31 results on '"Manfrè L"'
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2. La vertebroplastica nelle neoplasie del rachide
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Manfrè, L., Tomarchio, L., Materazzo, D., Leonardo, M., and Cristaudo, C.
- Abstract
Nonostante il primo trattamento di vertebroplastica percutanea su uomo sia stato eseguito in un paziente affetto da angioma espansivo dell'odontoide, la letteratura scientifica ha focalizzato maggiormente l'attenzione sulle possibilità applicative dell'introduzione del cemento al polimetilmetacrilato nell'ambito di vertebre affette da crolli primitivi da patologia osteoporotica. Negli ultimi anni tuttavia la comunità scientifica ha tuttavia guardato con interesse crescente l'uso della vertebroplastica in corso di neoplasie benigne o maligne a localizzazione vertebrale.La riduzione del rischio di crollo vertebrale fa della vertebroplastica uno dei trattamenti principali nella patologia tumorale vertebrale. La metodica appare quindi sostitutiva, o comunque di sostegno, ai trattamenti radioterapici, non sempre in grado di ottenere un soddisfacente effetto antalgico, meno invasiva della vertebrectomia. In caso di angioma espansivo, infine, la vertebroplastica può precedere, ove necessario, un eventuale trattamento embolizzante con colle della lesione, riducendo il letto vascolare della stessa.Le patologie espansive delle vertebre ove è indicato il trattamento percutaneo di vertebroplastica sono rappresentate dagli angiomi espansivi, dalle localizzazioni intrasomatiche di malattia neoplastica (solitamente neoplasie della serie ematica come la Leucemia Mieloide Cronica o il Mieloma Multiplo) e dalle metastasi, purché sia risparmiato l'arco posteriore vertebrale: una sua eventuale compromissione infatti precluderebbe nella maggior parte dei casi una vera stabilità vertebrale, anche dopo il trattamento, e ridurrebbe comunque le potenzialità antalgiche dello stesso.La scomparsa del dolore dipendente dalla vertebroplastica avviene solitamente in un periodo oscillante tra le prime 24–48 h sino a 30 giorni, con una media di 7 giorni.Il principale rischio della vertebroplastica in corso di patologia tumorale consiste nella fuoriuscita del cemento in sede extravertebrale durante la sua introduzione.La vertebroplastica rappresenta oggi una nuova arma dell'arsenale a disposizione della Neuroradiologia Interventiva per il trattamento di lesioni singole o multiple di natura tumorale della colonna vertebrale.
- Published
- 2002
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3. Trattamento della lombosciatalgia acuta e cronica con infiltrazione perigangliare di steroide: Esperienza personale
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Manfrè, L.
- Abstract
Scopo del nostro lavoro è stato quello di valutare l'efficacia di un'infiltrazione perigangliare di steroide in pazienti affetti da lombosciatalgia acuta o cronica.56 pazienti affetti da lombosciatalgia dipendente da patologia degenerativa discale o vertebrale, con pregressa valutazione TC e/o RM del rachide lombare, sono stati sottoposti ad una infiltrazione TC guidata perigangliare, con 2 cc (80 mgr) di Depomedrol® usando un ago di Chiba spinale centimetrato da 22 g, senza effettuazione di alcuna preparazione, anestesia o somministrazione di mezzo di contrasto. La lombosciatalgia, e la sua evoluzione a 1 e 12 mesi dal trattamento, è stata valutata mediante scala “Owestry low back pain disability scale”.Il 71% dei pazienti dimostrava un significativo miglioramento della sintomatologia, con scomparsa o riduzione della sintomatologia. In conclusione, il trattamento periradicolare TC guidato con iniezione di steroide sembra costituire una valida alternativa minimamente invasiva per il trattamento della patologia radicolare lombare.
- Published
- 2001
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4. Neurofibromatosi: Supporto diagnostico della RM con Gadolinio
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Pero, G., Manfrè, L., Tigano, G., Fabbri, G., Nicoletti, G., and Albanese, V.
- Abstract
La neurofibromatosi, la più frequente delle facomatosi o displasie neuroectodermiche, è caratterizzata dalla presenza di lesioni displastiche e/o neoplastiche alterazioni a carico degli elementi derivati dalla crescita neurale. Gli autori esaminano, nella loro casistica, le principali alterazioni di interesse neuroradiologico, ponendo particolare attenzione all'impiego del mezzo di contrasto paramagnetico (Gd-DTPA), quale ausilio di fundamentale importanza nella diagnosi della malattia.
- Published
- 1992
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5. Anatomia e patologia del labirinto membranoso studio con sequenze RM sensibili al flusso
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Manfrè, L., Lagalla, R., Pappalardo, S., Mangiameli, A., Tortorici, M., Riggio, F., Ferrara, S., Ferrara, P., and Cardinale, A.E.
