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Scopo: verificare l'efficacia di un programma riabilitativo cognitivo domiciliare in pazienti con malattia di Alzheimer, in termini di miglioramento sia delle performance cognitive-comportamentali che delle attività della vita quotidiana. Metodi: sono stati arruolati pazienti affetti da probabile AD; i pazienti e i familiari con buona compliance venivano arruolati nel 'gruppo riabilitativo'(GR), quelli senza tale compliance costituivano il 'gruppo di controllo' (GC). I soggetti al tempo basale (T0) sono stati sottoposti a test neuropsicologici (MMSE) ed a scale di daily -living (IADL) e comportamentali (NPI). I soggetti GR venivano addestrati con un familiare all'uso di un eserciziario per il training cognitivo domiciliare quotidiano. Dopo 12 settimane tutti i pazienti venivano sottoposti a MMSE , IADL, e NPI. Risultati:sono stati arruolati 10 soggetti in entrambi i gruppi con caratteristiche generali omogenee. Il confronto relativo alle medie dei parametri cognitivo-funzionali non hanno evidenziato differenze significative al tempo basale. Dopo il periodo di trattamento riabilitativo (T1) GR ha evidenziato , rispetto a GC, un miglioramento in MMSE e NPI e in GC un peggioramento di NPI. Conclusioni: l'intervento riabilitativo cognitivo domiciliare sembra influenzare in modo positivo le performance cognitive con una successiva ricaduta anche sul parametro comportamentale e di daily-living. il rilievo di una efficacia della riabilitazione cognitiva in AD ripropone l'importanza di affrontare in termini metodologici e strumentali controllati questo tipo di intervento. Aim. This clinical study aims at assessing the efficacy of a home cognitive rehabilitation program for Alzheimer Disease patients, evaluating the improvement in cognitive-behavioural performances and daily living activities. Methods. Patients who reported a good compliance to cognitive rehabilitation were assigned to the “rehabilitated group” (GR), and those patients with poor compliance were enrolled in the “control group” (GC). 10 patients were respectively enrolled in the GR and the GC. At the basal time (T0) all patients underwent a comprehensive neuropsychological assessment including psychometric tests (MMSE) as well as daily living (IADL) and behavioural (NPI) questionnaires. GR subjects were instructed to use an ad hoc designed exercise book for their daily home cognitive training, which needs the help of relatives. After 12 weeks (T1) all patients underwent re-evaluations. Results. Patients enrolled in the GR and the GC had homogeneous characteristics with respect to age, gender, education and disease duration. At baseline, the cognitive and functional parameters did not show any statistically significant difference between the two groups. After cognitive rehabilitation (T1) GR showed, in respect to GC, a significant statistical improvement in MMSE and IADL; the analysis pre-post rehabilitation showed an improvement in MMSE and NPI for GR and a worsening in NPI for GC. Conclusion. The home cognitive rehabilitation seems to have a positive influence on cognitive performances with an effective rebound on behaviour and daily living activities in Alzheimer disease patients. These findings need to be replicated in a larger randomized controlled trial.

