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2. I batteri lattici delle cariossidi del grano: influenza geografica, varietale e del periodo di invecchiamento
- Author
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Gaglio,R., Settanni, L., Gaglio,R., and Settanni, L.
- Subjects
lactic acid bacteria, wheat, ears, kernels, flour/semolina, sourdough, microbial monitoring ,batteri lattici, grano, spighe, cariossidi, farina/semola, impasto acido, monitoraggio microbico ,Settore AGR/16 - Microbiologia Agraria - Abstract
Il presente articolo riporta i dati di alcune ricerche volte a risalire all’origine dei batteri lattici degli impasti acidi. A tal proposito, i batteri lattici del frumento di quattro varietà moderne sono stati monitorati a partire dalle spighe. Le cariossidi ospitavano livelli di microrganismi inferiori rispetto a quelli rilevati sulle spighe e queste ultime livelli inferiori rispetto alle semole. La minore biodiversità lattica è stata riscontrata sulle cariossidi, mentre le semole hanno mostrato la maggiore ricchezza di specie e ceppi. Al fine di valutare la resistenza dei batteri lattici del grano durante l’invecchiamento, le cariossidi di due varietà antiche e due moderne di grani duri siciliani fino a 3 anni dalla raccolta sono state molite per rilevare la biodiversità lattica delle semole risultanti. Lattobacilli e enterococchi hanno superato le condizioni di stress subite durante la conservazione meglio di altri batteri lattici comunemente associati alle cariossidi di frumento. This article shows research data to retrieve the origin of lactic bacteria in sourdoughs. To this purpose, wheat lactic acid bacteria from four modern varieties were monitored starting from the ears. In general, kernels harboured lower levels of microorganisms than ears and ears than semolinas. The lowest lactic acid bacteria complexity was found on kernels, while a richer biodiversity in terms of species and strains was observed in semolinas. In order to assess the resistance of wheat lactic acid bacteria during aging, the kernels of two old landraces and two modern genotypes of Sicilian durum wheat up to 3 years after harvest were milled to detect the biodiversity of the resulting semolinas. Lactobacilli and enterococci were able to overcome the stressing conditions represented by cereal storage better than other lactic acid bacteria genera commonly found associated to wheat kernels after harvest.
- Published
- 2021
3. Biotecnologie applicate alla valorizzazione della 'Pagnotta di Piana degli Albanesi'
- Author
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Gaglio R., Cirlincione F., Settanni L., and Gaglio R., Cirlincione F., Settanni, L.
- Subjects
Batteri lattici, impasto acido, farina, semola, panificazione tradizionale - Abstract
Il presente articolo riassume il progetto di valorizzazione della Pagnotta di Piana degli Albanesi attraverso lo sviluppo di un impasto acido ottenuto da batteri lattici selezionati dalle materie prime, al fine di legare la produzione al territorio e permettere di recuperare le note di tipicità. Le farine e le semole rappresentano dei veri e propri habitat microbici, la cui composizione può variare in funzione dell’area geografica e delle condizioni di conservazione. Trattandosi di materie prime che non possono essere trattate termicamente prima della trasformazione, esse trasferiscono i loro microrganismi al prodotto in lavorazione. Pertanto, qualora tali microorganismi esprimano proprietà panarie rappresentano degli utili strumenti per l’esaltazione delle note aromatiche desiderate. Il contributo scientifico riporta le popolazioni lattiche delle materie prime siciliane impiegate nella produzione di pani tipici, la selezione dei batteri lattici e lo scaleup della loro applicazione.
- Published
- 2019
4. L’idromele e lo spiritu ré fascitrari, l’uso antico del miele fermentato
- Author
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Ciminata A., Guarcello R., Francesca N., Columba P., Lombardo G., Moschetti G., Gaglio R., and Ciminata, A., Guarcello, R., Francesca, N., Columba, P., Lombardo, G., Moschetti, G., Gaglio, R.
- Subjects
Miele ,Settore AGR/01 - Economia Ed Estimo Rurale ,Lieviti ,Spiritu ré fascitrari ,Idromele ,Settore AGR/16 - Microbiologia Agraria - Published
- 2019
5. Utilizzo del pied de cuve fortificato per la fermentazione spontanea di vini rossi di qualità
- Author
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Gaglio R., Corona O., Fontana T., Mercurio V., Settanni L., Moschetti G., Francesca N., and Gaglio, R., Corona, O., Fontana, T., Mercurio, V., Settanni, L., Moschetti, G., Francesca, N.