- Abstract
Nonostante i deludenti esordi nella valutazione delle strutture labirintiche costituenti l'orecchio interno, la risonanza magnetica costituisce oggi, grazie anche al miglioramento dell'hardware e del software disponibili, una modalità diagnostica di grande efficacia non solo nell'analisi della patologia espansiva o infiammatoria coinvolgente il VII ed VIII nervo cranico, ma anche nella valutazione delle alterazioni patologiche del segnale endolabirintico in rapporto a focolai emorragici o, come recentemente dimostrato mediante uso di Gd-DTPA, nell'analisi delle alterazioni a carico della capsula oticanella fase spongiotica dell'otosclerosi.Tuttavia, lo scarso contrasto esistente tra liquido endolabirintico e strutture circostanti (solitamente aria nel cavo timpanico e tessuto osseo capsulare) rende le tradizionali scansioni in tecnica Spin-Echo con ponderazione T1 del tutto inadeguate alla valutazione dell'orecchio interno.Analoga osservazione deve essere fatta per le immagini T2-dipendenti che, per l'eccessivo spessore di scansione e l'elevata durata dei tempi di esame, non rappresentano di certo un mezzo di indagine pratico ed affidabile, certamente comunque non competitivo nei confronti dell'imaging TC, oggi particolarmente fedele grazie alla possibilità di effettuare scansioni di minimo spessore (1 mm).Gli autori riportano la loro esperienza nell'analisi delle strutture labirintiche nel normale e patologico mediante imaging per RM con unità operante a 0,5 T ed applicazione di sequenze di tipo GRASS, opportunamente modificate per aumentarne la sensibilità al flusso lento endolinfatico (mGRASS), e Fast-Spin-Echo (FSE). Nei casi patologici è stata effettuata una analisi comparativa rispetto al reperto TC.
- Published
- 1994
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6. Mucocele del dotto naso-lacrimale: Valutazione neuroradiologica di due casi
- Author
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Manfrè, L., Lombardo, F., Di Benedetto, M.E., Cardella, G., Mangiameli, A., and De Maria, M.
- Abstract
Il mucocele delle vie lacrimali costituisce una rara ma importante complicanza della mancata pervietà delle vie lacrimali stesse, spesso responsabile di distressrespiratorio nel piccolo paziente.Determinato da una mancata o inadeguata canalizzazione delle vie lacrimali a livello della valvola di Hasner e di Rosenmuller, il mucocele naso-lacrimale si manifesta come tumefazione a livello del canto mediate orbitario, con possibile estensione lungo il dotto naso-lacrimale e sino a livello del meato nasale inferiors esso entra pertanto in diagnosi differenziale con l'encefalo ed il meningocele sinciziale, il dermoide, la dacriocistite, il cosidetto glioma nasale ed altra patologia a carattere espansivo più rara.In letteratura sono stati descritti solo 7 casi di mucocele naso-lacrimale alla valutazione TC.Gli autori esaminano 2 piccoli pazienti, affetti da mucocele del sacco nasolacrimal, mediante studio integrato TC ed RM.
- Published
- 1996
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7. Fast Spin Echo eSpin-Echo: A confronto in neuroradiologia pediatrica
- Author
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Manfrè, L., Sarno, C., Laconi, M., Mangiameli, A., and Lagalla, R.
- Abstract
Uno dei maggiori problemi connessi alio studio del SNC di pazienti in età pediatrica con RM è indubbiamente costituito dalla durata dell'esame stesso, che impone sovente la necessità di una sedazione farmacologica del paziente e limita allo stretto indispensabile il numero delle acquisizioni effettuate.Appare pertanto facilmente intuibile l'entusiasmo rivolto verso nuovi tipi di sequenze che presentino quale caratteristica principale una drastica riduzione dei tempi di acquisizione pur mantenendo un'affidabile qualità diagnostica.Le sequenze di tipo Fast-Spin-Echo (FSE) costituiscono il successivo sviluppo delle sequenze denominate RARE (Rapid Acquisition Relaxation Enhanced) descritte da Henning nel 1986, abbinando la semeiotica di segnale RM delle convenzionali sequenze in Spin-Echo (Conventional Spin-Echo o CSE), largamente più diffuse, al vantaggio di un rapido tempo di acquisizione (figure 1, 2).La sequenza FSE, tuttavia, per le caratteristiche tecniche che la contraddistinguono, non può essere considerata semplicisticamente come una sequenza Spin-Echo veloce: la sua applicazione nella pratica quotidiana merita pertanto — al pari di quanto già fatto per sequenze ormai diffusamente utilizzate quali la Spin-Echo e la Gradient-Echo — una approfondita analisi delle capacità intrinseche e delle potenzialità diagnostiche.Il nostro scopo è stato quello di esaminare comparativamente le immagini ottenute, mediante sequenze FSE e CSE, in 78 pazienti in età pediatrica, valutando non solo la qualità diagnostica delle Stesse (nel normale e nel patologico), ma effettuando anche una analisi quantitativa del segnale rilevato e del contrasto relativo esistente tra le diverse componenti tissutali visualizzate.
- Published
- 1994
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8. Su di un caso di Schwannoma primitivo intraorbitario: Valutazione RM e analisi retrospettiva della letteratura
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Manfrè, L., Lagalla, R., Mangiameli, A., Giuffrè, G., Cardella, G., Ponte, F., and Cardinale, A.E.