In questo capitolo gli autori, oltre che elencare le principali conseguenze dell’uso e abuso di sostanze tossiche sul funzionamento del sistema nervoso centrale e periferico, riportano la sintesi delle loro osservazioni pubblicate in ambito internazionale circa gli effetti della tossicodipendenza e della sieropositività HIV sulle funzioni cognitive superiori. LE PATOLOGIE NEUROLOGICHE DA ABUSO E DIPENDENZA DA COCAINA: l’uso di cocaina abbassa la soglia di scatenamento di una crisi epilettica in soggetti già predisposti. Le crisi indotte sono in genere singole, generalizzate e sono indotte dall’assunzione di crack o uso e.v. Complicanze cerebrovascolari da uso e abuso: eventi emorragici cerebrali. Meno frequenti: neuropatia ottica, sindromi extrapiramidali ed eventi psico-organici . LE PATOLOGIE NEUROLOGICHE DA USO E DIPENDENZA DI OPPIACEI: l’overdose di eroina conduce al coma con depressione respiratoria, tachicardia, miosi e talora crisi comiziali. Numerose sono le complicanze infettive e non infettive da uso. Le prime sono legate all’inoculazione e.v. di materiale contaminato, le seconde sono legate all’ipossia e all’ipotensione prodotte dall’overdose. Numerose le complicanze del SNP sia nervo che muscolo (poliradicolonevriti, plessiti, rabdomiolisi ecc) PATOLOGIE NEUROLOGICHE NEL SOGGETTO TOSSICODIPENDENTE HIV POSITIVO: si riporta la sintesi del contributo scientifico degli autori del presente capitolo allo studio della compromissione delle funzioni cognitive nella popolazione HIV+TD+. In particolare si illustrano i risultati emersi da una serie di osservazioni fatte su tale popolazione confrontata con soggetti HIV- TD+ e HIV- TD- e HIV+ TD- da cui è emerso il ruolo della tossicodipendenza sulle performance cognitive , la influenza di un uso attuale rispetto ad uno pregresso , la influenza di un uso attuale rispetto al pregresso anche su parametri neurologici ( ROT, tremore posturale, coordinazione). Si analizzano poi i fattori di rischio della sieropositività sulle performance cognitive ottenute sull’osservazione di 503 soggetti , da cui è emerso che il principale F.R. è costituito dalla numerosità della sottopopolazione linfocitaria CD4. Infine si è analizzato il profilo cognitivo della AIDS-Dementia-Complex che si configura come una demenza sottocorticale.

The debate about the cognitive functions’ involvement in the early stages of HIV infection is still open. The aim of the study is to verify the existence and the possible onset of a cognitive function involvement in HIV seropositive (HIV+) drug users (TD+) in pre-AIDS stage and during the pre-HAART period. The biannual neuropsychological evaluations of 58 HIV seropositive drug users (TD+) subjects were retrospectively analized in comparison with the ones of 46 HIV seronegative (HIV-). The HIV- population included 19 TD+ and 27 TD-. The observations were conducted between January 1993 and December 1996. HIV+ subjects show stable cognitive performances during the subsequent neuropsychological examinations; two subjects incurred in AIDS Dementia Complex (ADC) as their disease progressed and shifted from asymptomatic to symptomatic phase. The early neurotropism of the HIV virus does not necessarily mean a cerebral functional involvement. During the asymptomatic phase ADC may develops, mainly when immunodeficiency worses shifting asymptomatic to symptomatic phase.

to correlate cerebral histopathological and immunohistochemical changes in the neuroclinical features of the AIDS dementia complex(ADC), autopsy results of 28 ADC patients were related, in a retrospective analysis, to scores on a standardised neurological examination performed at neurological onset. from a histopathological point of view, the cases were classified as follows: 9 cases of HIV leucoencephalopathy (HIVL; diffuse myelin damage and rare microglial nodules), 7 cases of HIV encephalitis (HIVE; several microglial nodules and no myelin damage) and 12 cases of mixed HIVL and HIVE (HIVL-E). The groups differed significantly with respect to symptoms and CD4 count at neurological onset, survival and neurological impairment. Immunohistochemically, the interstitial component (p-24-positive cells scattered singly within the white matter) was significantly more prevalent in HIVL, and the micronodular component (P24-positive cells confined within microglial nodules) in HIVE. Neurological damage was worse in cases with a high prevalence of interstitial component or a low prevalence of micronodular component. HIVE, HIVL, and HIVL-E are distinct clinical forms of ADC. Neurological impairmente is related to white matter damage.

