Vorrei iniziare con una breve premessa e poi proseguire suddividendo il mio contributo cercando di tracciare - pur in modo necessariamente essenziale - i tratti più significativi del percorso del Partito Comunista Cinese (PCC) dal 1921 al 2021in 4 parti, alla luce delle più importanti analisi e pubblicazioni emerse in questi decenni sia in Cina che fuori dalla Cina: la prima parte dedicata alle origini ed alla fondazione del PCC e a seguire le altre tre parti prendendo come punto di riferimento tre eventi e date di particolare rilevanza storicopolitica: il 1945, il 1981 e il 2021. In quegli anni, infatti, il PCC ha approvato tre documenti ufficiali (Risoluzioni) sul proprio percorso storico legati a tre fasi chiave nella riflessione sulla storia del partito: il 1945, con l’avvio del ruolo centrale e dominante di Mao Zedong; il 1981, che segna la fine dell’era maoista e fornisce un quadro di legittimazione al nuovo corso delle quattro modernizzazioni guidate da Deng Xiaping; ed infine il 2021, in novembre, con la nuova risoluzione che di fatto segna un ulteriore decisivo passo nella consacrazione storico-politica dell’attuale leader Xi Jinping. Qualunque sia la nostra percezione e valutazione del ruolo storico del Partito Comunista Cinese, dei suoi successi ed insuccessi, dei momenti più esaltanti e di quelli più drammatici, credo resti al fondo un dato: nel luglio 1921, quando venne fondato, il PCC poteva contare su di una cinquantina di membri, era un partito politico marginale composto da intellettuali che si richiamava al proletariato ma che non aveva di fatto alcun legame ed esperienza con questo. Oggi, cent’anni dopo, è un partito di oltre 90 milioni di membri che dal 1949 guida quella che oggi è la seconda potenza mondiale.