- Abstract
Gli Schwannomi costituiscono il 6,8% dei tumori intracranici ed originano solitamente dai nervi sensitivi, con particolare predilezione per il V e VIII nervo cranico.Uno schwannoma a partenza da un nervo oculomotore costituisce invece una evenienza piuttosto rara, e solo 17 casi di s. del III n.c. sono stati documentati in letteratura. Sono da considerare ancora più rari gli schwannomi ad esclusiva localizzazione intraorbitaria (1–5, 7% dei tumori orbitari).Solitamente tipico dell'uomo adulto, con l'eccezione dei soggetti affetti da Neurofibromatosi di tipo 2, lo schwannoma orbitario esordisce solitamente come un processo espansivo a lento accrescimento, determinante diplopia, esoftalmo ed una tumefazione palpabile ma comprimibile, affiorante a volte al di sotto del velo palpebrale.Gli autori descrivono un caso di schwannoma intraorbitario studiato mediante unità RM operante a medio campo ed analizzano retrospettivamente la letteratura esistente sull'argomento.
- Published
- 1994
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9. MR Imaging in Intrinsic Tectal Tumours
- Author
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Sparacia, G., Pappalardo, S., Manfrè, L., Sarno, C., Angileri, T., and Lagalla, R.
- Abstract
This article presents some anatomic and neuroradiologic clues in the identification of intrinsic tectal tumours and the main related problems of differential diagnosis.The majority of intrinsic tectal lesions are low-grade gliomas that have been recognized as a potential cause of late-onset aqueductal stenosis. The superb sensitivity of magnetic resonance (MR) imaging and its multiplanar imaging capability allow an optimal diagnostic accuracy in the tectal region. For this reason, MR imaging should be included in the work-up of all patients with neurological findings of brain stem dysfunction and late-onset aqueductal stenosis.Tectal gliomas particularly merit an accurate MR long-term follow-up monitoring, since they may ultimately show evidence of progressive growth and require therapeutic intervention to maintain disease control.
- Published
- 1997
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10. Studio neuroradiologico della diastematomielia: Correlazioni con l'embriopatogenesi
- Author
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Pappalardo, S., Sparacia, G., Manfrè, L., Angileri, T., Brancatelli, G., Morello, A., and Lagalla, R.
- Abstract
Diastematomyelia is an uncommon defect of the neural axis and spinal column involving a sagittal cleft in the spinal cord and/or cauda equina, and phylum terminale; a spur of bone, cartilage or fibrous tissue separes two distinct spinal compartments and hemicords.A true double cord, each with four nerve roots is traditionally defined as diplomyelia.Associated cutaneous, skeletal or visceral anomalies are very common. Clinical onset occurs most frequently in adulthood, with low back pain, perineal hyperpatia and symptoms of motor and sensory deficit. In infantile onset cases pain is less frequent while neurologic symptoms prevail with orthopedic complications. Symptoms generally resemble tethered cord syndrome.Several hypotheses have been advanced to explain the embryopathogenesis of diastematomyelia, and they give rise to the current accredited theory, recently proposed by Pang and Coll.This paper resembles these hypoteses and explanes the actual accepted theory: the formation of an “ectopic or accessory neurenteric canal” abnormally joining the ectodermal and entodermal layers, bisects the notocord in its cranial development from Hensen's node; a regional splitting of the notocord takes place at this level and the maturative outcome is a split spinal cord with spinal dysraphism.Recently (1992) Pang and Coll. perfected this theory postulating a migration of mesenchymal cells along the accessory neurenteric canal, to form an “endomesenchymal tract”. The presence of displaced mesenchyma other than ectoderm and endoderm, is able to explain the entire complex of associated anomalies in diastematomyelia. Finally, they have by-passed the traditional distinction between diastematomyelia and diplomyelia, proposing a new unified theory of “Split Cord Malformations” (SCM).
- Published
- 1997
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11. Brain Morphometry and Psychobehavioural Measures in Autistic Low-Functioning Subjects
- Author
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Elia, M., Manfrè, L., Ferri, R., Musumeci, S.A., Panerai, S., Bottitta, M., Scuderi, C., Del Gracco, S., and Stefanini, M.C.
- Abstract
In the last two decades neurological research has significantly increased knowledge on the neuroanatomic bases of autism. Several autopsy and quantitative magnetic resonance imaging (MRI) studies have reported central nervous system (CNS) abnormalities which may underlie the social, language and cognitive dysfunction typical of the autistic disorder.Despite the wealth of evidence that the “autistic brain” is different from normal in a number of structures, the relationship between the severity of the developmental impairment in autism and the degree of the brain abnormality remains unknown.The aim of the present study is to correlate the areas of some brain regions, as calculated on the basis of MRI morphometry, with the Childhood Autism Rating Scale (CARS) and with the Psychoeducational Profile Revised (PEP-R) scores in a group of 22 autistic mentally retarded male subjects.
- Published
- 1997
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12. Imaging of “Malignant” External Otitis
- Author
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Manfrè, L., Casto, A. Lo, Tortorici, M., Angileri, T., Onorato, D., Barbiera, F., and De Maria, M.
