INTRODUZIONE: dalla letteratura scientifica si evincono differenze di genere e di sesso nello sviluppo, nella sintomatologia e nell'evoluzione di diverse malattie, nella risposta ai farmaci e nei percorsi terapeutici. Anche con riferimento a COVID-19 sono emerse alcune differenze di genere. OBIETTIVI: analizzare i dati della pandemia di COVID-19 per fascia di età e genere in Italia, Germania, Spagna e Svezia, caratterizzati dall'aver messo in atto differenti politiche di contenimento della pandemia, con l'obiettivo di rilevare eventuali caratteristiche interpretabili con la lente delle differenze di genere. MATERIALI E METODI: sono stati analizzati i dati dei casi accertati e dei decessi associati a COVID-19 nel periodo marzo-maggio 2020 in Italia, Spagna, Germania e Svezia e dati di mortalità generale per tutte le cause in Italia. Gli indicatori utilizzati sono la letalità aggiustata per ritardo temporale e i rapporti standardizzati di mortalità (SMR), con associati intervalli di confidenza (IC90%), per la mortalità generale. RISULTATI: nei Paesi indagati, le donne sono più vulnerabili al contagio nelle fasce di età 30-60 anni. La letalità basata sui casi e decessi accertati risulta sempre maggiore tra gli uomini. Il rapporto uomini/donne è pari a 1,7 in Italia, Spagna e Svezia e a 1,4 in Germania. Per tutti i Paesi, il rapporto risulta più alto in età giovanile. L'analisi dei dati di mortalità osservata/attesa in Italia nello stesso periodo rispetto alla media del 2015-2019 mostra un eccesso comparabile tra i due generi con un SMR pari a 132 per gli uomini e a 127 per le donne. CONCLUSIONI: la pandemia di COVID-19 colpisce entrambi i generi con alcune differenze: il rischio di infezione è maggiore nelle donne, mentre la letalità è maggiore negli uomini. Queste differenze mettono in evidenza la necessità di comprendere meglio l'interazione sesso/genere ed età sia per la sorveglianza epidemiologica sia per una maggiore adeguatezza al genere dei trattamenti profilattici e terapeutici in corso. Tale approfondimento è però possibile solo se i dati che si riferiscono a sintomi, malattie pregresse, assistenza sanitaria a livello primario e ospedaliero, alle caratteristiche del ricovero e al decorso siano pubblicati disaggregati per età e genere. L'analisi delle cause di morte potrebbe aiutare a comprendere meglio l'incremento di mortalità per entrambi i generi, ma in particolare per le donne, per le quali, dai dati di casi e decessi accertati, appare una minore letalità per COVID-19.