5 results on '"Stefano Tomassini"'
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2. Commedia dell’Arte in Dance
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Stefano Tomassini
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- 2018
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3. Il turismo nelle politiche di coesione comunitarie e nazionali
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Antonio Andreoli, Fabrizio Antolini, Magda Antonioli Corigliano, Fabrizio Maria Arosio, Alberto Bazzucchi, Elena Becheri, Emilio Becheri, Giacomo Becheri, Paola Bensi, Carmen Bizzarri, Bianca Bronzino, Piera Buonincontri, Maurizio Caiazzo, Patrizia Calò, Lorenzo Cavallo, Livio Chiarullo, Michela Ciccarell, Flavia Maria Coccia, Oriana Cuccu, Gaia Daldanise, Antonello D’Avino, Marica D’Elia, Giacomo Del Chiappa, Annalisa Del Prete, Marcella De Filippo, Simona De Luca, Damiano De Marchi, Alessandro De Nisco, Gianluca Deriu, Francesco di Cesare, Mauro Dini, Raffaella Di Napoli, Silvia Di Sante, Anna Donati, Gabriella Esposito De Vita, Stefania Fabiano Di Gregorio, Andrea Faccini, Roberto Formato, Roberta Garibaldi, Mara Giua, Antonio Giusti, Laura Grassini, Pio Grollo, Anna Lapoli, Anthony La Salandra, Andrea Macchiavelli, Giulio Maggiore, Mara Manente, Maria Martini Barzolai, Marta Massi, Alberto Mattiacci, Sabrina Meneghello, Roberto Micera, Valeria Minghetti, Isabella Mingo, Erica Mingotto, Anna Misiani, Federica Montaguti, Anna Moretti, Elettra Morlin, Alfonso Morvillo, Cristina Mottironi, Maria Rosaria Napolitano, Roberto Nelli, Stefania Oppido, Francesca Palmas, Antonio Papaleo, Livia Passarelli, Harald Pechlaner, Margherita Pedrana, Giuseppe Peluso, Tonino Pencarelli, Stefania Ragozzino, Alessandro Recla, Giovanni Ruggieri, Ruggero Sainaghi, Maria Teresa Santoro, Luca Scarpellini, Anna Scuttari, Fabiola Sfodera, Francesco Silvestri, Alessandra Tancredi, Serena Tarangioli, Stefano Tomassini, Lucia Tudini, Immacolata Vellecco, Michael Volgger, Serena Volo, Francesco Zarelli, Catia Zumpano, Beccheri, Micera, Morvillo, Andreoli, Antonio, Antolini, Fabrizio, Antonioli Corigliano, Magda, Maria Arosio, Fabrizio, Bazzucchi, Alberto, Becheri, Elena, Becheri, Emilio, Becheri, Giacomo, Bensi, Paola, Bizzarri, Carmen, Bronzino, Bianca, Buonincontri, Piera, Caiazzo, Maurizio, Calò, Patrizia, Cavallo, Lorenzo, Chiarullo, Livio, Ciccarell, Michela, Maria Coccia, Flavia, Cuccu, Oriana, Daldanise, Gaia, D’Avino, Antonello, D’Elia, Marica, Del Chiappa, Giacomo, Del Prete, Annalisa, De Filippo, Marcella, De Luca, Simona, De Marchi, Damiano, De Nisco, Alessandro, Deriu, Gianluca, di Cesare, Francesco, Dini, Mauro, Di Napoli, Raffaella, Di Sante, Silvia, Donati, Anna, Esposito De Vita, Gabriella, Fabiano Di Gregorio, Stefania, Faccini, Andrea, Formato, Roberto, Garibaldi, Roberta, Giua, Mara, Giusti, Antonio, Grassini, Laura, Grollo, Pio, Lapoli, Anna, La Salandra, Anthony, Macchiavelli, Andrea, Maggiore, Giulio, Manente, Mara, Martini Barzolai, Maria, Massi, Marta, Mattiacci, Alberto, Meneghello, Sabrina, Micera, Roberto, Minghetti, Valeria, Mingo, Isabella, Mingotto, Erica, Misiani, Anna, Montaguti, Federica, Moretti, Anna, Morlin, Elettra, Morvillo, Alfonso, Mottironi, Cristina, Rosaria Napolitano, Maria, Nelli, Roberto, Oppido, Stefania, Palmas, Francesca, Papaleo, Antonio, Passarelli, Livia, Pechlaner, Harald, Pedrana, Margherita, Peluso, Giuseppe, Pencarelli, Tonino, Ragozzino, Stefania, Recla, Alessandro, Ruggieri, Giovanni, Sainaghi, Ruggero, Teresa Santoro, Maria, Scarpellini, Luca, Scuttari, Anna, Sfodera, Fabiola, Silvestri, Francesco, Tancredi, Alessandra, Tarangioli, Serena, Tomassini, Stefano, Tudini, Lucia, Vellecco, Immacolata, Volgger, Michael, Volo, Serena, Zarelli, Francesco, and Zumpano, Catia
- Published
- 2018
4. Carlo Goldoni e la democrazia del volto
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Stefano Tomassini
- Subjects
lcsh:NX440-632 ,Carlo Goldoni ,lcsh:History of the arts ,democrazia - Abstract