- Abstract
“Malignant” external otitis or necrotizing external otitis (NEO) is a rare and severe infection of the external auditory meatus, causing destructive changes of the petrous bone, infiltrating inframastoid and intracranial tissues, with potentially lethal consequences.Five male diabetic patients, aged 61 to 85 years-old (mean age was 74 y.o), referred with biopsy-proven NEO, underwent CT and MRI studies for the assessment of the extension of the disease. Clinical data concerning the examined patients are summarized in table 1.Contrast-enhanced MRI does not seem to help in differentiating granulation from neoplastic tissues, as both demonstrate inhomogeneous enhancement.In conclusion, NEO remains a life-threatening disease and early diagnosis is necessary for adequate pharmacological and hyperbaric therapy. Although non-specific, MRI appears to be the choice modality in demonstration of the extension and follow-up of NEO and related complications. CT, however, still maintains a complementary role in the assessment of bony erosion secondary to the disease.
- Published
- 1997
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13. MRI Findings and Evoked Potentials in Patients with Myotonic Dystrophy versus Facioscapulohumeral Dystrophy
- Author
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Manfrè, L., Banco, A., Midiri, M., Sparacia, G., Pappalardo, S., Fierro, I., Mangiameli, A., and De Maria, M.
- Abstract
Evoked potentials recordings have been applied to many neurological disorders, localizing the lesions in the central nervous system (CNS) pathways. Facioscapulohumeral muscular dystrophy (FSHD) is a slowly progressive degenerative disease involving the muscles of the face and shoulders. On the contrary, myotonic distrophy (MD), the most frequent and severe myotonic disease, is caracterized by myotonia (delay of relaxation after voluntary contraction), muscular atrophy and dystrophic changes in non-muscular tissues.In the present investigation, patients with clinically and electromyographically verified FSHD and MD were examined using somatosensory evoked potentials (SEP) and brainstem auditory evoked responses (BAEP). The main purpose of the investigation was to determine whether impaired central conduction in patients with MD or FSHD could be associated to specific cerebral abnormalities detected by MRI.Nine patients with FSHD (7 males, 2 females) 22 to 43 y.o. (mean age 35.11 +/– 9.32 y.o.) and ten patients with MD (8 males, 2 females), aged 24 to 48 (mean age 36.27 +/– 11.80 y.o.), were examined.Our results suggest that patients with FSHD may present subclinical involvement of the WM on MRI examinations and of the afferent sensory and auditory system at SEP/BAEP analysis irrespective of age, duration or clinical severity of the disease.
- Published
- 1997
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14. Rheumatoid Arthritis: Evaluation of Temporomandibular Joint Abnormalities with MR Imaging
- Author
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Barbiera, F., Gallo, C., Cusmà, S., Ferro, M.P., La Tona, G., Manfrè, L., and De Maria, M.
- Abstract
It is well known that the temporomandibular joint (TMJ), as well as other joints, may be affected in patients with rheumatoid arthritis (RA).Conventional radiographic methods can be used in the assessment of bone damage but its usefulness is limited as the soft tissue involvement cannot be demonstrated. Many reports have shown the potential of magnetic resonance imaging in the evaluation of different TMJ components, all of which are often compromised in rheumatic disease; moreover MR imaging is superior for depicting advanced stages of rheumatic disease with various degrees of disc destruction. The purpose of this study was to evaluate the role of MR imaging in the assessment of RA.MR imaging of the TMJ was performed on 14 patients (11 women and 3 men, aged 36–79 years, mean 57.5) with diagnosed RA in stages 2 and 3 according to Steinbroker criteria. Both TMJs were evaluated in ten patients. A total of 24 TMJs were studied in this group of patients. Informed consent was obtained in each case. The goal of MR is not only to facilitate a diagnosis of rheumatoid arthritis, which may be done using laboratory and clinical parameters, but to assess the extent of the early soft-tissue and bone manifestations of the inflammatory process and to identify the stage of the disease.
- Published
- 1997
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15. Giant Optic Nerve Cyst Not Associated to Optic Sheath Meningioma: MR Follow-up
- Author
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Manfrè, L., Monreale, D., Martino, R., and Sarno, C.
- Abstract
Cystic enlargement of the optic nerve sheath is extremely rare and has been described in the literature in association with optic nerve meningioma.We describe MR findings over a 3.5 year follow-up in a patient with a large slow-growing retrobulbar ONC, not associated with optic nerve sheath meningioma or other optic nerve or orbital disease.
- Published
- 1997
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16. Odontogenic Keratocyst of the Maxillary Sinus: CT and MR Findings
- Author
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Latona, A., Cirino, A., and Manfrè, L.
- Abstract
Malignant tumours of the maxillary sinus and benign conditions including fibro-osseus dysplasia, mucocele, and different odontogenic cystic lesions may present with expansile maxillary masses. Odontogenic keratocystis in the maxilla is relatively rare and invasion of the maxillary sinus unusual. We describe a patient with odontogenic keratocyst of the maxillary sinus.Differential diagnosis with expanding intrasinusal cyst can be assessed on the basis of CT findings: upward displacement of the inferior floor of the maxillary sinus is a peculiar finding in extrasinusal masses: as a consequence, the size of maxillary sinus is reduced, mimicking antral hypoplasia. The superiorly displaced maxillary sinus floor should not be misinterpreted as the calcified wall of an intrasinusal mucocele.MRI is valuable in demonstrating the relation between the odontogenic keratocyst and surrounding structures. However, as the cyst may show high signal intensity on T1-weighted scans because of its contents (epithelial debris, blood degradation products), differential diagnosis of extrasinusal masses involving the sinus and intrasinusal mucocele may be difficult.