Obiettivo del presente studio è di valutare la frequenza , le caratteristiche cliniche e le cause del sintomo cefalea, nonché la sua collocazione all'interno della storia naturale di malattia in una popolazione di soggetti HIV sieropositivi. A tale scopo sono stati retrospettivamente valutati 386 soggetti; di questi 269 soggetti erano affetti da una patologia cerebrale e 158 (58,7%) presentavano il sintomo cefalea. Dal presente studio emerge che la sintomatologia cefalalgica si presenta, nella popolazione allo studio, associata a patologie HIV correlate nel 58% dei soggetti, come cefalea non associata a patologie HIV-correlate nel 25% e come cefale aidiopatica nel 17%. Si è osservato che le patologie HIV-correlate sono prevalentemente associate a cefalea di tipo gravativo, che si manifesta soprattutto nelle fasi avanzate di malattia; le cefalee non associate a patologie HIV-correlate si manifestano invece sia in forma gravativa che pulsante, coinvolgendo le fasi intermedie di malattia. Infine, tra le forme di cefalea idiopatica, riscontrabile in tutte le fasi di malattia, prevale quella a carattere pulsante. the purpose of the following study is to evaluate the frequency , clinical characteristics and causes of headache, as well as its place in the natural history of the disease in an HIV positive population. Out of 368 HIV positive subjects under neurological observation , who were evaluated consecutively , 158 (58,7%) manifested headache. from this study it has been observed that headache is present in the 58% of the studied population associated with HIV-related pathologies, associated with non HIV-related pathologies in the 25% and as idiopathic headhache in the 17%. it has been observed that HIV-related pathologies are mainly connected to a tension type headache wich manifests it-self particularly in the advanced stages of the illness; the headache associated with non HIV-related pathologies occurs in the intermediate stages of the illness in both migraine and tension types. Finally the migraine type prevails among all of idiopathic headache and it manifests in every stage of the disease.

L'AIDS-dementia complex(ADC) rappresenta la patologia neurologica più frequente in corso di infezione da HIV. Dall'esordio della sindrome da immunodeficienza acquisita ad oggi è stato possibile monitorare il decorso di tale patologia che ha rappresentato nel corso di questi anni diverse modificazioni della sua storia naturale in relazione prevalentemente all'introduzione della terapia antiretrovirale. Molti degli aspetti dell'ADC sono ancora oggetto di studio e allo stato attuale sussistono diverse problematiche legate alla definizione sia del profilo clinico che del profilo neuropsicologico. Il nostro contributo si inserisce a questo livello e pone come duplice obiettivo quello di offrire da una parte una chiarificazione dell'aspetto propriamente clinico dell'ADC e dall'altra una indicazione metodologica per quanto riguarda l'affronto neuropsicologico del paziente HIV positivo in tutte le fasi della malattia. Verranno inoltre citati anche gli aspetti legati all'epidemiologia , all'anatomia patologica non chè alla terapia dell'ADC in funzione essenzialmente di una ulteriore comprensione di questi due obiettivi. AIDS demetia complex (ADC) represents the most common neurological disease of HIV infection. From immunodeficiency syndrome onset to nowadays it has been possible to check the course of this neurological disease, wich has shown during these years several chianges in its natural history, mainly related to antiretroviral therapy introduction. Several aspects of ADC are still studied and at present many problems about the clinical and neuropsychological profile exist. At this level our own contribution has a double purpose , to clarify the ADC clinical features and to offer a methodological guide -line to face, from a neurpsychological point of view, the HIV seropositive patient in every stage of the disease. The ADC epidemiological , pathological and therapeutical aspects will also be discussed to better understand the above mentioned aims.

