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This book uses'politics of urban knowledge'as a lens to understand how professionals, administrations, scholars, and social movements have surveyed, evaluated and theorized the city, identified problems, and shaped and legitimized practical interventions in planning and administration. Urbanization has been accompanied, and partly shaped by, the formation of the city as a distinct domain of knowledge. This volume uses'politics of urban knowledge'as a lens to develop a new perspective on urban history and urban planning history. Through case studies of mainly 19th and 20th century examples, the book demonstrates that urban knowledge is not simply a neutral means to represent cities as pre-existing entities, but rather the outcome of historically contingent processes and practices of urban actors addressing urban issues and the power relations in which they are embedded. It shows how urban knowledge-making has reshaped the categories, rationales, and techniques through which urban spaces were produced, governed and contested, and how the knowledge concerned became performative of newly emerging urban orders. The volume will be of interest to scholars and students in the field of urban history and urban studies, as well as the history of technology, science and knowledge and of science studies.

'Nella Prima Repubblica il mondo laico ebbe sempre pochi soldi e pochi voti: ma offrì una classe politica e di governo di cui non si può disconoscere l'importanza. E insieme con essa fornì la parte forse più qualificata della dirigenza del paese sia sotto il profilo tecnico ed economico che amministrativo. Le loro battaglie contribuirono non poco a rendere l'Italia un paese più moderno'La galassia laica è sempre stata minoritaria nella politica italiana: non ha mai avuto – disse una volta Salvemini – né un soldo né un voto né un uomo. Eppure, nel dialogo e nella polemica con le culture politiche prevalenti ha lasciato un segno nella storia italiana. Stretto collaboratore di Ugo La Malfa, Battaglia offre una visione per nulla convenzionale del sistema dei partiti e del processo di caduta della Prima Repubblica. E con richiami spesso inediti puntualizza sia la grandezza e i limiti della sinistra laica sia il suo rapporto con le forze maggioritarie, da De Gasperi a Moro, da Togliatti a Berlinguer. La Repubblica di oggi – nella crisi dell'Unione Europea e nell'esaurirsi del disegno federalista – rende più necessario un equilibrio di tipo nuovo, che controbilanci la forza della Germania e la crescita delle tendenze nazionaliste attraverso la massima unità economica e politica dell'Occidente.