- Published
- 1997
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17. MR Imaging of Congenital and Acquired Malformation of the Eye and Orbit
- Author
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Manfrè, L., Banco, A., Accardi, M., D'Antonio, V., Caronia, A., and Lagalla, R.
- Abstract
As for all the central nervous system (CNS) defects, the severity of eye malformations is related to the time a teratogenic factor occurs: the earlier the insult, the more serious the eye abnormalities are.Magnetic resonance imaging perfectly depicts most eye defects. Considering that several CNS malformations have been described to occur simultaneously in the case of eye abnormalities, MRI is considered the imaging modality of choice nowadays.
- Published
- 1997
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18. The Role of Magnetic Resonance Imaging in Central Hearing Deficits: Beyond the Acoustic Schwannoma
- Author
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Manfrè, L., Angileri, T., Ferrara, S., Accardi, M., Raineri, R., and Lagalla, R.
- Abstract
Acoustic schwannoma is assumed to be the most common cause of sensory-neural hearing loss (SNHL), and many papers have described the role of magnetic resonance imaging (MRI) in the diagnosis of cerebello-pontine angle (CPA) tumours, particularly schwannoma.We retrospectively examined 72 patients complaining of different clinical syndromes and SNHL or different kinds of acoustic impairment who underwent MRI brain study excluding the presence of acoustic schwannoma and other CPA masses.In conclusion, although acoustic schwannoma is the most common cause of acquired HD, a lesion involving the neural centers of the acoustic pathway can also determine SNHL or HD.Considering the high sensitivity of MRI in the detection of acoustic intra-axial pathway lesions, an in-depth MRI examination of the brain stem and the temporal lobe is mandatory when SNHL or HD occur in patients not affected by acoustic schwannoma.
- Published
- 1997
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19. Familial Cavernous Angioma: MRI Study of three Generation in two Italian Families and Literature Review
- Author
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Manfrè, L., Mangiameli, A., Caruso, G., Banco, A., Sarno, C., Daniele, O., and De Maria, M.
- Abstract
According to recent magnetic resonance imaging studies, cavernous angioma (CA) seems to involve the central nervous system in 0.5%-1% of the population 1 - in a similar percentage to a large autopsy series 2.The incidence of familial CA is unknown 3: the first paper in the literature concerning familial CA was published in 1936 5: recently however, thank to the widespread use of MR, at least 13 families have been described.We report MR findings in two Italian families with familial CA.In conclusion, familial CA should be included in the differential diagnosis of patients with intracranial haemorrhage, seizures or cerebrovascular disease.
- Published
- 1997
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20. Transcranial Colour Doppler Ultrasound of Cerebral Arteriovenous Malformations in Patients with Persistent Migraine
- Author
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Lagalla, R., Caruso, G., Manfrè, L., and D'Antonio, V.
- Abstract
The use of transcranial color Doppler ultrasound (TCCD) in the evaluation of children with arterio-venous intracranial malformations (AVM) has been previously described, but only recently has the use of TCCD been extended to adults.Our Department, with the contribution of the University centre for migraine treatment, has used TCCD experimentally used in 100 patients with persistent migraine resistant to therapy, for the evaluation of TCCD sensitivity in detecting flow hemodynamic abnormalities.Correlating with the normal flow measurement findings of the cerebral vessels 2/100 (2%) patients, who underwent TCCD examination, showed direct and indirect signs suggesting cerebral vessels anomalies, that were correlated with AVM.
- Published
- 1997
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21. Ventrolateral Compression of the Brain Stem in Essential Hypertension: MR Angiography Study
- Author
-
Manfrè, L., Midiri, M., Cerasola, G., Platania, N., Accardi, M., Mangiameli, A., and Lagalla, R.
- Abstract
Our purpose was to evaluate neurovascular compression at the level of ventrolateral medulla and NVC with the IXth and the Xth cranial nerves in patients with essential hypertension and in healthy volunteers using high resoluted Spoiled Recalled Gradient Echo (SPGR) sequences, allowing the detection of stationary tissues and moving spins.Thirty patients (19 men and 11 women) with essential hypertension were examined. Patient's ages ranged from 24 to 64 years-old (mean age was 48 y.o.). Patients older than 65 were excluded. The average of systolic blood-pressure of hypertensive patients was 183 ± 10 mmHg, while the diastolic pressure was 98 ± 10.5 mmHg.In conclusion, we consider axial single partitions from a three-dimensional TOF MRA sequence ideal to demonstrate both vascular and neural components of NVC. NVC could explain essential hypertension disease in a significant percentage of patients, even though true idiopathic hypertension - probably less frequent than believed- exists.