in campo neuro-AIDS la diagnosi differenziale tra la PML e l'encefalopatia da HIV sembra essere abbastanza definita. tuttavia quando la forma di encefalopatia da virus HIV si manifesta nella variante HIVL (leucoencefalopatia da HIV) molto frequentemente nelle fasi iniziali della malattia neurologica si evidenziano difficoltà di diagnosi differenziale principalmente con la PML. Obiettivi: lo studio si propone di identificare criteri di diagnosi differenziale tra PML e HIVL. Metodi: sono stati valutati i profili neurologici, neuroradiologici e infettivologici di soggetti con diagnosi anatomopatologica di PML e HIVL, senza presenza di coinfezioni cerebrali. Risultati. i soggetti inclusi nello studio sono risultati essere 10 con PML e 9 con HIVL. da un punto di vista clinico la PML ha un esordio subacuto. HIVL sucronico; la PML presenta prevalentemente deficit neurologici di tipo corticale mentre HIVL prevalentemente di tipo sottocorticale. dal punto di vista neuropsicologico la PML presenta deficit prevalentemente fasici, la HIVL deficit mnesici con rallentamento ideo-motorio. radiologicamente la PML presenta una sofferenza focale della sostanza bianca periferica mentre in HIVL vi è un diffuso coinvolgimento della sostanza bianca centrale. la sopravvivenza in PML risulta inferiore rispetto a HIVL. discussione. l'utilizzo dei suddetti criteri clinici nella fase iniziali della patologia cerebrale può costituire un ausilio per un corretto approccio diagnostico ed un tempestivo intervento terapeutico. IN NEURO--AIDS FILED THE DIFFERENTIAL DIAGNOSIS BETWEEN PML AND HIV ENCEPHALOPATHY SEEM QUITE DEFINITE. NEVERTHELESS SOME DIFFICULTIES ARISE, MAINLY AT THE BEGINNING OF THE DISEASE, WHEN HIV ENCEPHALOPATHY MANIFESTS ITSELF AS HIV LEUKOENCEPHALOPATHY (HIVL). THE PRESENT STUDY AIMS TO IDENTIFY SOM E DISTINGUISHING CRITERIA BETWEEN PML AND HIVL. METHODS: SUBJECTS WITH PATHOLOGICALLY PROVED PML OR HIVL WITHOUT CEREBRAL COINFECTIONS WERE NEUROLOGICALLY , NEURORADIOLOGICALLY AND IMMUNOLOGICALLY EVALUATED. RESULTS: 10 PATIENTS WERE AFFECTED BY PML WHILE 9 WERE AFFECTED BY HIVL. FROM A CLINICAL POINT OF VIEW PML ONSET IS SUBACUTE WHILE HIVL ONE IS INSIDIOUS; PML IS CHARACTERIZED BY NEUROLOGICAL SIGNS OF CORTICAL INCOLVEMENT WHILE HIVL NEUROLOGICAL DEFICITS ARE MAINLY SUBCORTICAL. FROM A NEUROPSYCHOLOGICAL POINT OF VIEW PML PRESENTS MAINLY LANGUAGE DEFICITS , WHILE HIVL PATIENTS HAVE MEMORY DEFICITS AND IDEOMOTOR SLOWNESS. CONCERNING NEURO-IMAGING , PML WHITE MATTER LESIONS ARE FOCAL AND AT THE CORTICO-SUBCORTICAL JUNCTION, WHILE HIVL WHITE MATTER INVOLVEMENT IS DIFFUSE AND CENTRALLY CONFINED. EVENTUALLY SURVIVAL IS LOWER IN PML THAN IN HIVL. DISCUSSION:THE ABOVE MENTIONED DISTINGUISHING CLINICAL CRITERIA COULD HELP , AT THE BEGINNING OF THE NEUROLOGICAL DISEASE, TO ACHIEVE A CORRECT DIAGNOSIS AND THEN A TIMELY THERAPEUTICAL APPROACH.

The WCST is considered a fiontal lest, mainly suitable tu evaluate aspects of 'problem solving'. The several evaluation criteria are due to the different modalities of the test used in the neuropsychological field. AIM: to consider some modalities of the test in order to define which could offer more informations when applied to two degenerative pathologies: PD and AD. METHODS: The modalities proposed by Grant-Berg(GB), Milner(M), Taylor(T) and Heaton(H) have been chosen. 44 AD pts and 31 PD pts have been enrolled For each patient two control subjects with the same age, have been chosen among 546 sbjs.(S) enrolled to obtain the WCST's normal values. The parameters(prt) St(stages), Rc( corrected answers). El( total errors), Ep(perseverative errors), Enp(non perseverative errors), U( 'special' answers) were considered for GB,M and T. In addition to the above mentioned prt, the following were considered for H too. Rp( perseverative answers), %Ep(% of perseverative errors), NTPS( cards to complete the first St). CLR and %CLR ( nc and % of answers of conceptual level), FMS (failure to mantain the set) and I Tl. (learning to learn measure) The statistical analysis requires the study of the frequency distribution, indicator of central tendency, indicator of dispersion, analysis of variance. RESULTS 1)AD vs S: AD performance was statistically worse in the following prt:-St(in all modalities);-Rc(in T and M);-U(in T, M, GB ): -Enp (inH) ;-Et (inT.M andH);-NTPS,CLR,%CLR inH. 2)PD vs S no differences were found in the four modalities. The analysis of the patients divided according to a therapeutic criteria(14 pts with a12 mnths L-dopa therapy) has shown a worse statistically significant performance for the prt St(in T and H) and Rp,Ep,%Ep,%CLR in H in longer therapy pts. DISCUSSION: the GB modality is more applicable in AD and the H more useful in PD.