- Subjects
pied de cuve, lactic acid bacteria, Saccharomyces cerevisiae ,Settore AGR/15 - Scienze E Tecnologie Alimentari ,Settore AGR/16 - Microbiologia Agraria - Abstract
La fermentazione spontanea è un processo biologico incontrollato durante il quale molti lieviti e/o batteri potrebbero aumentare rapidamente in concentrazioni tali incidere negativamente sulla qualità del prodotto finale. A tal proposito, al fine di ottimizzare la crescita di lieviti con buone attitudini enologiche, si utilizza il metodo “pied de cuve”. Questa tecnica enologica è in grado di realizzare in una determinata massa di mosto dal volume ridotto, una fermentazione alcolica con un ceppo di lievito opportunamente inoculato o con ceppi di lieviti indigeni, naturalmente presenti nel mosto. Al fine di valorizzazione ed aumentare la diffusione di pratiche enologiche basate su un ridotto uso di coadiuvanti tecnologici sono state studiate fermentazioni alcoliche spontanee “gestite” in modo tale eliminare e/o ridurre l’uso delle colture microbiche selezionate commerciali. L’attività di ricerca è stata concepita ed eseguita per valutare la biodiversità microbica delle popolazioni di lieviti e dei principali parametri chimico-fisici, relativi a dei processi innovativi di vinificazione dell’Aglianico di Taurasi. Lo scopo finale è stato quello di validare l’applicabilità tecnologica, sia su base microbiologica che chimico-fisica, di un processo di fermentazione spontanea ma “gestito” mediante l’uso della tecnica del pied de cuve fortificato (PdCF). Tale tecnica ha previsto l’addizione di etanolo, mediante l’uso di vino dell’annata precedente, in un mosto appena ottenuto, ovvero un’alcolizzazione di mosto d’uva. Inoltre, con la presente sperimentazione sono stati valutati anche gli effetti della modifica dei parametri di preparazione del PdCF, ovvero grado di alcolizzazione del mosto [1% (v/v) di etanolo] e rapporto di inoculo PdCF del 5%. Il presente lavoro ha fornito una panoramica sull’ecologia microbica dei vini prodotti utilizzando il PdCF, nonché la fermentazione alcolica spontanea associata al metodo pied de cuve utilizzando uve della cultivar Aglianico di Taurasi vinificate su scala aziendale. L’aggiunta di etanolo nel pied de cuve, prima dell’inizio della fermentazione spontanea, ha favorito lo sviluppo e la dominanza dei lieviti di Saccharomyces cerevisiae autoctoni durante l’intero processo di vinificazione. Allo stesso tempo, tutti i principali parametri chimico-fisici enologici hanno raggiunto valori in linea con gli standard che assicurano la produzione di vini di qualità. Il risultato finale del presente studio, ha confermato che il protocollo di vinificazione PdCF all’1,0% (v/v) di etanolo anche se applicato su scala aziendale consente lo svolgimento di una fermentazione alcolica spontanea riducendo il rischio di alterazioni microbiche e/o chimico-fisiche. Tale metodica se applicata su scala industriale nell’intero comparto vitivinicolo legato alla produzione di Aglianico di Avellino consentirà alle cantine di diversificare l’offerta aziendale attraverso la produzione di vini a fermentazione spontanea con una potenziale “impronta” sensoriale legata a distinte caratteristiche di tipicità. Ciò consentirà di soddisfare la crescente domanda di quei consumatori, sempre più numerosi, attenti agli aspetti qualitativi delle produzioni vinicole.
- Published
- 2018
6. Il vino e la fermentazione alcolica
- Author
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Moschetti, G., Francesca, N., Gaglio, R., Moschetti, G, Francesca, N, Gaglio, R, and Moschetti, G., Francesca, N., Gaglio, R.