- Published
- 1997
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22. Vertebroplastica I: Crolli osteoporotici
- Author
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Baruzzi, F., Bonaldi, G., Manfrè, L., Cristaudo, C., and Bonsignore, R.
- Published
- 2003
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23. Vertebroplastica II: Neoplasie del rachide
- Author
-
Manfrè, L., Muto, M., Baruzzi, F., Vassallo, P., Bonaldi, G., and Cristaudo, C.
- Published
- 2003
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24. La vertebroplastica nel trattamento degli osteoangiomi
- Author
-
Muto, M., Lavanga, A., Cristaudo, C., Manfrè, L., Bonaldi, G., and Baruzzi, F.
- Published
- 2003
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25. Supporto RM nella diagnosi intrauterina di malformazioni cerebrali: Idrocefalo estremo - idranencefalia
- Author
-
Fabbri, G., Manfrè, L., Tigano, G., and Pero, G.
- Abstract
Viene valutata l'efficacia della risonanza magnetica nucleare quale metodica di fondamentale importanza nella diagnosi pre-natale di patologia malformativa cerebrale. Si discute il caso di una malformazione cerebrale, caratterizzata all'esame ecografico da un'ampia raccolta anecogena intracranica, diagnosticata poi all'esame RM come un quadro di idrocefalo triventricolare estremo.La RM consente una più precisa valutazione morfologica del SNC e permette di effettuare, nei casi di sospetto ecografico di idrocefalo triventricolare, una diagnosi differenziale nei confronti dell'idranencefalia e dell'oloprosoencefalia.
- Published
- 1992
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26. Calibro dei sifoni carotidei e asimmetria del poligono di Willis: Studio Angio-RM
- Author
-
Manfrè, L., Angileri, R., Caruso, G., D'Antonio, V., De Maria, M., and Lagalla, R.
- Abstract
A differenza dell'Angiografia, l'esame Angio-RM consente la simultanea visualizzazione dei vasi del poligono. Si è valutata la correlazione esistente tra calibro dei sifoni e asimmetrie di sviluppo del poligono nella popolazione normale.Sono stati esaminati 3 casi di occlusione totale di una carotide.120 pazienti privi di patologie vascolari o neoplastiche sono stati sottoposti ad esame Angio-RM 3DTOF con Magnetization Tranfer e TONE. Sono state valutate le immagini di sorgente e 3DMIP, prima e dopo sottrazione dei pixel non vascolari. I pazienti sono stati suddivisi in 5 gruppi: I = aplasia di A1, II = ipoplasia di A1, III = lieve asimmetria di A1, IV ? arteria comunicante posteriore fetale, V = poligono simmetrico. Inoltre i pazienti sono stati suddivisi in base al calibro della carotide interna in: A (simmetrico), B (lieve asimmetria), e C (marcata asimmetria).è stata calcolata la percentuale di differenza di calibro (PDC) tra carotide destra e sinistra (Cmin/Cmax). Sono stati posti in correlazione PDC e simmetria dei vasi del poligono.I pazienti del gruppo C sono stati sottoposti a color Doppler dei vasi al collo, per escludere vasculopatia a monte.Una differenza statisticamente significativa in termini di PDC tra sifone carotideo destro e sinistro è stata osservata unicamente nei pazienti di gruppo I e II.I pazienti affetti da occlusione del sifone carotideo con compenso via Al dimostravano un calibro di Al superiore rispetto ai gruppi III, IV e V.Per quanto una asimmetria di calibro dei sifoni carotidei possa suggerire l'esistenza di una patologia vascolare a monte, è necessario considerare le varianti anatomiche correlate all'asimmetrico del poligono di Willis.Il bilancio dei rami collaterali esistenti a livello del poligono di Willis mediante Angio-RM è importante per la valutazione dei possibili circoli di compenso.
- Published
- 1997
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27. Dacriocistografia con risonanza magnetica con Gadolinio: Prime esperienze
- Author
-
Manfrè, L., Banco, A., Affronti, A., Accardi, M., Ponte, F., Sarno, C., and Lagalla, R.
