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This paper focuses on seismic fragility and damage scenario assessment of minor Italian historical centres through the development of urban fragility curves. With reference to the case study of Balvano, a small centre located in Basilicata Region of Italy, two hybrid models have been adopted. The first is a mechanic-based hybrid model developed by the authors to derive urban fragility curves specifically; the second is the macroseismic method, originally conceived to derive typological fragility curves for single building classes, expanded to derive urban fragility curve herein. Balvano was strongly struck by 1980 Irpinia-Basilicata earthquake (Ms = 6.90) and hence subjected to an intense reconstruction process during 1980s, where almost the 80% of the buildings were reconstructed with reinforced concrete structures in the place of unreinforced masonry ones. Seismic vulnerability and damage scenarios before and after 1980 have been assessed and compared with the purpose of validating the effectiveness of the urban scale fragility curves obtained through hybrid methodologies and quantifying the effect of the ‘new’ seismic hazard maps and first seismic codes and recommendations released by the Italian Government in the aftermath of 1980 for the construction of new buildings or for retrofitting the existing ones. A good matching between predicted and occurred damage scenario from the research outcomes emerged, confirming the effectiveness of the urban scale hybrid fragility curves to assess seismic vulnerability at urban scale. Moreover, the comparison of the damage scenarios pre and post-reconstruction highlighted the crucial role played by the code prescriptions adopted in that years for reducing the seismic vulnerability of the municipality and the importance of the ‘new’ seismic hazard maps introduced in 1980s. Finally, the differences between mechanical-based hybrid and macroseismic model have been discussed in the paper.

Great part of the existing buildings in seismic areas and in particular in developing countries is represented by masonry buildings, diffused also in the major part of historical centres in Europe. Damages due to seismic events have evidenced the large demand of rehabilitation together with suitable assessment methods for these structures. When out of plane mechanism can be avoided, the contribution of in-plane shear resistance of the masonry walls is a key aspect to consider in the vulnerability analysis of the whole structure. Based on this last consideration, this paper presents an approach to the analysis of in-plane behaviour of masonry walls, involving a minimum energy strategy. The results of the numerical analyses presented are compared with those obtained by laboratory tests on brick masonry panels. © Patron Editore S.r.l. Gran parte del patrimonio edilizio esistente in zona sismica, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, è costituito da edifici in muratura, largamente diffusi anche in tutti i centri storici europei. I collassi e i danni rilevati a seguito di eventi sismici hanno evidenziato la necessità di interventi e soprattutto di tecniche di analisi idonee. In un edificio in muratura ben progettato e realizzato, ove i meccanismi di collasso per azioni fuori piano possono essere esclusi, il comportamento nel piano delle pareti in muratura diventa un aspetto chiave da esaminare nelle valutazioni di vulnerabilità sismica. Partendo da quest'ultima considerazione, questo lavoro presenta un approccio per la l'analisi del comportamento nel piano di pareti murarie sottoposte a compressione e taglio. La procedura utilizzata considera la muratura come un materiale elastico non resistente a trazione, definisce pertanto una sagoma reagente contenuta nell'ambito del pannello murario soggetta a soli sforzi di compressione e risolve una procedura numerica la cui soluzione corrisponde al minimo dell'energia potenziale per il pannello. Vengono presentati confronti fra i risultati numerici e alcune prove sperimentali presenti in letteratura per diverse geometrie di pannello. © Patron Editore S.r.l.

La resistenza a taglio di pannelli murari rappresenta un elemento fondamentale per la capacità sismica degli edifici in muratura. Pertanto, una corretta stima di tale resistenza è, senza, dubbio, di primaria importanza sia per la valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici esistenti, sia per le nuove progettazioni. Allo stato attuale diverse sono le formulazioni proposte in letteratura o presenti nei codici normativi per la stima della resistenza a taglio, anche se spesso ricavate da differenti ipotesi sullo stato tensionale che si instaura all’interno del pannello o ottenute con diverse modalità di prova. In questo articolo è stato analizzato il problema della determinazione della resistenza a taglio di pannelli murari mediante prove di compressione diagonale, formulando un criterio di resistenza alternativo per l’interpretazione dei risultati sperimentali. In particolare è stata proposta una modifica al criterio di Drucker-Prager che, tipicamente espresso in tensioni principali, è stato rielaborato in termini di tensioni tangenziali. La superficie limite proposta, nel piano di Mohr, è descritta mediante due rette aventi differenti inclinazioni (coefficiente di attrito) nel quadrante delle compressioni ed in quello delle trazioni. I risultati teorici ottenuti sono stati poi validati confrontandoli con quelli di prove sperimentali presenti in letteratura scientifica, nonché comparati con le formulazioni attualmente presenti nei codici normativi.

