Henry James, William Dean Howells, Mary Eleanor Wilkins Freeman, Mary Heaton Vorse, M. Stewart Cutting, E. Jordan, John Kendrick Bangs, Elizabeth Stuart Phelps, E. Wyatt, Mary Raymond Shipman Andrews, A. Brown, Henry Van Dyke, Giovanna Mochi, Henry James, William Dean Howells, Mary Eleanor Wilkins Freeman, Mary Heaton Vorse, M. Stewart Cutting, E. Jordan, John Kendrick Bangs, Elizabeth Stuart Phelps, E. Wyatt, Mary Raymond Shipman Andrews, A. Brown, Henry Van Dyke, and Giovanna Mochi
Dal dicembre 1907 al novembre 1908, presso la nota rivista femminile americana Harper's Bazar esce, in dodici puntate-capitoli, il romanzo The Whole Family (La grande famiglia), storia-ritratto di una numerosa famiglia della piccola borghesia americana del primo Novecento alle prese con un evento - il fidanzamento di una figlia - che, osservato e commentato dai diversi componenti della famiglia stessa, ne mette in discussione modelli e aspettative, ruoli e consuetudini, grandi e piccole certezze. Un bozzetto di «realismo sociale» che certo non varrebbe la pena di rispolverare, se non fosse per il sorprendente progetto editoriale che vi sta dietro: i dodici capitoli infatti sono scritti da dodici autori diversi, ciascuno dei quali interpreta e dà voce a uno dei familiari, mettendo in scena, in una sorta di social network narrativo che vira continuamente in direzioni impreviste, un vivacissimo dialogo le cui voci si intrecciano, si sovrastano e si sconfessano l'un l'altra, riuscendo comunque a raccontare, alla fine, una storia che'tiene', diverte, sorprende. Così come sorprende la squadra, eterogenea e pittoresca, abilmente reclutata da una entusiasta infaticabile editor: due'veri'e riconosciuti scrittori (l'autorevole W.D. Howells e nientemeno che il Grande Maestro Henry James), otto donne scrittrici coinvolte a vari livelli in tematiche femminili e femministe, un umorista, e un paludato accademico. È questa la “grande famiglia” editoriale, non meno conflittuale e litigiosa della famiglia Talbert, di cui rispecchia, con effetti metanarrativi talvolta esilaranti, tensioni, rivalità e dissapori. Come nel gioco mutevole del caleidoscopio, o in quello infantile del telefono senza fili, la trama di questo bizzarro «romanzo composito» - per la prima volta tradotto in italiano - si snoda in imprevisti colpi di scena, rocamboleschi stravolgimenti e deviazioni spiazzanti, mediante le quali il narratore di turno tende a imporre alla storia, e ai suoi colleghi, la propria strategia. È così che la rappresentazione pur problematica di un modello di vita americano in trasformazione, democratico produttivo e laborioso quale era l'idea di partenza di Howells, si declina secondo i punti di vista di autori e personaggi, sconfinando ora nella esaltazione delle conquiste femminili di primo Novecento, ora nella riflessione profonda sul ruolo dell'artista nella società. Un affascinante capitolo di microstoria americana si costruisce e decostruisce davanti ai nostri occhi, in quello che può essere considerato uno dei primi e riusciti esperimenti di scrittura collettiva. E anche la traduzione, affidata a dodici voci diverse, partecipa con passione alla sfida proposta da questo sorprendente gioco di ruolo.