- Abstract
Esistono diversi sistemi di indagine della pervietà delle vie lacrimali (sondaggio, dacrioscintigrafia, dacriografia, dacrioTC). I sistemi suddetti presentano alcuni svantaggi, quali l'uso di radiazioni ionizzanti e la mancata ottimale valutazione dei tessuti molli circostanti. Valutazioni anatomo-patologiche hanno documentato la tollerabilità del Gd-DTPA da parte delle cellule endoteliali vascolari e dell'epitelio corneale stesso. Scopo del lavoro è quello di valutare la sensibilità della RM nella valutazione del normale ed anormale deflusso lacrimale mediante istillazione per via topica nel sacco congiuntivale di Gd-DTPA.Sono stati esaminati 6 volontari sani e 14 pazienti affetti da patologia ostruttiva delle vie lacrimali (stenosi secondaria a flogosi, mucocele, fibrosi post-chirurgica), preventivamente valutata mediante dacriocistografia o dacriocistoscintigrafia. L'indagine RM è stata effettuata mediante unità operante a 0.5T. Il mezzo di contrasto paramagnetico è stato diluito in concentrazioni dell'1% con lacrima artificiale e sono state istillate 5 gocce per sacco congiuntivale. In 4 pazienti è stata effettuata anche una incannulazione del canalicolo lacrimale inferiore.In nessuno dei volontari sani o dei pazienti esaminati è stato rilevato alcun disturbo obiettivo o soggettivo nei confronti della congiuntiva e cornea, né irritazione oculare. Nei 6 volontari sani le sequenze T1 ponderate hanno dimostrato la visualizzazione del sacco lacrimale e delle vie lacrimali. Nei pazienti con patologia ostruttiva, in 2 casi si è dimostrata una pervietà parziale delle vie lacrimali, con impcrvietà completa nei rimanenti pazienti.La dacriocistografia con RM ed uso del Gd-DTPA semplicemente istillato nel sacco congiuntivale costituisce una metodica innocua. In considerazione della frequente necessità di effettuare nei pazienti con patologia ostruttiva delle vie lacrimali un bilancio RM orbitario e dell'ottimale valutazione dei tessuti molli mediante RM, la dacriocistoscintigrafia per istillazione potrebbe costituire una interessante tecnica da aggiungere all'esame standard dell'orbita. La diluizione del mezzo di contrasto (1cc Gd-DTPA: 100 cc lacrima artificiale) ne minimizza peraltro le spese.
- Published
- 1997
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28. Valutazione dello spettro di alterazioni ischemiche cerebrali in pazienti asintomatici affetti da talassemia e talasso-drepanocitosi: Valore della RM nel protocollo terapeutico
- Author
-
Manfrè, L., Accardi, M., Vaccaro, G., Raineri, R., Giarratano, E., and Lagalla, R.
- Abstract
La patologia ischemica rappresenta la causa principale di lesione cerebrale nei pazienti affetti da drepanocitosi, ed è stata documentata mediante RM nei pazienti affetti da stroke. Alterazioni ischemiche possono tuttavia avere luogo anche in assenza di una obbiettività clinica. Recentemente è stato dimostrato il ruolo della RM nella valutazione delle ischemie cerebrali in pazienti affetti da talasso-drepanocitosi e da talassemia. Scopo del lavoro è stato quello di analizzare le alterazioni presenti in una coorte di pazienti affetti da tali alterazioni.20 pazienti al di sotto di 50 anni di età, affetti da talasso-drepanocitosi (età media 29.5) e 20 affetti da talassemia (età media 31.7), previo consenso informato, sono stati sottoposti ad una valutazione T1- e T2-ponderata a livello encefalico, mediante apparecchiatura operante a medio campo e bobina in quadratura. Due centri di ricerca per la talassemia sono stati coinvolti (Palermo, Caltanissetta), selezionando unicamente i pazienti con anamnesi negativa per pregressa sindrome neurologica acuta. Le lesioni ischemiche sono state valutate soggettivamente e classificate in piccole (<0.5 cm), medie (0.5 - 1.5 cm) e ampie (>1.5 cm) ed in singole o multiple.Il 30% (6/20) dei pazienti affetti da talasso-drepanocitosi presentava multiple lesioni ischemiche con una prevalenza di lesioni medie o grandi 5/20 (25%). In un paziente veniva dimostrata la presenza di multiple malformazioni artero-venose leptomeningee, confermate al bilancio angiografico. Il 20% (4/20) dei pazienti affetti da talassemia presentava lesioni ischemiche piccole, singole in 2 casi (50%).Il trattamento trasfusionale, per quanto non scevro di rischi, viene proposto oggi nei pazienti affetti da drepanocitosi colpiti da episodio ischemico cerebrale. Il trattamento dei pazienti asintomatici affetti da talasso-drepanocitosi non è al momento codificato: una valutazione sequenziale mediante RM potrebbe identificare i pazienti “a rischio” per incidenti vascolari, indirizzandoli alla terapia adeguata (idrossiurea, trapianto di midollo, trasfusione).
- Published
- 1997
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29. Encefalopatia di Wernicke: Aspetti RM e revisione della letteratura Segnalazione di un caso
- Author
-
Angileri, T., Banco, A., Sparacia, G., Pappalardo, S., and Manfrè, L.
- Abstract
L'encefalopatia di Wernicke è patologia legata a deficit di tiamina, conseguente spesso ad alcolismo cronico, che presenta peculiari localizzazioni encefaliche e conseguenti manifestazioni cliniche.Viene descritto un caso di encefalopatia di Wernicke in un uomo di 25 anni, non alcolista, valutandone le lesioni alla risonanza magnetica in fase acuta e seguendone l'evoluzione.Il paziente, con anamnesi patologica prossima di colite amebica, presentava un progressivo e rapido deterioramento delle capacità cognitive preceduto da una severa ipoacusia e riduzione dell'acuità visiva, discromatopsia, allucinazioni visive, prosopoagnosia, disartria.Viene eseguita una RM dell'encefalo (con apparecchio Vectra, GE, operante a 0,5 T; sequenze SE DP e T2 ponderate e T1, prima e dopo Gd-DTPA) che evidenzia aree lesionali espresse da iperintensità, nelle sequenze a lungo TE, dei corpi mammillari, dei tubercoli quadrigemelli inferiori e (segno semeiologico, per quanto risulta da una revisione della letteratura, non descritto in precedenza tra i reperti dell'encefalopatia di Wernicke) dei tratti ottici. Ad una decisa integrazione alimentare con tiamina segue un repentino miglioramento clinico. Esami RM seriati rivelano una netta riduzione dell'estensione e delle alterazioni dell'intensità di segnale delle aree precedentemente coinvolte fino alla totale normalizzazione dei reperti.Viene discussa la clinica, l'istologia e la presunta patogenesi dell'elettiva localizzazione del danno da carenza di tiamina a carico dell'encefalo, e gli aspetti neuroradiologici, individuando il ruolo dell'RM nell'iter diagnostico di tale patologia.