L’articolo presenta i principali risultati statistici sul rilievo del danno eseguito su un campione di 237 chiese colpite dagli eventi sismici definiti Centro Italia 2016-17. In particolare, sono stati presi in considerazione le chiese ubicate nelle quattro regioni maggiormente coinvolte (Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche) e gli eventi sismici più significativi (24 agosto 2016, 26 e 30 ottobre 2016, 18 gennaio 2017), mentre le popolazioni di edifici danneggiati sono state suddivise per aree macrosismiche. La valutazione del danno è stata eseguita attraverso l’utilizzo delle schede di rilievo del danno di II livello redatte sul campo durante la lunga fase di emergenza sismica coordinata dalla Protezione Civile, dal MiBACT e dal Consorzio ReLUIS. In accordo al metodo osservazionale, sono stati rilevati i meccanismi di danno più ricorrenti per i diversi macroelementi, ai quali sono stati assegnati dei punteggi in base alla loro severità e pericolosità in relazione al collasso locale ed è stato definito un indice di danno per ogni chiesa. I cinque livelli di danno sono stati definiti in accordo con la scala macrosismica EMS98 (European Macroseismic Scale 1998) e sono stati associati all’indice di danno in modo convenzionale. L’analisi statistica dei dati ha permesso di calcolare le matrici di probabilità di danno (DPM) delle chiese per diversi valori di intensità macrosismica e le DPM relative al meccanismo di ribaltamento della facciata, ritenuto come quello più ricorrente. Infine, sulla base dall’esperienza acquisita durante le operazioni di rilievo, sono presentate alcune osservazioni critiche sulle sezioni delle schede di agibilità utilizzate.

Gli eventi sismici registrati a partire dal 24 agosto 2016 hanno interessato quattro regioni del centro Italia: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Nella fase di emergenza particolare attenzione è stata posta alla valutazione del danno e dell’agibilità degli edifici scolastici al fine di consentire una rapida ripresa delle attività scolastiche. Il consorzio ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica) è stato fortemente coinvolto in tale attività gestendo, organizzando ed effettuando i sopralluoghi speditivi finalizzati a valutare il danno e l’agibilità di un considerevole numero di edifici scolastici sotto il generale coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile. Tali sopralluoghi sono stati condotti da squadre di tecnici esperti in materia di rischio sismico di enti di ricerca, università italiane, Regioni, enti locali e nazionali. Lo strumento di rilievo del danno e dell’agibilità postsismica adottato, ossia la scheda di rilevamento di primo livello AeDES, ha consentito sia di esprimere un giudizio circa l’agibilità degli edifici sia di archiviare i dati afferenti alle caratteristiche tipologiche degli edifici ed ai danni indotti dal terremoto alle componenti strutturali e non strutturali degli edifici scolastici. Nel presente lavoro sono analizzati e discussi brevemente gli esiti delle ispezioni condotte su circa 280 complessi scolastici cui corrispondono all’incirca 500 corpi strutturalmente indipendenti. Successivamente la memoria focalizza l’attenzione sull’attività condotta da ReLUIS con riferimento alla valutazione di riparabilità di edifici scolastici dichiarati inagibili.

This paper presents the results of experimental tests on reduced-scale models of multistory masonry buildings with rigid floors. The laboratory investigation includes pushover tests of the aforementioned buildings and quasi-static, monotonic and cyclic tests of basic elements (panels and columns) of common masonry structures. Such tests highlight a noticeable inelastic behavior of the masonry and, consequently, an appreciable ductility of the models. The presented laboratory experimentation does not allow an immediate extension of the experimental results to the behavior of actual structures, but it qualitatively highlights the investigated phenomenon. Furthermore, it allows the verification of the reliability of the numerical results provided by the non-linear theoretical models developed by researchers in recent years