Il saggio, nel solco degli studî su attivismo politico e performance, affronta la modalità democratica con cui Carlo Goldoni riscatta la vita soffocata dei subalterni attraverso una lingua e una invenzione teatrale capaci di smascherare ciò che nel passato è stato nascosto e silenziato: il volto. A partire dall’intuizione di Antonio Gramsci su Goldoni democratico prima della democrazia, lo studio raccoglie un ampio spettro della teoresi scenica intorno ai valori culturali all’opera nella scoperta del volto dell’interprete, e contro l’uso della maschera, da cui deriva l’esperienza intuitiva di un’idea di democrazia futura come affrancamento culturale, e come osservazione e riflessione della differenza nell’incontro mimetico con l’altro. Il tragitto evoca e comprende scritti di Luigi Riccoboni, Jean-Georges Noverre, La Clairon, Pietro Napoli Signorelli, Francesco Righetti, Giuseppe Compagnoni e Giovanni Angelo Canova. Tale scoperta della luce del volto come incontro dell’altro in Goldoni, che incarna il primato della vita come riconoscimento e partecipazione di una Europa illuminata e dei diritti, si disperde di fronte al dissidio tutto moderno fra le Sovranità. Non ci sarà più un volto a brillare per l’Europa dei confini e degli Stati-nazione delle democrazie liberali, così come si palesa in modo emblematico nel film Il volto (Ansiktet, 1958) di Ingmar Bergman. Solo forse da un’«année zéro» della «visagéité», come proposto da Gilles Deleuze e Félix Guattari, è possibile assegnare, a un’idea di corpo reticolare e nomade, la capacità di disfare il viso per evitare che la politica neghi, attraverso gerarchie trascendenti, il potere della vita. Un tale disegno reticolare sembra essersi completato in alcuni dissimili testi della scena performativa contemporanea, tra cui la pièce teatrale di Rainer Werner Fassbinder, Das Kaffeehaus ovvero “La bottega del caffè” da Carlo Goldoni (1969), e Visage (1961), «azione invisibile – tutta su nastro» di Luciano Berio per la voce di Cathy Berberian.
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- 2012
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5. 'Dirigere lo zoo': alcune contese tra danza e musica nel Novecento
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Stefano Tomassini
- Subjects
lcsh:Dancing ,lcsh:GV1580-1799.4 ,lcsh:Recreation. Leisure ,lcsh:GV1-1860 - Abstract
Il saggio ripercorre alcune contese sull’alleanza tra danza e musica, lungo il Novecento, a partire dalla trasformazione politica della dimensione spaziale dell’ascolto, dalla nozione di montaggio in danza come risposta indipendente dalla struttura della musica, e dall’uso della notazione (score) come una parte attiva del processo creativo. Al centro sembra dominare quello che Nabokov ha chiamato lo zoo musicale dei Ballets Russes di Djagilev, in cui l’idea del passato è un supplemento della storia. Questa idea del passato, nel confronto tra danza e musica, è poi nostalgia, continuamente inevasa, di fronte alle rovine del tempo, sia nella sperimentazione del balletto sinfonico di Massine, sia nell’aria imperiale delle coreografie sinfoniche di Balanchine. Già Nižinskij nei suoi diari aveva decretato il superamento degli occhi a favore di un’autonomia del sentire capace di mettere in crisi l’unità tra danza e musica, mentre nella teoresi di Laban questa tensione sembra risolversi nei termini di una rinuncia. Sembra dunque prefigurarsi un finale paradosso, capace di violare l’alleanza storica, tra danza e musica, rispettandola: occorre saper creare una profondità interiore dell’ascolto per poter danzare la musica facendo a meno della ripetizione del suo mero ascolto esteriore. The essay goes over some quarrels about the alliance between dance and music, along the XXth century, beginning from the political transformation of the spatial dimension of listening, from the notion of montage in dance as an independent answer from the structure of music, and from the use of notation (score) as an active part of the creative process. At the heart of it, it seems to predominate what Nabokov called the musical zoo of Djagilev’s Ballets Russes, in which the idea of the past is a supplement of history; it is then continually outstanding nostalgia in front of the ruins of time, as likewise in the experimentation of Massine’s symphonic ballet and in the imperial air of Balanchine’s symphonic choreographies. In his diaries, Nižinskij had already sanctioned the overcoming of the eyes in favour of an autonomy of the feelings, which is capable of throwing into crisis the unity between dance and music, whereas in Laban’s theory this tension seems to turn out to be a renouncement. It seems therefore to prefigure a final paradox, which is able to violate the historical alliance, between dance and music, whilst respecting it: it is necessary to know how to create an internal depth of listening, in order to be able to dance the music without the repetition of a mere external listening., Danza e ricerca. Laboratorio di studi, scritture, visioni, Numero 4 (dicembre 2013)
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- 2013
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