1. Il sito gravettiano di Piovesello sullo spartiacque dell'Appennino settentrionale. Risultati da un'indagine geoarcheologica, archeobotanica, palinologica e archeologica - The Gravettian site of Piovesello on the Northern Apennine watershed. Results from a geoarchaeological, archaeobotanic, palynological and archaeological investigation programme
- Author
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PERESANI M., RAVAZZI C., PINI R., MARGARITORA D., COCILOVA A., DELPIANO D., BERTOLA S., CASTELLANO L., FOGLIAZZA F., MARTINO G., NICOSIA C., and SIMON P.
- Subjects
Apennine watershed ,Italy ,Paleoecologia ,Spartiacque Appenninico ,Palaeoecology ,Gravettiano ,Insediamento umano ,Limite delle foreste ,Gravettian ,Italia ,Human settlement ,Timberline - Abstract
Gli insediamenti gravettiani dell'Europa sono tradizionalmente considerati come l'espressione della capacità di adattamento a condizioni climatiche rigide e talvolta estreme (Bocquet-Appel et alii 2005). Nell'Europa meridionale, climi più miti hanno tuttavia permesso di mantenere il popolamento di vaste regioni e di creare le condizioni per una sostenibilità della frequentazione antropica di aree marginali (Willis et alii 2000), come il limite dell pianura padana settentrionale e lo spartiacque appenninico. L'influenza del clima mediterraneo ha quindi favorito la resilienza dei gruppi di cacciatori-raccoglitori e permesso loro di mantenere reti di scambio su lunga distanza. Il settore più settentrionale degli Appennini, sino a pochi anni fa privo di ritrovamenti, è stato la cornice di una recente indagine effettuata sul sito gravettiano antico del Piovesello, localizzato a 870 m di quota sullo spartiacque ligure-emiliano (Peresani et alii 2016). Ricognizioni di superficie e attività di scavo programmato hanno permesso di indagare una paleosuperficie con manufatti litici in posizione primaria sigillati da una serie di colluvi limosi. L'integrazione di date radiocarbonio, analisi palinologiche e antracologiche ha concorso a ricostruire il paleoambiente dell'area circostante, dimostrando che il sito doveva trovarsi al di sopra del limite della foresta, in un ambiente semidesertico con vegetazione petrofitica, in prossimità delle fronti glaciali in corso di culminazione durante il GS5 (Peresani et alii in stampa). Le tracce della frequentazione umana si rivelano piuttosto effimere e sono legate all'utilizzo di strutture di combustione e alla produzione di manufatti litici, realizzati anche su materie prime provenienti dalla Francia meridionale. Nel loro insieme, le evidenze del Piovesello permettono di approfondire le conoscenze sulle strategie messe in opera dai gruppi gravettiani nel quadro del popolamento umano durante la glaciazione. Sul piano paleoecologico, i risultati di questo studio assumono anche nuove implicazioni per la storia della biogeografia delle piante petrofile e dei loro relitti nell'Appennino settentrionale. THE GRAVETTIAN SITE OF PIOVESELLO ON THE NORTHERN APENNINE WATERSHED. RESULTS FROM A GEOARCHAEOLOGICAL, ARCHAEOBOTANIC, PALYNOLOGICAL AND ARCHAEOLOGICAL INVESTIGATION PROGRAMME - The Gravettian settlements of Europe are traditionally considered as an expression of human adaptation to harsh, up to very extreme, climates (Bocquet-Appel et al., 2005). In Southern Europe, however, ecological conditions prevented complete depopulation of large regions like the Northern Adriatic plain and the Apennine mountain ridge of the Italian Peninsula. The influence of the Mediterranean Sea may have promoted favorable conditions (Willis et al., 2000) for the subsistence of hunters-gatherers and the maintenance of their large-scale networks. Traditionally considered dearth of evidence, the northern margin of the Apennine ridge has recently yielded the Early Gravettian site of Piovesello, located on the Ligurian-Emilian watershed at 870 m a.s.l (Peresani et al., 2016). Survey and excavation revealed the presence of a lithic assemblage in primary position embedded in loamy sediments resulting from low to medium energy colluvial processes. Radiocarbon datings, anthracological and extended palynological analyses have been integrated to reconstruct the palaeoecological context of this camp-site probably positioned above the timberline in a semidesert petrophytic landscape, bounding the fronts of local glaciers close to their maximum expansion at the time of GS5 (Peresani et al., in press). Human activity left ephemeral traces in this short-lived open camp, being represented by stone knapping and fire production and the introduction of flint from very far western sources. Evidence from Piovesello contributes to reconstruct human ecology in a critical period for human population during Late Pleistocene glaciations and also provides hints for the historical biogeography of petrophytic plants and their orographic relics in the northern Apennine.
- Published
- 2018