1. Palladio e Giulio Romano: la trasmissione di tecniche costruttive che permettessero di 'lasciare da parte[...]le superflue spese'
- Author
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PAGLIARA, Pier Nicola, F. Barbieri, D. Battilotti, G. Beltramini,A. Bruschi,H. Burns, F.P. Fiore,C.L. Frommel, M. Gaiani, P. Gros, C. Hind, D. Howard,F. Marias, W. Oechslin, L. Puppi., and Pagliara, Pier Nicola
- Abstract
La collaborazione di Palladio con Giulio Romano nel cantiere di palazzo Thiene ha consentito all’architetto vicentino di acquisire e sperimentare tecniche costruttive che Giulio aveva utilizzato a Roma e reimpiegato, ampliandone l’uso, a Mantova,. per realizzare con mezzi frugali opere in apparenza lapidee che eguagliassero la ricchezza delle architetture antiche. Mente l’interesse di Palladio per alcuni aspetti formali delle architetture di Giulio, quali gli intrecci di ordini ed opera rustica vista come un “non finito”, si manifesta nelle sue opere giovanili per poi attenuarsi, la ripresa dei modi in cui Giulio impiegava surrogati “poveri”della pietra è durevole, profonda e feconda. L’esperienza ravvicinata che il vicentino ne ha nel corso della costruzione iniziale di palazzo Thiene è verosimilmente più efficace di quanto può aver acquisito dalla conoscenza di opere di Bramante e Raffaello, da palazzo Caprini a villa Madama, che aveva potuto esaminare durante i suoi soggiorni a Roma. La capacità di usare in modo oculato materiali costosi diventa una delle ragioni dell’ampio successo delle sue architetture. Ad esempio la miriade di colonne che vediamo nelle residenze private costruite da Palladio, palazzi e ville, sarebbe stata difficilmente realizzabile se non avesse usato i mattoni in luogo di pietre e marmi.
- Published
- 2008