in netta contrapposizione con il linguaggio utilizzato da Morpurgo nel progetto del 1928. I tre nuovi alloggi vengono collegati tra di loro attraverso due corpi scale. Come spesso accade nei progetti di Ridolfi i collegamenti verticali sono particolarmente interessanti nelle geometrie. Analizzando i disegni originali è difficile trovare un centro comune per i gradini disposti a spina di pesce. La dimensione della pedata risulta costante solo in mezzeria, ma ai lati ogni gradino è differente rispetto all’altro. Questo determina un andamento particolare della soletta di cemento. Si sono eseguiti diversi modelli 3D, con l’auspicio di trovare come geometria base una superficie rigata ma questa non è conforme con i disegni perché, proiettando le linee dei gradini sulla rigata, essi risulterebbero pendenti (curvati in salita verso l’interno). Ne deriva che la superficie della soletta segue l’andamento di due curve nello spazio con pendenze diverse. La curva del corrimano è in parte lineare, ma convergente, in parte elicoidale, come sviluppo 3d della circonferenza in planimetria. Sebbene le curve possano essere geometricamente parametrizzate, il problema della superficie dipende dall’andamento dei gradini verso centri che non corrispondono a quelli delle curve spaziali generatrici. Sebbene i gradini siano delle estrusioni di alzata 17cm, la superficie che li raccorda nell’intradosso non può essere una rigata. La ricerca e la modellazione di queste geometrie è indubbiamente un caso di studio interessante, anche perché applicato a temi poco investigati da questo punto di vista., XY. Studi sulla rappresentazione dell’architettura e sull’uso dell’immagine nella scienza e nell’arte, V. 2 N. 3 (2017): Figure eloquenti. Saggi in onore di Lucio Saffaro
- Published
- 2017
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6. Il rilievo urbano in ambiti archeologici. la fotomodellazione applicata all’analisi dimensionale e materica delle sostruzioni alle pendici del monte Testaccio
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Daniele Calisi, Matteo Molinari, Daniele Calisi, Matteo Molinari, Calisi, Daniele, and Molinari, Matteo
- Subjects
Monte Testaccio, Rilievo, Fotomodellazione - Abstract
Nell’ultimo decennio si è assistito a un’evoluzione nello sviluppo di tecnologie per il rilievo. I metodi attraverso i quali è possibile rilevare l’artefatto architettonico si basano sempre meno su metodi analogici, facendo riferimento a tecnologie che permetto la restituzione tridimensionale, diminuendo la forbice d’errore che si formava con la presenza della costante umana nell’intervento di rilievo. In contemporanea sono usciti in commercio software che, partendo da un set di immagini bidimensionali ed avvalendosi di algoritmi SfM (Structure from Motion) completati da algoritmi di stereo matching permette di ottenere modelli 3D foto-realistici che contengono tutte le informazioni (geometria e tessitura) in modo rapido con utilizzo di soluzioni hardware e software low cost od Open Source e senza tuttavia rinunciare ad accuratezza e qualità del risultato. Le applicazioni per questa tipologia di rilievo, sono molte in ambito architettonico, non soffermandosi solamente alla scala del singolo edificio o artefatto, ma allargandosi al contesto urbano. Il rilievo tridimensionale da fotografia, permette una mappatura immediata della matericità, del degrado e degli elementi architettonici caratteristici dell’architettura in esame. Dal modello è possibile ricavare un’immagine fedele alla realtà che può essere la base per sviluppi in molteplici discipline come, per esempio, nel progetto di restauro, per l’analisi materica e la mappatura del degrado. Il caso studio in esame, relativo al Corso di Rilievo dell’Architettura, è un edificio realizzato nel primo ventennio del novecento e situato alle pendici del Monte Testaccio a Roma, sito di grande interesse storico-archeologico e di estrema difficoltà analitica per la compresenza di stratificazioni secolari. L’innesto di parte del corpo di fabbrica all’interno del monte ha reso difficile il rilievo diretto tramite tecniche tradizionali, e si è reso fondamentale l’utilizzo dei software per la restituzione tridimensionale attraverso fotografie e l’utilizzo di un drone per la mappatura delle coperture.
- Published
- 2017
7. Friedrich Nietzsche: i 'buoni Europei' e la questione ebraica
- Author
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Carlo Gentili, Giulia Gamba, Giuseppe Molinari, Matteo Settura, Massimo Coccorese, and Carlo, Gentili
- Subjects
"morte di Dio" ,"buoni Europei" ,Nietzsche ,ebraismo ,cristianesimo - Abstract
Dei molti temi che hanno caratterizzato la diffusione e la discussione del pensiero di Nietzsche a partire dall’inizio del secolo scorso, spesso dando luogo ad argomentazioni di carattere contraddittorio, forse pochi hanno conosciuto, in questi ultimi anni, una trattazione paragonabile, per sviluppo e ampiezza, a quello che riguarda la posizione di Nietzsche sulla questione ebraica. Una palestra privilegiata per rinnovare la discussione intorno a un pensatore già di per sé da sempre discusso e che, ci si potrebbe arrischiare a dire, ha trovato proprio in questa qualità la cifra caratteristica della sua perdurante attualità. E, come per altri casi che lo riguardano, non sono né una tesi a tutti i costi colpevolista né una tesi a tutti i costi innocentista a poter fornire una comprensione adeguata del problema.
- Published
- 2017
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