- Subjects
Vino ,fermentazione alcolica ,Settore AGR/16 - Microbiologia Agraria - Abstract
Il consumo di bevande alcoliche ha da sempre accompagnato la storia dell’uomo, riscontrandosi in tutte le civiltà, dalle meno evolute a quelle più progredite. Le scoperte scientifiche del XV secolo hanno messo in luce come tutti i popoli abbiano ampiamente sfruttato il fenomeno della fermentazione di cereali per produrre bevande. Lo stesso vino, inoltre, aveva assunto fin dai tempi più antichi un valore liturgico presso tutte le civiltà che si erano affacciate al Mediterraneo. Anche oggi, e in misura maggiore rispetto al passato, si fa largo uso di bevande alcoliche ottenute sia da fermentazione che da distillazione di liquidi zuccherini. Le bevande alcoliche fermentate sono caratterizzate dalla presenza di concentrazioni variabili di alcol, ottenute da frutta, semi di cereali e tuberi, mediante la fermentazione di soluzioni zuccherine. Nelle bevande alcoliche fermentate, la presenza di alcol etilico è dovuta ad un processo naturale denominato “fermentazione alcolica”, operato da lieviti, mediante il quale le sostanze zuccherine si trasformano in alcol etilico e anidride carbonica. Per la legislazione italiana (D.P.R. n. 162), può essere denominato “vino” esclusivamente il prodotto ottenuto attraverso la fermentazione alcolica spontanea, totale o parziale, dell’uva fresca, dell’uva ammostata o del mosto d’uva con gradazione alcolica non inferiore ai tre quinti della gradazione complessiva. Pertanto, con il termine “vino” si indica il prodotto finale di una lunga catena biotecnologica articolata nelle fasi di preparazione del mosto, di fermentazione, di maturazione e di invecchiamento. Ciascuna delle fasi appena menzionate investe fenomeni chimici, chimico-fisici e biologici che si cerca di regolare con tecniche atte a conservare i caratteri della materia prima e a migliorare la qualità dei vini che ne derivano, anche in considerazione della crescente domanda e del maggiore interesse dei consumatori per un vino di qualità. Sicuramente, la svolta microbiologica ha rappresentato una delle innovazioni tecniche più importanti nella storia dell’enologia, insieme alle osservazioni sugli effetti dell’ossigeno, sui costituenti fenolici e dell’aroma, grazie alla capacità di incidere sul processo di fermentazione. I principali agenti responsabili della fermentazione alcolica sono i lieviti appartenenti al genere Saccharomyces (in particolare Saccharomyces cerevisiae), mentre i batteri lattici sono determinanti per la fermentazione malolattica. Tali microrganismi guidano la vinificazione del succo d’uva e, per questa ragione, osservare e comprendere il loro comportamento in ambiente enologico è di elevata importanza per l’ottenimento di prodotti finiti con caratteristiche organolettiche ottimali. Le interazioni microbiche, infatti, sono di notevole rilevanza in quanto lo sviluppo di microrganismi indesiderati può generare alterazioni e difetti di natura organolettica.
- Published
- 2013
7. Strategie microbiologiche per la produzione di vini base ad elevata acidità da racemi della cultivar Grillo per l’ottenimento di spumanti siciliani
- Author
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Francesca N., Gaglio R., Corona O., Scalia N., Mercurio V., Moschetti G., Alfonzo A., and Francesca, N., Gaglio, R., Corona, O., Scalia, N., Mercurio, V., Moschetti, G., Alfonzo, A.
- Subjects
Racemi, Saccharomyces cerevisiae, spumante - Abstract
Sempre maggiore è l’importanza che stanno acquisendo gli spumanti Italiani nel mondo, ed anche la produzione vitivinicola in Sicilia è aumentata nell’ultimo decennio. Gli spumanti di qualità, però, sono caratterizzati da un’elevata acidità che non sempre è raggiunta nei vini base e negli spumanti prodotti nelle aree con climi caldo-temperati come quello siciliano. A tale scopo, si sono svolte delle fermentazioni su un mosto di racemi di Grillo, per l’ottenimento del vino di base spumante, avviando numerose attività di natura microbiologica, molecolare, chimico-fisica e sensoriale. I lieviti utilizzati come starter nelle fermentazioni, sono stati isolati da uve racemi raccolte nelle vendemmie del 2015 e 2016 in diverse zone della Sicilia, identificati tramite analisi genotipica delle regione 5.8S-ITS e successivamente caratterizzati tecnologicamente con lo scopo ultimo di selezionare starter indigeni di elevata qualità enologica. Sulla base dei risultati ottenuti dai saggi sopra elencati, sono stati selezionati 24 ceppi di Saccharomyces cerevisiae con una valida potenziale attitudine enologica. Attraverso micro-fermentazioni