A screening dementia scale is very useful for: -ADC early diagnosis; -ADC follow-up (in relation to the pharmachological therapy). AIM: to verify the suitability of HIVDA. METHODS: from 1.3 to 31.12 1996 HIV+ pts in all stages of the illness were enrolled satisfying the defined inclusion criteria. These pts underwent a wide and complete neuropsychological evaluation and neurological examination in order to classify them under the following diagnosis. Moderate Dementia (MD) and Severe Dementia (SD) according to the criteria of the AAN .Border-Line(BL) and Normal(N). The pts were then evaluated by another examiner unaware of the previous neuropsychological diagnosis with the HIVDA which is composed of two parts: the anamnestic part (AP1 and AP2) and the psychometric part (PP) HIVDA scale is the result of a step by step implementation from the Blessed scale. RESULTS: 153 pts were enrolled. 68 were classified as N, 24 as BL, 26 as MD, 35 as SD. CD4 number was the only statistically different data among the general characteristics . HIVDA A and P total scores are the following: N BL MD SD HIVDA Ax(sd) 2.80(202) 6.34(4.24) 8.03(4.66) 13.00(4.01)HIVDA P 33.78(314)30.07(2.72)27.66(3.60)19.26(4.28) p

Allo scopo di verificare se soggetti sieropositivi in fase pre AIDS presentavano alterazioni di tipo neurologico sono stati valutati 132 soggetti suddivisi nei seguenti gruppi: sieropositivi (HIV+) tossicodipendenti (TD+), sieronegativi (HIV-) non tossicodipendenti (TD-), HIV+TD- e HIV-TD+. tutti i soggetti sono stati sottoposti ad esame neurologico standardizzato costituito complessivamente da 73 items valutati con punteggio 0 quando il segno patologico era assente e 1 quando era presente. All'interno dei 4 gruppi è risultata diversa la frequenza di comparsa di 3 parametri: il riflesso del muso, il tremore e la coordinazione. tali parametri si sono evidenziati con maggior frequenza nel gruppo di soggetti HIV+TD+. é stata inoltre utilizzata l'analisi di regressione logistica per valutare l'influenza della sieropositività , della tossicodipendenza e l'assunzione di sostanze alcooliche sui risultati ottenuti. La tossicodipendenza si è rivelata essere l'unico fattore di influenzamento sui risultati ottenuti. Si ribadisce pertanto che nelle fasi pre AIDS le alterazioni neurologiche riscontrate non sono attribuibili al virus HIV ma piuttosto all'uso cronico di sostanze tossiche

L'identificazione in campo neuro-AIDS di possibilità terapeutiche alternative a quelle farmacologiche può determinare una nuova modalità di cura e di recupero funzionale senza l'implicazione di ulterirori interferenze tossiche. In tal senso l'attenzione per le lesioni focali cerebrali, che costituiscono una discreta parte delle patologie neurologiche HIV correlate , risulta interessante poichè esse si manifestano clinicamente con quadri caratterizzati sia da deficit motori che deficit neuropsicologici di tipo focale suscettibili di trattamento riabilitativo. L'obiettivo dello studio consiste nel valutare la frequenza e la tipologia dei deficit neuropsicologici e le caratteristiche cliniche , immunitarie e di sopravvivenza , al fine di valutare l'opportunità di un approccio riabilitativo. I soggetti che rispondevano ai criteri d'inclusione sono stati sottoposti ad esame neurologico standardizzato e a batteria neuropsicologica . Sono stati selezionati 60 (40%9 soggetti con deficit neuropsicologici focali. Il deficit neuropsicologico più frequente è risultato essere l'afasia, ed in particolare l'afasia di tipo non fluente. Per quanto concerne l'etiolgia , la toxoplasmosi spicca per frequenza. Il confronto tra il tempo medio di sopravvivenza dei soggetti viventi (18 mesi) e deceduti (4 mesi) è risultato significativo. alla luce di tali risultati è possibile affermare che un approccio riabilitativo cognitivo può trovare una sua applicabilità nei soggetti affetti da infezione da HIV.