1. FORME E FUNZIONI DEI SIMULACRI E DEI FANTOCCI ANIMATI NELLE FESTE SICILIANE
- Author
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Buttitta, I, Perricone, R, Pasqualino, C, Dufrene, T, Buttitta, I, Perricone, R, Vidal, D, Grimaud, E, Paré, Z, Gonzàlez Alcantud, JA, and Leone, A
- Subjects
rituals artifacts, anthropomorphic and theriomorphic puppets, religious festivals, Sicily ,Settore M-DEA/01 - Discipline Demoetnoantropologiche ,manufatti rituali, pupi antropomorfi e teriomorfi, feste religiose, Sicilia - Abstract
In Sicilia, in occasione di numerose cerimonie religiose, soprattutto a Pasqua, entrano in scena statue con arti mobili (soprattutto Crocifissi e Madonne) e fantocci antropomorfi o teriomorfi animati da un manipolatore posto al loro interno. Se dal punto di vista fenomenologico, questi ultimi artefatti, costituiscono un ibrido, un incrocio tra umano e artificiale, dai punti di vista funzionale e simbolico, sia che rappresentino i santi apostoli sia che rappresentino eroi fondatori o animali leggendari, si pro-pongono, sempre e comunque, come entità altre dall’umano. I fantocci animati, pertanto, al pari dei mascherati e dei simulacri processionali dei santi, sono da considerarsi delle epifanie di una “alterità” con cui bisogna mantenere un sistema di relazioni positive al fine di garantire la ciclica ricostituzione dell’ordine naturale e sociale. Non a caso, quando irrompono nello spazio comunitario, sono caratte-rizzati da un lato da comportamenti a-normali, tesi a enfatizzarne la diversità e la non-umanità, dall’altro sono destinatari di offerte che rinnovano quel circuito del dono che sempre sostanzia ai rap-porti tra immanenza e trascendenza. In tutti casi, inoltre, le loro peculiarità morfologiche e i loro singo-lari comportamenti performativi, non di rado tricksterici e predatori, rivelano un modo “altro” di vivere il sacro e, più in generale, un modo di vivere “altro” che li propone come espressioni totemiche di una specifica appartenenza comunitaria. In Sicily, on the occasion of numerous religious ceremonies, especially at Easter, statues with movable limbs (especially Crucifixes and Madonnas) and anthropomorphic or theriomorphic puppets animated by a manipulator placed inside them enter the scene. If from a phenomenological point of view, these last artifacts constitute a hybrid, a cross between human and artificial, from a functional and symbolic point of view, whether they represent the holy apostles or that they represent founding heroes or legendary animals, they propose, always and in any case, as entities other than the human. The animated puppets, therefore, like the masked ones and the processional simulacra of the saints, are to be considered epiphanies of an "otherness" with which it is necessary to maintain a system of positive relationships in order to guarantee the cyclical reconstitution of the natural and social order. It is no coincidence that when they break into the community space, they are characterized on the one hand by a-normal behaviour, aimed at emphasizing their diversity and non-humanity, and on the other they are recipients of offers which renew that circuit of the gift which always substantiates to the relationship between immanence and transcendence. In all cases, moreover, their morphological peculiarities and their singular performative behaviors, often tricksteric and predatory, reveal an "other" way of experiencing the sacred and, more generally, an "other" way of living than proposes as totemic expressions of a specific community membership.
- Published
- 2021