- Published
- 1997
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30. Ruolo della RM nella diagnosi dell'otite maligna
- Author
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Manfrè, L., Angileri, T., Martino, R., Pappalardo, S., and Sarno, C.
- Abstract
L'otite maligna (MOE) costituisce una malattia rara, frequente in soggetti anziani immunocompromessi o diabetici. Malattia letale se non trattata, necessita dell'intervento combinato di chirurgia, camera iperbarica e farmacoterapia. Scopo del lavoro è stato valutare il ruolo della RM nella diagnosi di malattia.5 pazienti affetti da MOE successivamente comprovata alla biopsia sono stati sottoposti a esame TC ed RM. In 2 pazienti (2/5, 40%) non erano presenti deficit dei nervi cranici, mentre 2/5 (60%) presentavano una paralisi del VII, IX, X ed XI nervo cranico.L'esame RM è stato effettuato mediante apparecchiatura operante a medio campo e bobina in quadratura, con sequenze in tecnica Spin-Echo, prima e dopo somministrazione di mezzo di contrasto, e AngioRM in tecnica TOF.Il canale acustico interno era coinvolto in tutti i pazienti (5/5, 100%); l'osteolisi era apprezzabile in 4/5 pazienti (80%). Il coinvolgimento dell'orecchio medio era evidente in 3/5 (60%) mentre solo 2/5 (40%) presentavano una infiltrazione dei muscoli pterigoidei ed un inglobamento della carotide. 3 pazienti dimostravano una diffusione intraarticolare temporomandibolare; 1 paziente presentava infiltrazione diploica del basicranio in assenza di osteolisi apprezzabile in TC.L'indagine TC è limitata da una ridotta apprezzabilità delle parti molli infracraniche, dagli artefatti provenienti dalla piramide, da una scarsa dimostrazione di infiltrazione del basicranio in assenza di evidente osteolisi. Al contrario la RM permette una valutazione della diffusione inframastoidea, intraarticolare, intradiploica della malattia e consente di dimostrare la compromissione vascolare carotidea mediante AngioRM.La MOE entra in diagnosi differenziale con il carcinoma, descritto in letteratura isointenso tessuto cerebrale in ponderazione T1- e T2 dipendente, a differenza dell'ipointensità apprezzata carico del tessuto flogistico nei pazienti da noi studiati.
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- 1997
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31. Accumulo di ferro a livello ipofisario in pazienti affetti da beta-talassemia major: Aspetti RM
- Author
-
Angileri, T., Sparacia, G., Manfrè, L., Banco, A., and Lagalla, R.
- Abstract
Gli autori si propongono di valutare le modificazioni del segnale RM a livello ipofisario nella emosiderosi secondaria in pazienti affetti da beta-talassemia major.Lo studio è stato condotto prospetticamente su un gruppo di 20 pazienti in regime alto-trasfusionale e trattamento ferro-chelante e su 10 volontari sani come gruppo di controllo. Gli esami RM sono stati condotti con apparecchiatura a magnete superconduttivo a 0,5T con sequenze SE TI-dipendenti e GRE TE*-dipendenti. Il sovraccarico di ferro è stato valutato mediante il dosaggio della ferritina sierica. è stata effettuata una valutazione quantitativa delle immagini RM SE T1- e GRE T2*-dipendenti attraverso la misurazione, mediante ROIs, dell'intensità di segnale (IS) del lobo anteriore dell'ipofisi rapportata a quella del tessuto adiposo subcutaneo, nei pazienti e nel gruppo di controllo. Al fine di verificare l'esistenza di differenze statisticamente significative tra i valori rilevati nei pazienti e nel gruppo di controllo è stato applicato il test tdi Student.Sono state dimostrate differenze statisticamente significative (P <.05) tra i valori relativi al rapporto dell'IS dell'adenoipofisi rispetto al tessuto adiposo subcutaneo, misurato nelle immagini GRE TE*-dipendenti, tra i pazienti e il gruppo di controllo.La RM si è dimostrata metodica non invasiva utile nella valutazione del sovraccarico di ferro a livello ipofisario nei pazienti talassemici. Il reperto RM in questa evenienza è costituito dalla riduzione dell'intensità di segnale dell'ipofisi, e ciò è più evidente nelle immagini GRE TE*-dipendenti.
- Published
- 1997
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