condotte su mosti di uve Grillo, sono stati valutati i parametri di vigore e potere fermentativo, la concentrazione di acido acetico, glicerolo e zuccheri riduttori durante l’intero periodo di fermentazione alcolica. Sulla base dei risultati raccolti durante la fase di micro-fermentazione, sono stati selezionati due ceppi MSE13 e MSE41 caratterizzati dalla migliore attitudine enologica per la potenziale fermentazione alcolica di mosti ottenuti da racemi di Grillo. Dalla fase di ammostamento alla fine della fermentazione alcolica sono stati periodicamente monitorati i principali parametri chimico-fisici e microbiologici. Dopo 27 giorni di fermentazione, i diversi ceppi hanno portato a termine correttamente le varie fermentazioni, ma con diversi andamenti. I ceppi MSE13 e MSE41 non sono stati in grado di avviare una rapida fermentazione alcolica entro i 7 giorni dall’ammostamento. Per tale motivo, i suddetti ceppi sono stati preliminarmente coltivati a un pH di 2.5, mediante un accrescimento della biomassa in terreni colturali liquidi a pH decrescente, e quindi inoculati nuovamente nel mosto ottenuto da racemi. I vini sperimentali così ottenuti hanno mostrato oltre che un quadro chimico-fisico e microbiologico, anche caratteristiche sensoriali ottimali per la formulazione di vini base e/o vini da taglio dedicati alla produzione di vini spumanti di qualità. E’ di particolare interesse enologico, sottolineare che tutti i vini sperimentali sono stati caratterizzati da una notevole e significativa sensazione di acidità e sapidità. Pertanto l’utilizzo di vini da racemi di Grillo, da utilizzare come taglio di vini da uve grillo con medio-bassi valori di acidità totale, possono risultare particolarmente utili alla produzione di vini base spumante. associati a climi caldo-temperati quali quello siciliano e della provincia di Trapani.
8. Studio retrospettivo sulla qualità igienico-sanitaria delle ricotte prodotte in Sicilia
- Author
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Scatassa Maria Luisa, Mancuso Isabella, Sciortino Sonia, Macaluso Giusi, Gaglio Raimondo, Palmeri Marisa, Arcuri Luigi, Todaro Massimo, Cardamone Cinzia, Scatassa Maria Luisa, Mancuso, I., Sciortino, S., Macaluso, G., Gaglio, R., Palmeri, M., Arcuri, L., Todaro, M., and Cardamone, C.
- Subjects
Ricotta ,batteri lattici ,batteri patogeni ,Settore AGR/18 - Nutrizione E Alimentazione Animale ,Settore AGR/16 - Microbiologia Agraria - Abstract
La ricotta è un prodotto lattiero caseario estremamente diffuso nei paesi del Mediterraneo ottenuto per termocoagulazione acida del siero. Scopo del lavoro è stato valutare la qualità igienico sanitaria delle ricotte siciliane mediante uno studio retrospettivo; sono stati analizzati i dati dei campioni conferiti all’ZS della Sicilia per controllo ufficiale, autocontrollo o progetti di ricerca. Dal 2002 ad oggi sono state esaminate 1295 ricotte fresche, nella maggior parte dei campioni sono stati ricercati L. monocytogenes (1156), Salmonella sp. (998), Brucella sp. (721), Stafilococchi coagulasi positivi (639) e E. coli (598). Su un numero di campioni variabile fra 98 e 371 è stata eseguita la determinazione della CBT, la numerazione di B. cereus, Pseudomonas sp., spore di anaerobi, lieviti e muffe, enterococchi, flora lattica e determinazione del pH. Le analisi sono state effettuate con metodi normati o con metodi interni validati, alcuni batteri lattici isolati sono stati genotipizzati mediante analisi della sequenza del gene 16S rDNA. Nessun campione è risultato positivo a L. monocytogenes, Salmonella sp. e Brucella sp. Nel 16% dei campioni era presente B. cereus in concentrazioni fra 1 e 6 log ufc/g; nel 21% erano presenti Enterobacteriaceae (1-7 log), nel 13% E. coli (1-4 log) e nel 14% lieviti e muffe (1-3 log). Nel 2% dei campioni sono stati ritrovati Pseudomonas sp. (2 log) e Stafilococchi coagulasi positivi (1-5 log). I valori di CBT erano compresi fra 2 e 8 log ufc/g (valore medio 5.12±1.64), gli enterococchi (1-6 log, valore medio 3.62±1.24) e flora lattica fra 1 e 7 log ufc/g. Le ricotte presentavano valori medi di pH pari a 6,39. La maggior parte dei batteri lattici apparteneva alle specie Lactococcus lactis e Lactobacillus casei. I risultati ottenuti evidenziano una buona qualità delle ricotte siciliane per l’assenza dei patogeni; la presenza di microrganismi indicatori di igiene evidenzia la necessità di migliorare le condizione igieniche di produzione considerato che la ricotta, per le sue caratteristiche chimico-fisiche, rappresenta un buon substrato per lo sviluppo di microrganismi (Fadda et al., 2012).
- Published
- 2017
9. Aspetti igienico-sanitari dei prodotti vegetali di IV gamma
- Author
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Gaglio Raimondo, Craparo Valentina, Francesca Nicola, Settanni Luca, Gaglio, R., Craparo, V., Francesca, N., and Settanni, L.
- Subjects
vegetali quarta gamma ,conservazione ,shelf life ,infezioni ,contaminazioni ,Settore AGR/16 - Microbiologia Agraria - Abstract
Fresh vegetables are recommended for the daily diet because of their low caloric content, high amount of vitamins, minerals and fiber. Furthermore, these foods are source of various phytochemical compounds such as polyphenols, flavonoids and sterols exerting antioxidant activity. Some epidemiological and clinical studies clearly showed that a diet rich in fruits and vegetables might reduce the risk of some diseases, including some forms of cancer. Modern consumers pay a great attention to the “convenience foods”, foods characterized by ease of consumption. In particular, ready-to-eat products maintain almost all characteristics of fresh harvested products. These products are minimally processed and do not undergo further manipulation before consumption. However, ready to eat vegetables might represent a potential danger for the human health due to the high risk of growth of undesirable microorganisms. Bacteria belonging to the species Escherichia coli, Salmonella spp. and Listeria monocytogenes are the most common food pathogens that contaminate fresh vegetables and ready to eat vegetables. These microorganisms constitute one the most important causes of human infections. Besides the contamination deriving from the direct contact with soil, the manure from domestic or wild animals and the inappropriate packaging, the most frequent source of contamination by enteric bacteria is represented by the irrigation water. The application of inappropriate temperatures during storage determine the rapid increase of microbial levels in fresh cut vegetables.
- Published
- 2017
10. [Vascular pathology of the spinal cord. II. Etiopathogenetic and clinical aspects].
- Author
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Gaglio RM, Gurgone G, and Piccoli F
- Subjects
- Cauda Equina blood supply, Humans, Intermittent Claudication diagnosis, Intermittent Claudication etiology, Intermittent Claudication pathology, Spinal Cord pathology, Spinal Cord Diseases etiology, Spinal Cord Diseases pathology, Syndrome, Spinal Cord blood supply, Spinal Cord Diseases diagnosis
- Published
- 1982
11. [Review of the pathogenetic problem of hereditary ataxia].
- Author
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Gurgone G, Gaglio RM, and Piccoli F
- Subjects
- Amino Acids metabolism, Ataxia metabolism, Cerebellar Ataxia genetics, Cerebellar Ataxia metabolism, Citric Acid Cycle, Diabetes Complications, Friedreich Ataxia metabolism, Glycolysis, Humans, Oxidoreductases metabolism, Pyruvate Dehydrogenase Complex metabolism, Pyruvates metabolism, Pyruvic Acid, gamma-Aminobutyric Acid metabolism, Ataxia genetics
- Abstract
In the inherited ataxias, a heterogeneous group of relatively rare and progressive neurological disorders, abnormalities in pyruvate metabolism have been described. Pyruvate is involved in the glycolitic pathway as an important step, and utilized in the Krebs cycle, the main energy source in the brain. Furthermore, pyruvate and other intermediates in the Krebs cycle, can also serve as a precursors of amino acids for which a role as a neurotransmitter has been shown. The explanation of the basic biochemistry may serve as a basis for a more steady knowledge of the clinical and pathological findings of such diseases.
- Published
- 1984
12. [Vascular pathology of the spinal cord. I. Anatomo-physiologic aspects].
- Author
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Gurgone G, Gaglio RM, and Piccoli F
- Subjects
- Arteries anatomy & histology, Carbon Dioxide blood, Hemodynamics, Homeostasis, Humans, Infarction physiopathology, Ischemia physiopathology, Oxygen blood, Regional Blood Flow, Veins anatomy & histology, Spinal Cord blood supply
- Published
- 1982
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